Nzacché v.t. = Conficcare
Si usa un po’ genericanente:
‘nzacché ‘i chjùve = conficcare i chiodi
‘nzacché ‘u ferrètte = abbassare il saliscendi
‘nzacché ‘u uarröne = innestare la barra
‘nzacché ‘nu recchjéle = assestare uno schiaffone
Si usa un po’ genericanente:
‘nzacché ‘i chjùve = conficcare i chiodi
‘nzacché ‘u ferrètte = abbassare il saliscendi
‘nzacché ‘u uarröne = innestare la barra
‘nzacché ‘nu recchjéle = assestare uno schiaffone
Rattoppare le reti da pesca, o rimagliare la parte danneggiata.
Esiste anche la versione accumacchjé, con l’identico significato se è riferito alle reti. Più specificamente significa unire due capi di una cima, mediante intrecci e cuciture, per aumentarne la lunghezza. Come per dire accucchjé = accoppiare, unire.
Operazioni che vengono svolte a mano dai pescatori più anziani che non escono più in mare.
Ngiuré v.t. = Canzonare, beffeggiare, fare boccacce
Per quanto simile, ‘ngiuré non corrisponde all’italiano “ingiuriare”, insolentire, oltraggiare, insultare, offendere
In modo molto meno grave, da noi significa: fare versacci o boccacce o imitare la parlata o la camminata di qualcuno per canzonarlo.
Roba da bambini.
Si può gelare un cibo ponendolo nel freezer, o si può gelare, riferito a persone, restando all’aperto, a causa degli agenti atmosferici.
Di conseguenza “me so’ nghjetréte” equivale a “mi sono gelato, mi sono ghiacciato, ni sono intirizzito” a causa delle basse temperature degli agenti atmosferici.
Ho vissuto molti anni a Potenza, dove il freddo non è raro come a Manfredonia. Mi è rimasta nelle orecchie l’imprecazione del conducente de un bus, che non riusciva a manovrare bene il veicolo in mezzo al traffico urbano: “sta’tutt’acchjatràte!” = è tutto gelato!
Pure là si riferiscono al ghiaccio meteorologico. Nonostante la pronuncia di “acchjatràte” è un po’ diversa da ” ‘nghjetréte” si capisce che l’etimologia è la stessa, cioè “chjìtre” = ghiaccio.
Qualche lettore mi ha suggerito un significato diverso, ossia‘nghjtré = impietrire, diventare di pietra, indurirsi. Ma io – pur volendo ammettere che il verbo vuol descrivere qualcosa che diventa duro – ritengo che esso si riferisca solo al duro e freddissimo ghiaccio.
Nghjemé v.t. = imbastire
Verbo specifico di sartoria.
Fare una cucitura provvisoria con punti larghi dati a mano dai sarti ( clicca→ ‘i nghjüme) per tenere insieme due stoffe che successivamente dovranno essere cucite definitivamente a macchina.
Leggendo qua e là, ho scoperto che questo verbo, molto diffuso nella Capitanata, deriva dal latino inphlimare che ha lo stesso significato.
Ngeleppé v.t. = Glassare
Completare la preparazione di certe ciambelline dolci con giulebbe di albume e zucchero.
Si spennellano i taralli con questo sciroppo denso e si mandano in forno.
Con il calore l’albume si rapprende e il dolce al termine della cottura si presenta coperto da una bianca glassa croccante.
Celebrare l’inizio di un’attività; in senso fig., fam., usare qlco. per la prima volta: Che bèlli scarpe! Mo’ l’ha ‘ngegnéte? = Che belle scarpe, ora le calzi per la prima volta?
Tènghe ‘na giacchètte senza ‘ngegnéte pe njinde, ca nen me piéce = Ho una giacca mai indossata perché non mi piace.
Ammessa anche la pronuncia ‘ngigné, più rara, derivante dall’imperativo: ‘ngìgnatìlle quedda giacchètte = deciditi ad indossare quella giacca (nuova).
In altra forma esiste anche il verbo riflessivo ‘ngegnàrece = indossare per la prima volta scarpe, guanti, cappelli, abiti per l’abbigliamento personale.
L’illustre studioso tedesco Gerhard Rohlfs, nella sua “Historische Grammatik der italienischen Sprache und ihrer Mundarten” ipotizza l’origine latina del verbo, evidenziando encæniare (leggi enceniare)
Concentrare tutta la propria attenzione e le proprie energie in un’azione, e ostinarsi a portarla a termine, a qualunque costo.
Scherzosamente si canzona un innamorato.
C’jì ngatapüte apprjisse a Caremöle, e nen capìsce cchjù njinde = Si è fissato per Carmela e non capisce più niente.
Te sì ‘ngatapüte a juché ai càrte e nen vüte ca te stànne frecànne bùne e megghje = Sei così preso dal gioco delle carte da non accorgerti che ti stanno imbrogliando alla grande.
Ngasé v.intr. e= Esagerare; insediarsi
1) ‘Ngasé v.t. = Accentuare, forzare, esagerare un precedente atto o un’azione più tenue.
C’jì ‘ngaséte ‘u vjinde = si è accentuata la forza del vento.
Nel senso di insistere si dice ngasé la méne = calcare la mano, rincarare la dose, aumentare
2) ‘Ngasé v.int. = prendere casa, insediarsi nella casa, solo il questo caso. Il contrario si scasé, sloggiare.
Difatti nella locuzione ‘Nghése e schése= alloggia e trasloca, si definisce spregiativamente qualcuno che cambia spesso casa perché sfrattato per morosità.
‘Ngarré v.t. = Azzeccare
Proviene dallo spagnolo engarrar = acciuffare, colpire nel segno.
Capire la tattica giusta, imbroccare la soluzione adeguata, raggiungere l’obiettivo prefissato, cogliere un successo, riuscire nell’intento, colpire nel segno.
Ovviamente tutto questo avviene un po’ per casualità ma molto per determinazione.
Nella forma ‘ngarràrle = imbroccarlo, il significato rivela una valenza molto aleatoria e casuale. Come imbroccare un ambo, o beccare dei soldi al gratta e vinci, o vincere al Totocalcio, o peggio, vincere un concorso indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione.
Eh, a ‘ngarràrle! = Eh, a imbroccarlo! Ossia ma quante possibilità potresti avere, una su trecento mila!
Infatti quando si dice che una persona l’ho ngarréte = l’ha azzeccata, significa che alla lunga il/la consorte si è rivelata persona degna per sentimenti e laboriosità. Quindi che il loro matrimonio è ben consolidato e capace di superare qualsiasi difficoltà.
Contrario: sgarré