Mese: Maggio 2018

Cugghjenjé

Cugghjenjé v.t. = Canzonare, beffeggiare, dileggiare

Accettabile la versione cugghjunjé.

Prendere in giro, beffare, schernire, deridere, dileggiare qualcuno.

Deriva decisamente dal sostantivo familiare e volgare chegghjöne = coglione (testicolo) con significato di sciocco, stupido, ingenuo.

Siccome il verbo è chiaramente volgare, e il dialetto non si risparmia nel produrre termini triviali, talora si preferisce usare al suo posto il più sbrigativo sfòtte = sfottere.

Che, me sté cugghjunjànne? = Che fai, mi stai sfottendo?

Se esistesse in italiano, il verbo sarebbe “coglioneggiare”.

 

Filed under: CTagged with:

Cugghjarüje

Cugghjarüje s.f. = Inappagamento, incontentabilità.

Sensazione che attanaglia chi è sempre insoddisfatto di tutto; che ha sempre da lamentarsi di qualcosa; che non gli va mai bene nulla.

Credo che con linguaggio ultramoderno, voglia dire che costui è “palloso”, che fa aumentare il volume delle stesse….(da “palle” = testicoli = cógghje e da qui cugghjarüje)

Faccio un esempio:

Se una persona anziana chiede di essere continuamente coccolata e viziata e nonostante venisse sempre accudita con tutte le attenzioni possibili e immaginabili, chiede sempre maggiori accortezze, forse anche esagerate ed eccessive, allora quella persona tóne a cugghjarüje.

L’amico prof.Castriotta, ultrasettantenne, asserisce che suo padre pronunciava cugghjarüne . Registro questa versione. Credo che i termini resteranno in vita fintantoché vivranno gli ottuagenari di oggi.

Palloso è molto più snello, immediato ed efficace l’aggettivo, anche in dialetto: pallüse maschile e pallöse femminile.

Filed under: CTagged with:

Cuèrta mbuttüte 

Cuèrta mbuttüte s.f. = Trapunta.

Coperta imbottita di lana a doppia piazza, pesantissima, che le premurose sposine di una volte si preparavano manualmente per il loro corredo.

Ora la fanno solo industrialmente, imbottite con piume d’oca (quelle più pregiate) e le chiamano in simil-italiano trapónte o piumöne= trapunta o piumone. Leggerissime e caldissime.

Quelle più economiche sono di materiale sintetico, sia il tessuto, sia l’imbottitura. Anch’esse leggere e calde

 

Filed under: CTagged with:

Cué l´áneme

Cué l´áneme loc.id. = Opprimere

Alla lettera: covare l’anima. Posarsi a lungo, come la chioccia che si pone sulle uova fino alla schiusa.

Si può dire anche accué l´àneme. In napoletano accuvà, significa nascondere, ma principalmente coprire.

Madònne, ´stu càzze me sté ´ngùdda-ngudde, me sté a cué l´àneme! = Madonna, costui mi sta addosso, mi sta opprimendo, mi sta togliendo il respiro.

Per estensione anche aspettare pazientemente che i tempi maturino, che le cose cambino. Attendere a lungo, come è interminabile il tempo di una covata, ma alla fine nasce qualcosa, di buono o di cattivo.

Un po’ come cuccuascé.

Filed under: CTagged with:

Cuquìgghje 

Cuquìgghje s.f. = Calcinello, tellina, arsella

Nome derivato dal francese coquille (pronuncia simile a “cokiglie”) che significa conchigia..
Comunissima su tutti gli arenili d’Italia, la tellina o arsella  è un mollusco bivalve della famiglia Donacidæ (Donax trunculus). Vive nei fondali sabbiosi del Mediterraneo, Mar Nero, Oceano Atlantico.

L’esterno è biancastro e l’interno di un bel blu o violetto. Raggiunge una lunghezza massima di cm 3.

I gusci vuoti che troviamo sugli arenili presentano un forellino circolare e denotano che la tellina è stata vittima dei predatori (stelle di mare, polpi).

Ora viene raccolta (magari solo le valve vuote) per la curiosità dei bambini.
Le telline sono eduli, e se ne ricava un sughetto molto profumato, ma c’è poco da scialare….Non ci si può certo saziare!

Infatti, per la esiguità del “frutto” viene anche citato metaforicamente per mostrare una limitatezza di mezzi.

Ad es: Che so’ ca vé truanne da me, cuquìgghje? = Che cosa pretendi da me, conchiglie?   Come per dire non chiedermi quello che non posso darti. Sono in ristrettezza di mezzi.

Se qualcuno mostra di essere generoso offrendoci qualcosa di scarso pregio o valore, ottiene una lapidaria risposta che soppesa la sua rachitica prodigalità : “Cuquigghje” = Sì, quisquiglie (come direbbe Totò).

Una volta ricordo che le telline venivano raccolte (dai cuquigghjére o cucugghjére) e poste in vendita sull’uscio di casa a piatti, ricoperte di acqua marina per dar loro modo di spurgare eventuali granelli di sabbia.  Non che procurasse lauti guadagni, ma solo pochi spiccioli, comunque ben accetti.

Quando degli amici, giusto per passare il tempo, si riuniscono  e fanno discorsi vuoti, non impegnativi   (i ragazzi di adesso usano il verbo cazzeggiare)  auto-ironicamente definiscono l’incontro come l’adunéte d’i cuquigghjére = l’assemblea dei raccoglitori di conchiglie.
Cioè un insieme di chiacchiere vuote (come le conchiglie), senza profitto (come i venditori di telline) e senza utilità alcuna.

Filed under: CTagged with:

Cucìvele

Cucìvele agg. = Cottoio

Cottoio, è riferito a legumi di facile cottura. “Sti fasule so pròpete cucìvele!”

Si usa questo aggettivo per definire anche ai soggetti molto facili all’innammoramento.

Filed under: CTagged with:

Cucherózze

Cucherózze s.m. = Coccige

Osso triangolare con cui termina la colonna vertebrale.

In dialetto, simpaticamente, è chiamato anche l’usse d’u cüle = l’osso del culo.

Alcuni usano la versione cuderózze, quasi a voler richiamare una “coda” appena accennata della specie umana.

Filed under: CTagged with:

Cuché

Cuché v.rifl. = Coricarsi

Andare a letto per dormire.

Jèmece a cuché = Andiamo a coricarci

Il termine viene dal francese coucher

Si usa anche, con lo stesso significato còleche

Jéteve a còleche = Andatevi a coricare

Filed under: CTagged with:

Cuccuésce

Cuccuésce s.f. = Civetta

La Civetta (Athene noctua) è un uccello notturno, predatore, capo piuttosto grosso, becco adunco, grandi occhi frontali.

I superstiziosi sono certi che la sua presenza nei paraggi di una casa preannuncia la morte di un suo abitante.

Ho notato anche al cimitero qualche civetta scolpita su un paio di tombe ottocentesche. Forse era qualcosa di più di una superstizione.

Da piccolo ho assistito atterrito alla fine di una povero uccello, posatosi per sua sventura sul cancello di una masseria, sbrindellato da una fucilata del proprietario. I cani hanno fatto il resto.

Come aggettivo definisce una donna non di bell’aspetto.

In italiano invece, civetta designa una donna leggera, che ama farsi corteggiare attraendo ammiratori con atti per lo più leziosi e forzati. Questo rapace era adoperati dai cacciatori come richiamo per i passeracei, incantati irresistibilmente dal suo modo di muoversi e di ammiccare.

Filed under: CTagged with:

Cuccuascé

Cuccuascé v.t. = Funestare, malaugurare

Qualcuno ha detto in italiano gufare, usando il gufo al posto della civetta (cuccuésce).

La locuzione italiana ‘remare contro’ non rende a sufficienza la sordidità dell’atto di cuccuascé.

Quanno vogghje fé ‘na cöse jüje tutte quande me cuccuascèjene = Quando voglio fare una cosa io, tutti mi stanno a predirmi sventure.

Filed under: CTagged with: