Mese: Maggio 2018

Stagnöre

Stagnöre s.f. = Secchio di latta

Recipiente di riciclo, ottenuto da grossi contenitori di latta che racchiudevano in origine prodotti alimentari o usati per tinteggiare.

Ad esempio quelli quadrangolari che contenevano 5 kg di olive in salamoia, o quelli da 25 litri di olio o quelli da 30 litri di tintura murale. Opportunamente adattati, servivano per mettere i fichidindia in bagno per facilitare la caduta delle spinelle, o per raccogliere i pomodori dal campo, ecc….

Anche questo termine deriva da stagno, sinonimo dialettale di latta, e stagnino.

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Stagnizze

Stagnizze agg. = Sodo, massiccio, consistente.

È un aggettivo del gergo marinaresco, e vuole evidenziare specificamente le carni sode e massicce di certi pesci, come ad esempio quelle del tonno. ‘U tónne töne i carne bèlle e stagnìzze = Il tonno ha le carni belle e sode.

Per estensione si attribuisce a persone robuste, avvezzi alle fatiche fisiche, instancabili. Insomma nel significato di possente, prestante, aitante, vigoroso.

Ringrazio i lettori Aronne Del Vecchio per l’imbeccata e Luigi Rubino per la definizione corretta.

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Stagnére

Stagnére s.m. = Lattoniere

Che fabbrica o ripara oggetti di latta d’uso comune; stagnaio, stagnino.

Ricorre il sostantivo ‘stagno’ perché il lattoniere se ne serviva per fare le saldature o per rivestire internamente le pentole di rame o le posate di ferro.

Ora i lattonieri nel senso dell’artigiano che costruiva oliere, brocche, coperchi ed altro con fogli di latta, a Manfredonia non esistono più. L’unico stagnére superstite si occupa solo di sigillare le bare di zinco, al cimitero, prima della tumulazione delle salme.

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Stagné

Stagné v.t.v.intr. = Stagnare

1) Stagné v.t. = interrompere il flusso del sangue che esce da una ferita, fermare l’emorragia con mezzi chirurgici o chimici. Talvolta cessa spontaneamente.

Enjinde quanta sànghe ca m’assöve dau nése! C’jì vulüte tjimbe per stagnàrle = Ho avuto una copiosa epistassi. C’è voluto tempo per fermarla (emostasi).

2) Stagné v.t. = Rivestire o saldare con uno strato di stagno per evitare che le pentole di rame rilasciassero particelle nocive nella cottura dei cibi.

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Staggiöne de l’arje

Staggiöne de l’arje loc.id. = Epoca della trebbiatura

Alla lettera: stagione dell’aia = stagione estiva, dal punto di vista dell’agricoltura.

Si dice ‘u staggiöne,al maschile, per indicare il tempo della mietitura. Infatti detto al femminile ‘a staggiöne significa ‘estate’.

Auànne véche a fé ‘u staggiöne de l’arje a Vresendüne = Quast’anno vado a fare la trabbiatura a Bersentino.

Costui può essere un bracciante agricolo, un motorista, un operaio addetto al trasporto delle biche, ecc. Una volta la trebbia era fissa sull’aia, e qui si eseguiva la trebbiatura del frumento.

Il personale veniva assunto in anticipo dal proprietario del fondo, in modo da avere la mano d’opera certa al momento giusto, dopo il completamento della mietitura.

Al giorno d’oggi, con le mietitrebbie semoventi, basta un solo operaio.

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Staggiöne

Staggiöne s.m. e s.f. = Stagione

1) Staggiöne s.m. = Tempo della mietitura.

Proprio se si vuole specificare, parlando ai non addetti ai lavori agricoli, si dice ‘u staggiöne de l’arje, al maschile;

2) Staggiöne s.f. = Stagione estiva. La bella stagione.

I ragazzi moderni dicono con un termine italianeggiante “l’estéte”…puah!
Ma jì tànda bèlle a düce ‘a staggiöne!

‘Sta staggiöne me ne véche a Sammarchìcchje, au frìške! = Quest’estate me ne andrò a Borgo Celano, al fresco!

Me pére mill’anne ca vöne ‘a staggiöne = Non vedo l’ora che venga l’estate

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Stagghjéte

Stagghjéte agg. = Non tagliente

Oggetti che non tagliano più tanto bene,e che occorre affidarli all’arrotino (mulafùrce) per il ripristino dell’affilatura

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Stàgghje

Stàgghje s.m. = Cottimo; Scorciatoia;

1) Nella locuzione “a stàgghje” = a cottimo.  Deriva dal latino estalium  Cottimo, lavoro a corpo e non a misura.

“Uagnü, jògge amma fé a stàgghje! = Oggi facciamo a cottimo. Cioè, oggi c’è questo lavoro da terminare: quanto più presto lo ultimiamo, più presto saremo liberi.

2) Nella locuzione “pe’ stàgghje” scorciatoia “Mò ce menéme pe’ stàgghje….” = ora ci lanciamo per la scorciatoia.

Esiste il verbo transitivo “stagghjé” v.t. = Far perdere il taglio ad un attrezzo tagliente usandolo impropriamente.

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Squìcce

Squìcce s.f., s.m.= Goccia, schizzo, rinzaffo.

Minuscola quantità di liquidi vari. Le gocce ad uso terapeutico si chiamano come in italiano.

Credo che derivi da schizzo, nel senso di spruzzo, spruzzata, macchia, chiazza, e quindi dal verbo squiccié = schizzare.

Ad esempio la pioggia, battendo contro un vetro, lascia attaccate tante squìcce= goccioline sulla sua superficie.

‘U lastre sté chjüne de squìcce/sté squicciéte = Il vetro è pieno di goccioline/è schizzato.

È più chiaro l’esempio di un’automobile che passa sopra una pozzanghera e si riempie di squìcce = schizzi di fango, in italiano specificamente diconsi zàcchere (sté squicciéte = è inzaccherata)

Altro esempio: nel tinteggiare una parete, inevitabilmente cadono sul pavimento delle squicce di pittura.

Un ulteriore esempio di squìcce: le goccioline che, dopo l’uso, restano attaccate sulle pareti del box doccia.

Non voglio essere truculento portando ad esempio gli schizzi di sangue…

Invece mi piace presentare l’immagine delle goccioline di caffè che si spandono sulla superficie della cucina quando si alza il coperchio della moka per vedere se la bevanda è completamente uscita. Ogni volta che lo faccio io, mia moglie dice che devo farmi i fatti miei!

Che ci posso fare? Non è vero che la curiosità è femmina!

Mi è venuto a mente proprio ora che lo stesso termine, volto al maschile, ha un altro significato.

Difatti ‘u squìcce è il rinzaffo e/o l’arriccio, un termine prettamente tecnico usato in edilizia.

Mené ‘u squìcce indica un’operazione del muratore che prepara una parete liscia ad accogliere l’intonaco per favorire l’adesione della malta in verticale. È una miscela di cemento e sabbione piuttosto plastica, che con la cazzuola viene con forza sbattuta alla parete da intonacare. Insomma una prima mano che, una volta rappresa dopo qualche ora, rende il muro rugoso, un vero e proprio scheletro sul quale la seconda mano di malta trova appiglio più facilmente e migliora la sua durata.

I muratori, se non ho ricordato bene il termine tecnico, sono pregati di correggermi.

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Squagghjé

Squagghjé v.t. = Fondere, sciogliere

Far passare dallo stato solido a quello liquido.

Usato per descrivere la fusione del piombo, del burro, della neve, del ghiaccio ecc.

Il contrario di quagghjé da cui deriva, ossia cagliare, far coagulare il latte per ricavarne formaggio, latticini in genere.

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