Autore: tonino

Chjuì a cjile apjirte

Chjuì a cjile apjirte loc.id. = Piovere a scroscio

Alla lettera: piovere a cielo aperto.

In italiano a ‘cielo aperto’ possono essere, le miniere, le cave, o anche certe manifestazioni sportive, religiose, all’aperto, au plein air, come dicono i Francesi.

In italiano per la pioggia abbondante non esiste una locuzione così costruita. Si dice:

-piovere a catinelle
-piovere a iosa
-piovere a profusione
-diluviare
-scrosciare
ecc.

C’jì mìsse a chjöve a cjile apjirte, ‘nzapüme quànne la völe fenèsce = Si è messo a diluviare, non sappiamo quando la smette.

Nell’ambiente marinaresco qlcu dice anche chjöve a zeffónne = piovere abbondantemente, da farci rischiare di affondare.

Anche in napoletano si dice chiòvere a zeffùnno.

Nei paesi di lingua inglese curiosamente si dice: to rain cats and dogs = piovere gatti e cani.

Chissà che ne pensa l’Associazione per la Protezione degli Animali!!!

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Chjuàzze 

Chjuàzze s.f. = Acquazzone, piovasco

Copioso rovescio di pioggia improvviso ma di breve durata. Talvolta accompagnato da vento.

Ammessa anche la versione chjuvazze, chiaramente riferita al verbo chjöve = piovere

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Chjöve 

Chjöve v.i. = Piovere

Verbo impersonale, difettivo. Esiste anche all’infinito.la voce antica chjuì 

Si usa solo alla 3a persona sing.

Chiove = piove (adesso)
sté chjuènne = sta piovendo
ce vöne a chjöve = sta per piovere
uà chjöve = deve piovere = pioverà
chjuarrà = pioverà
avrüja chjöve = dovrebbe piovere, ci vorrebbe la pioggia, ci auguriamo che piova.
ammachére chjuèsse= magari piovesse
avèssa chjöve = potrebbe piovere, premunitevi, non uscite senza ombrelli.
ò chjùvete = è piovuto.

Il participio passato dei tempi composti, piovuto, è chjùvete accentando la ù. I ragazzi di oggi dicono chjuvüte, facendo sentire appena appena la v, come se pronunciassero chjuwüte.

Così come dicono ‘na bevüte de vüne = una bevuta di vino. Sarebbe più corretto dire ‘na vèvete de vüne

A proposito di ‘piove’, mi ricordo una specie di filastrocca: Chjöva-chjöve….

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Chjórme

Chjórme s.f. = Ciurma, equipaggio, gruppo.

Gruppo di uomini addetto ad una specifica incombenza, come ad es. mantenere il governo della barca, o svuotare a spalla un carico di merce dalla stiva di un natante, ecc. Precisamente sono uomini sottoposti al comando di un capo-ciurma (traducibile in dialetto con chépe-chjórme).

In genere è usato in senso spregiativo.

Per estensione si intende un gruppo di persone piuttosto numeroso e compatto, magari un po’ prepotente o chiassoso. Qualcuno identifica anche un gruppo di specifico di preti che segue la processione, o è intento a celebrare un interminabile Pontificale, come dire cungröje = congregazione.

Quelli che si associano su facebook fanno parte di una chjórme?

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Chjómme 

Chjómme s.m. = Piombo

È un metallo tenero, pesante, malleabile. Di colore bianco azzurrognolo appena tagliato, esposto all’aria si colora di grigio scuro e rimane inalterato per sempre, perché l’ossidatura esterna protegge gli strati interni.

Usato nella marineria per zavorrare le reti da pesca.

Altri usi: munizioni per armi da fuoco, batterie di accumulatori, in lega con altri metalli, ecc.

Per antonomasia si dice: pesànde accüme ‘nu chjómme = pesante come un piombo.

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Chjìtre

Chjìtre s.m. = Ghiaccio

In effetti il sostantivo indica il ghiaccio.

Ma non quello che, triturato, usano i pescivendoli per tenere al fresco il pesce sulle bancarelle, né quello a blocchi usato un tempo dai venditori di (clicca→)  gratta-marianne.

Specificamente si riferisce al ghiaccio che si forma nelle pozzanghere nelle (rare) notti invernali particolarmente rigide. “C’jì fatte ‘u chjìtre stanotte, guarde che frìdde ca c’jì stéte!” = Si è formato il ghiaccio questa notte, figurati che freddo che c’è stato!
Ho sentito la voce verbale chjatréte = raggelato, ghiacciato.

Ho letto da qualche parte che termine deriva dal greco antico kletron = gelo.

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Chjìrecöne 

Chjìrecöne s.m.= Grossa chierica, o grossa scorreggia, o scorreggione.

Leggete il significato di chjìreche da cui questa voce deriva.

Difatti il termine chjìrecöne può definire sia una grossa chierica, sia una grossa scoreggia, e sia anche colui che non possiede alcun senso del pudore, perché libera ovunque, spesso, e rumorosamente i suoi mefitici gas intestinali. Un tipo decisamente scorreggione.

Si definisce così anche una persona presente casualmente in un gruppo, incapace di avanzare in alcun modo idee o iniziative. Inutile, insignificante. Difatti che c’è di buono in un pestilenziale peto?

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Chjìreche

Chjìreche s.m. e s.f. = Peto, chierica

Secondo il genere, maschile o femminile, il sostantivo cambia di significato.

1) ‘a chjìreche s.f. = chierica; rasatura circolare della sommità del capo portata obbligatoriamente da alcuni religiosi e, per estensione, zona calva sulla sommità del capo;

2) ‘u chjìreche s.m. = Peto, scorreggia, gas intestinale emesso rumorosamente.

Vi rimando a chjirecóne (←clicca)

Digitate nel rettangolino bianco la parola “scorreggia” e cliccate su “cerca”. Vi delizierete con tre paginette dedicate a questo argomento di carattere olfattivo…..

Volutamente qui non aggiungo alcun commento per evitare facili sconvenienze, perché io sono una personcina educata.  😉

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Chjèppe

Chjèppe s.f. = bazza, cheppia alosa

1) Chjèppe = Alosa  (Alosa fallax o Alosa alosa, o Clupea alosa) Pesce marino dal ventre argenteo e dal dorso azzurro-verde, commestibile, presente nel Mediterraneo. Vive in banchi nelle acque costiere, si adatta anche alle acque salmastre o dolci.
Risale i corsi d’acqua nel periodo della riproduzione, dove è oggetto di pesca sportiva.
Pesce di lunga vita: può raggiungere anche i 25 anni (da Wikipedia).

Le sue carni generalmente non sono apprezzate perché molto spinose. Ma noi Manfredoniani troviamo il modo di renderle accettabili grazie alle nostre brave massaie che le preparano degnamente.

2) Chjèppe = Bazza. Mento molto prominente, allungato e sporgente. Esiste anche il soprannome Chjèppe, attribuito evidentemente a qualcuno dal mento protuberante.

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Chjàveche 

Chjàveche s.inv. e agg. = Chiavica

Il sostantivo femminile chjàveche indica la rete fognaria in genere e in particolare quella feritoia alla base del cordolo dei marciapiedi, una cateratta, per far defluire le acque piovane (o le cacche dei cani) direttamente nella fogna. Nelle giornate calde erano maleodoranti, per queste le hanno bonificate eliminandole.

In napoletano si chiamano “saettelle”: nei film i malviventi inseguiti in città vi buttavano la pistola per mostrare di essere “puliti” alla perquisizione della polizia.

Per estens.: Chiaveche s.inv. Persona brutta o spregevole (paragonata a una puzza insopportabile).
‘Nu chjàveche fetènde me stöve arrubbànne ‘a màchene = Un farabutto puzzone tentava di rubarmi l’automobile.

Quando qualcuno è stanco, spossato, dolorante dice: me sènde ‘na chjàveche = mi sento un cesso.

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