Facciulètte

Facciulètte s.m. = Fazzoletto

Si distingue dal fazzoletto da naso, detto propriamente maccatüre.

Facciulètte indica quello usato delle donne per coprirsi il capo o per ripararsi dal sole e dal freddo, o per rispetto al luogo sacro quando si recano in Chiesa o al Cimitero.

Ricordo che in epoca pre-conciliare le donne potevano entrare in chiesa solo con la testa coperta, magari anche con un velo possibilmente nero, e gli uomini dovevano sempre togliersi il copricapo.

Mia nonna, classe 1876, non si toglieva mai il fazzoletto nero dalla testa. Io ricordo che, nelle giornate torride, invece di legare due angoli del fazzoletto piegato a triangolo sotto il mento come faceva abitualmente, se li passava sulla sommità del capo semplicemente appoggiati, proprio per non soffocare dal caldo.

Questa maniera di portare il fazzoletto era detto alla rezzöle o alla rezzöne (sembra Arizona...)

Sto cercando l’origine di questi termini. Il poeta locale Michele Racioppa, in un’ode intitolata Màmme, l’ha chiamato ‘u maccatüre alla rezzöle.
La rezzöle, è un nome antico usato al Sud, che indica un recipiente di terracotta (orcio, orciuolo) che si trasportava ritto sulla testa. Quindi quei lembi di fazzoletto aiutavano a sostenere l’oggetto in equilibrio.

Filed under: FTagged with:

Facciòmbre

Facciòmbre s.m. = Mascherone

Il sostantivo indica un mascherone antropomorfo (scusate il termine tecnico: significa dalla forma umana) di pietra scolpita rozzamente, che veniva collocato su una parete esterna di un edificio, e dalla cui bocca pendeva un cerchietto di ferro cui si legavano i cavalli o le bestie da soma.

Adesso sparo un altro aggettivo inusuale: apotropaico usato dall’amico Pasquale Stipo.(Grazie Pasquale).   Dice Wikipedia: «L’aggettivo apotropaico (derivato dal greco αποτρωπαω,  apotropao, cioè “allontanare”) viene solitamente attribuito a un atto, oggetto o persona atti ad allontanare gli influssi maligni. Si parla ad esempio di monile apotropaico, rito apotropaico o gesto apotropaico».

Per estensione si indicava una persona dall’aspetto truce, brutto come quelle facce di pietra. Associando l’aspetto non rassicurante, alla sua indole, si immaginava che l’individuo fosse fatalmente falso, losco, dalla doppia faccia.

Per metatesi (e tre…) qualcuno invece di dire facciòmbre, pronunciava “fracciomme” o “fracciombe

Parlo al passato, perché con l’avvento dei mezzi di trasporto motorizzati, sono scomparsi i cavalli, gli asini, i muli dalle nostre strade, e quindi anche i “catenjille” = anelli da parete, e dei relativi supporti decorativi. Perciò, non richiedendo più la nostra attenzione, sono caduti in disuso anche dal nostro lessico.

Tento una ricostruzione etimologica. Mi sembra che in spagnolo il termine faz equivalga a viso, faccia, aspetto, e che hombre significhi uomo, persona, individuo.   Perciò, intuisco che faz-hombre di cui al nostro facciòmbre possa indicare o riferirsi a uomo cattivo (malo) e falso, dalla doppia faccia, infido, viscido.

L’epiteto spregiativo napoletano sfaccimme ha questa origine.

Esiste in manfredoniano il sinonimo malombre = malo hombre = cattivo uomo.

(foto Pasquale Stipo)
Filed under: FTagged with:

Fàccia töje (Alla)

Fàccia töje (Alla)  loc.id. = A tuo dispetto, per ripicca.

Ajire so jüte alla spiagge: stöve ‘nu bèlle söle, alla faccia töje = Ieri sono andato alla spiaggia: c’era un bel sole (nonostante la tua previsione contraria e mi sono trovato bene) a tuo dispetto.

Ovviamente può comprendere anche gli altri pronomi (alla faccia möje, töje, söje, nostre, vòstre, löre).

Filed under: FTagged with:

Faccia storte

Faccia storte loc.id. = Dissentire, discordare

Alla lettera è come in italiano, ossia faccia storta.

Assume due significati diversi a seconda del verbo che precede la locuzione:
1 –  Con il verbo fare:
Se uno fé ‘a faccia storte, significa semplicemente che prova o mostra contrarietà, perché non condivide quello che vede o ascolta.

Quànne agghje dìtte ca jöve a juché ai càrte ànne fàtte ‘a fàccja stòrte = Quando ho detto che sarei andato a giocare a carte hanno dissentito.

Pecché quanne me vöte pe ‘Angiolétte màmete fé ‘a fàccja storte? = Perché quando mi vede con Angela tua madre mostra contrarietà?

2 – Con il verbo essere:
Se qualcuno jì faccia storte,  significa che è bugiardo, falso e menzognero. Non è affidabile. Questa locuzione si può declinare anche al maschile, non riferendosi più alla faccia, ma alla persona: jì facce-stùrte = costui è un ipocrita, ingannatore

Filed under: FTagged with:

Faccia möje!

Faccia möje! loc.id. Ahimè

Letteralmente: Faccia mia!

È un’esclamazione che sfugge allorquando si apprende di un’azione riprovevole compiuta da qlcu.

Vuol significare: nascondo io la faccia al posto suo, per lo scandalo che desta il suo modo di parlare sguaiato, e/o le accuse che rivolge arbitrariamente verso altre persone, e/o la gravità del suo comportamento.

Filed under: FTagged with:

Facchjullà 

Facchjullà  loc.id. = Scosta, allontana, distacca.

È un invito a spostare un oggetto, o una mano, o qls cosa dal campo di lavoro di qlcu.

Facchjullà ‘u becchjire = Sposta il bicchiere.

Se rivolto a persona come comando è fattecchiullà = spostati, fatti più in là.

Filed under: FTagged with:

Faccetunìcchje

Faccetunìcchje s.m.= Scialle, indumento invernale femminile.

U faccetunicchje, è la versione ridotta del faccelettöne (fazzolettone) talora pronunciato facceltöne, faccettöne o faccertöne (←clicca).

Si poteva acquistare già confezionato, ma le nostre nonne preferivano farlo da sé con l’uncinetto, ai ferri, o anche ricavarlo da una copertina di lana o di flanella grossa.

Era indossato solo in casa, d’inverno, per quasi tutto il giorno, piegato a triangolo, poggiato sulle spalle, con un vertice in giù per la schiena e gli altri due annodati sul davanti

Filed under: FTagged with:

Faccertöne

Faccertöne s.m. = Scialle di lana.

È un indumento invernale femminile a trama grossa e pesante, variamente colorato con tinte scure, piuttosto ampio (etimo fazzolettone).

Accettabile anche la versione faccelettöne o faccettöne.

Era indossato dalle nostre nonne, per coprirsi le spalle e per ripararsi dal freddo.

Se faceva molto freddo, si poteva indossare anche a copertura della testa.

Si usava per uscire e andare a comprare qualcosa dai venditori ambulanti.

Non tutte le nostre nonne potevano permettersi il cappotto, e questo “copri-miseria” era portato con dignità anche per assistere alle funzioni religiose.

Quello della foto, reperita in rete, è una versione moderna, in stile vintage,  ma vivacemente colorato.

In provincia di Potenza è detto facciulettone, o anche: faciltone.
A Ceglie Messapica è fazzəltónə, in altre parti del Salento faccirtone,  facciurtone, e faccəlittone.

Più o meno modificato il termine è diffuso in Puglia e Basilicata.

Mi piace riportare una poesia dell’indimenticato Franco Pinto nella quale è nominato il faccertöne.

«Certe söre de chiöve»

Certe söre de chiöve
dröte i lastre mbannéte
chiére vöte de möve
u faccertöne pâ stréte.

Marrò terra bruscéte
sfrengeliéte a quadrette
ferme, allonghe ’a pedéte
alla lóstre i sajette.

Chépa chïne ndé rette
allu cíle ca ndröne
sotte ’a chianghe l’aspette
applezzéte u uagnöne.

Certe sere di pioggia / dietro i vetri appannati / chiaro vedo muoversi / lo scialle per la strada. // Marrone terra bruciata / sfrangiato a quadretti / s’arresta, allunga il passo / alla luce dei lampi. // China la testa non dà retta / al cielo che tuona / sotto il balcone l’aspetta / infreddolito il bambino.

Filed under: FTagged with:

Faccefrònde

Faccefrònde avv. = Dirimpetto

Persona, o edificio o qlcs situato di fronte, a qlcu.

Mattöje jàvete faccefrònde a mamme = Matteo abita di fronte a (casa di) mamma mia. Dirimpetto.

Filed under: FTagged with:

Facce-tìnde

Facce-tìnde sopr. = Faccia-tinta.

Mio padre, fabbro e meccanico di macchine agricole, era simpaticamente chiamato così dai suoi allievi/operai.

Faccia tinta, annerita dal fumo del carbone della forgia o dallo sporco lasciato dalla mano nel detergersi il sudore, non avendo avuto il tempo di usare il fazzoletto perché impegnato da impellenza lavorativa.

Filed under: Soprannomi