Rangecùzze

Rangecùzze sopr. = Granchio piccolo

Sicuramente deriva da ràngeche; questo sostantivo ha due significati: granchio o graffio.

La mia ipotesi sul significato si orienta sul diminutivo dell’uno o dell’altro: graffietto o granchietto, per quanto un granghio piccolo si possa chiamare rangechìcchje. A meno che il poveretto con aveva un bel graffio sul collo (cùzze o cuzzètte)

È attribuito a una famiglia tuttofare: marinai, facchini, manovali. Gente semplice e volenterosa.

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Ràngeche

Ràngeche s.m. = Granchio, graffio.

  1. Ràngeche =  Granchio ()generico).
    Crostaceo con corazza piatta pentagonale o trapezoidale e zampe fornite di potenti chele.
    Esistono varie specie di granchi:

Quelli dal carapace duro e nero (Carcinus Mediterraneus), sono detti i sbìrre = gli sbirri, forse perché veloci sia in acqua e sia in terra. Vivono negli anfratti delle scogliere.

Quelli con la corazza chiara e molle (Liocarcinus vernalis)sono detti ‘i muddische = i molli. Vivono in zone sabbiose..

Quelli coperti da setole, i favolli (Eriphia verrucosa), sono chiamati, al femminile, ‘i pelöse = le pelose.

Infine quelli grandi (Maja squinado) della famiglia dei Majidae, sono chiamati granceole al nord Italia. Da noi sono identificati come rangeche affallöne. Sono capaci di danneggiare le reti da posta.

2) Ràngeche= graffio. Segno sottile lasciato sulla lasciato sulla pelle dalle unghie o da un corpo appuntito. Proviene dal verbo rangeché = graffiare.
‘A jatte m’ho rangechéte ‘mbacce ‘u vrazze = Il gatto mi ha graffiato sul braccio.

I graffi lasciati accidentalmente su una qualsiasi superficie (vetro, legno, marmo, metallo) sono detti ‘i sìnghe .
Stu piatte sté tutte singhjéte = Questo piatto è tutto graffiato.

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Ranavùzze

Ranavuzze (o Ranavùzzele) s.m. = Tarchiato, tracagnotto

Persona di bassa statura e di larga corporatura.

Il significato è descritto molto meglio e più dettagliatamente se andate a leggere il sinonimo (cliccate→) šcaùtte.

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Ramöre

Ramöre s.f. = Teglia da forno, lamiera

1) Teglia da forno di latta, rettangolare (grande fino a cm 50×70), dal bordo basso, usata per mandare al forno pubblico i dolci fatti in casa. Su di essa si ponevano pizzarèlle, scarièlle, scavetatjille, taràlle ecc.per la cottura. Ora sono usate dalle pasticcerie, dalle pizzerie per le focacce al taglio e dai biscottifici, non più dalle massaie per uso domestico.

2) Lastra metallica ottenuta per laminazione a caldo o a freddo, utilizzata per fabbricare diversi manufatti (dalle industrie per es. per farne ssportelli di automobili e dai ferrai per creare vomeri di aratro).

Ramöre deriva certamente dall’italiano ‘lamiera’, con pronuncia modificatasi attraverso i secoli.

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Rajó

Condimento per pastasciutta e altri primi piatti, a base di salsa di pomodoro e carne.

Sostantivo francese ragoût (pron. ragù), derivato dal verbo ragoûter composto da re di nuovo e goûter gustare.

Quelli che dicono ragó (con la ó stretta di fórne= forno) parlano un dialetto modificato. Come se dicessere gallócce invece di jallócce=galletto

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Rajéne

Violenta tempesta con pioggia e turbini di vento.

Figuratamente: grande frastuono, o persona eccessivamente agitata, irrequieta, irruente.

Con l’articolo è noto soprannome ‘U Rajéne = L’uragano.

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Ragge

Ragge s.m. = raggio, rabbia.

Come in italiano, alcuni vocaboli al maschile hanno un significato diverso da quello assunto al femminile.

1) Ragge, s.m. = Raggio. Più che come espressione geometrica è quello fisico della ruota del carro o della bicicletta. Anche i raggi solari si chiamano ràgge.

2) Ragge, s.m. = Impeto, forza, potenza di lancio. Solo nella locuzione idiomatica: pe tutt’i ràgge = con tutta la forza possibile. Sbàtte ‘u polepe pe tutt’i ràgge = Sbattere il polpo con tutta l’energia possibile.

3) Ragge s.f. = Rabbia. Rabbia, intesa come malattia dei cani, l’idrofobia.
Tenì ‘a ràgge = essere idrofobo.

4) Ragge s.f. = Rabbia, intesa come sinonimo di stizza, ira, collera, odio, irritazione, rancore. Tenì ‘na ràgge = Avere rancore, risentimento, ecc..

5) Ragge s.f. = Un “sapido” giudizio culinario, specie se il gusto del sale è predominante.
Jì saprüte ‘stu baccalà? È gustoso questo (intingolo di) baccalà? – Sì ‘na ràgge! = Sì, è salatissimo!

6) Ragge agg. = Ragia, specificamente riferito all’essenza di trementina, detta commercialmente acquaragia, acqua-ràgge, o, con linguaggio più tecnico, diluente deluènde. Usato dai tinteggiatori per diluire le vernici e risciacquare i pennelli dopo l’uso.

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Rafanjille

Rafanjille s.m. = Ravanello o rapanello

Il ravanello (Raphanus sativum) è una pianta annuale di cui si consuma la radice, generalmente sferica e di colore rosso, con polpa bianca, di sapore lievemente piccante, usata prevalentemente in insalata.

Esistono anche ravanelli bianchi e quelli lunghi come carotine.

Le foglie tenere si mangiano anch’esse in insalata o in pinzimonio.

Sono composti per lo più di acqua; tra i nutrienti contengono ferro, fosforo calcio, vitamine del gruppo B, vitamina C e acido folico. Hanno proprietà diuretiche e depurative. Sin dall’antichità è nota la loro capacità di conciliare il sonno.

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Ràchene

Ràchene s.f. = Telone

Si tratta di teloni di tela robusta, che erano dispiegati sollo le piante di ulivi prima dell’operazione di raccolta. Le olive in esso cadute e si raccolgono e si pongono in sacchi di iuta per porlarle al frantoio oleario. Il telone così riutilizzabile, passa alla pianta successiva.

Usato anche come stuoia sull’uscio di casa per accogliere i bimbetti attorno alla nonna, quando nelle calde sere d’estate lei usava raccontare all’aperto fantastiche fiabe o allegri frecàbbele

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Quìnde

Quìnde agg.= Quinto

1 – Che, in una successione ordinata, occupa il posto corrispondente al numero 5.

2 – Con valore frazionario, relativo a ciascuna delle parti di un intero diviso per cinque: la quinta parte.

3 – Peso per bilancia dal valore di 200 g.

4 – Misurino per liquidi dalla capacita di 200 ml.

In effetti un quinto di mille (grammi o ml) sono proprio duecento. Il “mezzo quinto” corrisponte a un decimo, quindi a 100 grammi o cc, o ml).

‘nu quìnde de latte = 200 g di latte.
‘nu quìnde de pàste = 200 g di pasta.
düje quìnde = 400 g (o ml)
trè quìnde = 600 g (o ml)
quàtte quìnde = 800 g (o ml)

Addirittura esiste la locuzione ‘nu quìnde e mjizze = un quinto e mezzo, per indicare una misura liquida o solida di 300 g.

Düje quìnde e mjizze = Due quinti e mezzo = 500 g (il mezzo chilo o mezzo litro)

Se si vuol essere ancora più precisi, si usa aggiungere con voce più moderna, cinquanda gràmme.

Per es. 750 g si traducono in tre quìnde e mjizze e cinquanta gràmme. Per questo alle scuole elementari eravamo bravi a far rapidamente di conto!

Quando il vino si vendeva sfuso nelle cantine, si chiedeva quatte quìnde e ‘na cazzöse = 800 g di vino e una gassosa da 200 ml. La miscela giusta per migliorare la boccata del vino, magari un po’ aspro di natura, e per riempire fino al collo una bottiglia da litro.

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