Mùsce-mùsce escl. = Micio-micio!
Richiamo per far avvicinare i gatti, promettendo di dar loro qlco da mangiare.
La gattina e detta musciarèlle = micina
Richiamo per far avvicinare i gatti, promettendo di dar loro qlco da mangiare.
La gattina e detta musciarèlle = micina
Recipiente di metallo, legno o altro materiale duro, utilizzato per ridurre in frammenti, polvere o poltiglia sostanze varie con un pestello dello stesso materiale.
‘U murtéle e ‘u pesatüre = Il mortaio e il pestello
Era un motivo di orgoglio, per le nostre nonne, possedere oltre al consueto mortaio di legno, usato solo per sminuzzare il sale grosso (in sale fino non era stato ancora posto in commercio), ‘u murtéle d’abbrònze = il mortaio di bronzo, usato forse solo una volta all’anno per polverizzare la cannella o i chiodi di garofano nel preparare i dolcetti natalizi.
L’espressione locale, che alla lettera significa “morto e vivo”, non ha senso per quelli che non sono nativi di Manfredonia.
Per i parlanti locali significa: continuamente, senza soste, incessantemente. È pronunciato con tono di insofferenza o di rimprovero. Quindi la locuzione assume una valenza negativa.
In italiano si potrebbe tradurre “notte e giorno” perché esprime un lungo tempo, senza soluzione di continuità.
Ecchecca’, sté murte e vüve škafféte ‘mbàcce a ‘sta càzze de talevesiöne! Ascìnne, vatte fé ‘na caménete= E che diamine, stai continuamente a piazzato davanti a questo accidente di televisore! Esci, va a fari una passeggiata!
Jògge Giuànne nen ce sté. Me maravìgghje: codde sté quà mùrte e vüve a juché ai carte = Oggi Giovanni non c’è. Mi meraviglio: costui sta quà giorno e notte a giocare a carte.
Te ha da sté murte e vüve söpe i lìbbre se te vù laurié = Tu devi stare notte e giorno sui libri se ti vuoi laureare.
In tempi moderni il rimprovero delle mamme suonerebbe così: Ch’agghja fé? Mattöje stè murte e vüve söpe a “indernètte”, o accüme cazze ce chjéme jìsse… Che posso fare? Matteo è in continuazione su Internet, o come accidenti si chiama questa diavoleria.
Murtavjille s.m. = Bertavello
È detto anche: Bartevello, Bertovello, Bertuello, Tofo, Cogol, Maranese.
Si tratta di un tipo di rete da pesca da posta, a camere multiple cilindriche con i separatori a forma di cono, usato generalmente per la cattura delle anguille.Murì v.i. = Morire
Cessare di vivere, decedere, perire.
Qlcu usa il trisillabo mu-rì-je, forse per far durare un po’ di più la vita del moribondo. Sté pe murìje = Sta per morire, è in agonia.
Questo verbo non piace a nessuno, ecco perché al suo posto viene spesso usato un eufemismo, o una perifrasi, che varia a seconda del grado di simpatia ispirata dalla persona deceduta.
Faccio qualche esempio:
Speréje = Spirare
Stènne ‘i pjite = Stendere i piedi (tirare le cuoia)
Accucchjé i calecàgne = Unire i talloni (per posizionare il cadavere nella bara)
Scettéje lu sanghe = Buttare il sangue
Jerecìnne all’allelüje = Andarsene all’alleluja.
Jerecìnne all’àreve d’i chjùppe = Andarsene agli alberi dei pioppi o dei cipressi
Jerecìnne alla glorje d’i cardüne = Andarsene alla gloria dei cardi
Scerecìnne (caricaturale al posto di Jerecìnne) = Andarsene
Chiudì l’ucchje = Chiudere gli occhi
Crepéje = Crepare
Škattéje = Schiattare
Lassèrece = Lasciarci
Pàrte = Partire
Frecàrece = Fregarsi, annientarsi
Nen ce sté chió = Non esserci
Turnéje a Düje = Tornare a Dio
Jèsse chiaméte dau Padretèrne = Essere chiamati dal Padre Eterno
Avìje l’àtte de rechjéme = Ricevere l’Atto di richiamo (Documento indispensabile atteso con trepidazione dagli emigranti per ricongiungersi al nucleo familiare già sistemato in America)
Requiem æternam…..R.I.P.
Agire ‘alla mupègne’ (alla maniera del mupacchjöne), significa prendere inprovvise decisioni cervellotiche, senza ascoltare alcun consiglio, in maniera bizzarra e incontrollata.
Mupacchjöne agg. e s.m. = Cervellotico.
Deriva da müpe (femminile möpe), di grado un po’ meno grave.
L’aggettivo è riferito ad un soggetto dal carattere imprevedibile, un po’ squilibrato e inaffidabile, talvolta anche testardo, fissato, che non sente ragioni.
Uì, mò ho ‘mmurréte! = Eccolo, adesso non intende ragioni!
È il momento in cui un mupacchjöne “ammupisce“, ovvero si intestardisce e si impunta come un mulo che pianta gli zoccoli nel terreno, incrollabile nella sua cocciutaggine e caparbietà.
Luogo ove si conferisce l’immondizia, discarica.
Inteso anche figuratamente come luogo con il massimo disordine, o peggio, pieno di lerciume.
Jéte a rezzeljé ‘a stanze, ca assemègghje ‘nu munezzéle = Andate a riordinare la stanza, perché sembra un deposito di spazzatura.
Quanne ìi bagnande ce ne vanne, ‘a spiagge jì ‘nu munezzéle = Quando vanno via i bagnanti, la spiaggia (libera) è come un immondezzaio. Purtroppo è vero!
Munelècchje s.f. = Mènola (Spicara maena) è un pesce di mare della famiglia Centracanthidae.
Quando si pescava con il sistema della sciabica, si raccoglieva una gran quantità di pesci piccoli, di varie specie, considerati di scarso valore commerciale detti “‘i pìsce meškéte” = i pesci mischiati e si vendevano a piattecjille = “a piattini”, non a peso.
Le nostre nonne, che sapevano trasformare in gustose pietanze i pesci piccoli, ritenuti di scarso pregio, e anche gli avanzi più impensati, ci ricavavano una zuppa profumatissima per intingervi e ammorbidire i tozzi di pane avanzati e induriti da giorni.
Tra i vari pesci “mischiati” (sbarrungjille, vuparèlle, justenèlle, maccarüne, ecc.) vi erano le mitiche munelècchje.
Le chiamo mitiche perché oggi le vediamo molto di rado. I giovani di oggi non sanno nemmeno come sono fatte. Ci fidiamo delle sue doti eccezionali esaltate e tramandateci dai nostri nonni, che decantano con nostalgia la scomparsa ciambòtte de munelècchje.
Per risalire all’origine del nome, i pescatori, da me interpellati, dicono che si tratta di giovani mìnele o mìnje = menole (Spicara flexuosa o Spìcara Maena).
Va detto che questo pesce cambia i colori della sua livrea a seconda dell’età, del sesso, della stagione-
Questo toponimo identifica una delle quattro zone in cui idealmente si suddivideva la città di Manfredonia (oltre a Söpe-a-Trjüne, Före-a-Porte e Abbasce-a-mére).
Questo intero rione, città nella città, è sorto al di fuori di Porta Montanara, abbattuta negli anni ’20. Era ubicata nelle mura che chiudevano ad est la città, su Via Torre dell’Astrologo, nei pressi della Farmacia Giornetti.
Per la rapida espansione della città alla fine della prima Guerra Mondiale, e vertiginosamente nel secondo dopoguerra, questo è diventato il più popoloso quartiere di Manfredonia anche a causa della migrazione interna proveniente dai paesi garganici, da Monte Sant’Angelo in prevalenza.
Forse il suo nome può derivare proprio da questo: Monticchio = una piccola Monte S.A. (senza voler essere blasfemo: un po’ come Brooklyn, detta Little Italy = Piccola Italia a New York).