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Tuàgghje

Tuàgghje s.f. = Tovaglia

Drappo che si stende sulla tavola per apparecchiare la mensa o anche per ornamento.

Generalmente è in tessuto di cotone o di lino, ma può essere anche di plastica, o di carta come quelle usate nelle trattorie.

Le nostre nonne le creavano all’uncinetto oppure le ricamavano a mano, e il capo diventava un prezioso oggetto del loro corredo.

Mètte ‘a tuàgghje = apparecchiare il desco per desinare.

Dalla stessa pezza, quindi con i medesimi colori e disegni, si ricavano i tovaglioli, detti in dialetto ‘i salviètte

È chiamata tuàgghje anche quel paramento sacro che si stende sopra l’altare.

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Tubbètte

Tubbètte s.m. = Ventosa di molluschi, cartuccia

Questo sostantivo ha due significati:

1) Ciascuna delle ventose che si trovano per tutta la  lunghezza tentacoli dei polpi, ben evidenti su due file.

Sui moscardini invece sono disposti su una sola fila.

Quelli delle seppie, dei calamari, e dei totani quantunque su due file, sono molto più piccoli

 

2) Fondello della cartuccia per fucile da caccia. Generalmente è di ottone o metallo non ossidabile e contenente l’innesco.
Sul fondello si inserisce il bossolo di cartoncino duro, o di plastica, contenente i pallini.

Per estensione dicendo tubbètte i cacciatori intendono la cartuccia intera non solo il fondello.

 

Esiste una specie di gioco/sfottò volgare che nomina questo tubbètte. È un dialogo tra una ragazza e il suo focoso innammorato.. Il nome maschile è adattato (Giuànne, Mecöle, Frangìsche, Tonüne, Lorènze, ecc.) di volta in volta dalla donzella che inizia il giochino.

Lei, orgogliosa: Mattöje jì ‘u müje!.(Matteo è mio)

Lui, ansioso: Accüme jì ‘u tüve? (Come è tuo?)

Lei, allusiva: Arméte.(Armato)

Lui, curioso: Che arme porte? (Che armi porta?)

Lei, maliziosa: Arme e tubbètte.(Arma  e cartucce)

Lui, rapido e conclusivo: Appuppe ‘u cüle,ca mò te lu mètte!..(Disponiti per una penetrazione)

Scusate la frase conclusiva esplicita del dialogo, ma io qui ho semplicemente riportato ciò che le mie orecchie innocenti ascoltarono molte vole durante la mia adolescenza..

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Tùcche

Tùcche s.m. = Conta

Conteggio, conta. Particolarmente è quella che, nei giochi infantili, si fa per stabilire a chi tocchi un dato ruolo, chi debba fare una data cosa, che viene prescelto dalla sorte.

I partecipanti al gioco si dispongono in cerchio e al grido: da mè,…oh! tutti presentano una mano con il numero di dita distese, da uno a cinque. Una volta sommate le dita presentate all’oh!, si comincia a contare a partire da quel  (o anche da un altro bimbo: da Giuànne, oh!), un numero per ciascuno, 1, 2, 3, 4, ecc.., secondo la disposizione del cerchio, fino al raggiungimento del numero delle dita sommate.

Si dice mené o vutté ‘u tùcche = fare la conta, tirare a sorte.

A volte si usa cantilenare una filastrocca, come già chiarito alla voce chetògne, oppure alla làmbe. Come l’italiano A-nghi-ngò, tre civette sul comò, ecc..

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Tufarüle

Tufarüle s.m. sopr. = Operaio delle cave di tufo, Cavamonti

Operaio edile adibito all’estrazione manuale dei blocchi di tufo (‘nu tüfe = un concio di tufo) dalla cava chiamata tufére= tufara.

Una volta che non esistevano le macchine estrattrici, si faceva tutto manualmente con appositi picconi (‘u zappöne) a taglio di larghezza differente su ciascuna delle due estremità.

A questi zapponi ogni tanto bisognava ridare il taglio perché si consumavano. Ci pensava il fabbro a sturnì ‘i zappüne

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Tüfe

Tüfe s.m. = Tufo

Intendiamo a Manfredonia con questo nome, più che la roccia tufacea in genere, i conci di questo materiale, estratti dalle tufare (vedi) ed ampiamente usato in edilizia.

Generalmente i conci di tufo hanno dimensioni di cm 20x20x40.

Quelli usati a Manfredonia, molto chiari, provenivano dalle importanti cave site in località S.Lucia, sulla strada per Foggia, sfruttate fino agli anni ’60.

Il tufo di Canosa, un prodotto particolarmente compatto, era molto apprezzato dai muratori.

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Tufére

Tufére s.f. = Cava di tufo

Cava di superficie di materiale tufaceo.

Il tufo (in latino: tofus o tophus) è una roccia sedimentaria piroclastica di origine vulcanica. Anche i calcari formati da sedimenti precipitati grazie all’azione dell’acqua formano rocce chiamate tufi, che generalmente includono tracce di conchiglie fossilizzate.

È una roccia facilmente lavorabile, i cui conci estratti nelle tufare sono ampiamente usati in edilizia, specie in Puglia, Campania, Sicilia.

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Tumbagne

Tumbagne s.m. = Tappo

Specificamente, si chiama ‘u tumbàgne il tappo di legno usato per le botti che contengono vino.

Dé ‘na botte au cjirchje e ‘na botte a ‘u tumbàgne = Dare un colpo al cerchio e un colpo al tappo.

Bisogna saper colpire o contentare entrambi i contendenti. Non essere di parte.

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Tüme

Tüme s.m. = Timo

Arbusto sella fam. delle Lamiaceae (Thymus vulgaris) diffuso nell’area mediterranea; ha largo uso in cucina come aroma da condimento e nell’industria cosmetica per la preparazione di saponi e profumi.

Veramente da noi non è stato mai usato in cucina.

Una volta si raccoglievano i suoi cespugli e si utilizzavano come valido sostegno nella costruzione del presepio, per reggere i fogli di carta grossa spiegazzati.

Sopra questi ramoscelli si modellavano montagne e grotte.

Il presepio emanava un gradevole profumo per tutta la durata della sua esposizione.

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Tunnarèlle

Tunnarèlle agg. sopr. = Formosa, rotondetta.

Quando una donna è in carne, si dice che è tonna tonne = rotonda rotonda.

Il soprannome è stato affibbiato alla ragazzotta sì in carne ma anche graziosa.

Mi sembra che c’era una levatrice con questo nomignolo. Aspetto conferma dai lettori.

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Tunnelléte

Tunnelléte s.f. = Tonnellata

Nel sistema metrico decimale è una misura di peso pari a 1000 kg

tunnelléte si chiamava anche ‘u djice cundéle = il 10 quintali

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