Salviètte s.m. = Tovagliolo
Piccolo telo di forma quadrangolare, di cui è dotato ogni commensale per pulirsi o asciugarsi mani e bocca. Ora si usano molto quelli di carta usa e getta.
Deriva dal francese serviette, passato al tedesco e all’inglese (assieme a napkin) tale e quale; lo spagnolo dice servilleta.
Quelli che dicono ‘u tovagljöle non parlano il manfredoniano ma un ibrido.
Modo di dire: Salviètte, mìtte tàvele! = Tovagliolo, appronta il desco!
Si declama quando qlcu chiede l’impossibile, per dichiarare che non si è capaci di fare miracoli.
Trae origine da una favola raccontata delle nonne sulle meravigliose doti di un tovagliolo fatato, che appena qlcn pronunciava questo comando, si schiudeva colmo di ogni leccornia.
Attenzione, il gusto non è quello del salmone, come potrebbe sembrare! Ora i confetti vengono chiamati cunfìtte, e anche combìtte, ma fino agli anni ’60 si chiamavano al plurale salemüne.