Categoria: A

Affaréte

Affaréte agg. = indaffarato, affaccendato

L’aggettivo deriva direttamente dal francese affairé, ed è usato in gran parte della Daunia.
L’italiano “indaffarato” rende meglio l’idea della persona che ha sempre poco tempo da dedicare agli altri.
Fa tutto di fretta e sembra che le sue attenzioni siano rivolte ad eventi molto più importanti dello scambiare due chiacchiere con gli amici.

Si ritiene unico titolare del ruolo di salvatore del mondo, perché senza di lui tutto andrebbe in malora.

Viene un po’ deriso dai conoscenti che lo individuano senza nemmeno nominarlo:
Sté affaréte ‘na persöne! = Qualcuno è oltremodo affaccendato…



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Affrangàrece

Affrangàrece v.i. = Esimersi, liberarsi.

Esimersi da un rischio, da un pericolo o da una responsabilità.
Esentarsi da un obbligo rinunciare ad una carica, svincolarsi da un impegno, scampare ad un pericolo, sfuggire ad una minaccia.

Il verbo deriva da franghe = franco, nel senso di libero.

Jogge jì male-tjimpe e me stéche a chése, acchessì me l’affranghe di assì p’a varche = oggi fa cattivo tempo e restoa casa, così mi scanso di uscire (in mare) con la barca.
Trùve ‘na scüse acchessì te l’affranghe = Trova una scusa così ti liberi (da quell’impegno non importante).
Usato anche in modo canzonatorio, come antifrasi: Nen ce vù venì alla feste? Te l’affranghe! = Non vuoi venire alla festa, peggio per te!



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Affurteché

Affurteché v.t. = rimboccare (le maniche)

Rimboccare le maniche della camicia, o di un altro indumento che copre le braccia, prima di iniziare un lavoro manuale impegnativo, per evitare di bagnarle o di insozzarle.

Questo verbo è molto diffuso nella Daunia e in Terra di Bari.

Il caro Prof. Michele Ciliberti (che di cuore ringrazio pubblicamente) mi ha fornito una dotta etimologia del verbo affurteché:
«Deriva dal verbo latino adfulcio con l’assimilazione della d alla f, il cui significato base è “puntellare”, “fermare”. Nel tardo latino il verbo è diventato affulticare col significato di “arrotolare”

Essendo un verbo transitivo può riferire un’azione diretta: affurtechè i màneche au uagnöne = rimboccare le maniche al (grembiule del) bambino.

È spesso usato nella forma riflessiva: affurtecàrece ‘i màneche = rimboccarsi le maniche.

I pescatori anziani di Manfredonia ce affurtecàvene anche i mutandoni fino alla coscia per non bagnarli quando entravano in acqua per alare a riva la sciabica o per portare in secca una barca.

Viene usata anche in senso figurato quale esortazione ad impegnarsi collettivamente per affrontare una situazione impegnativa:
Meh, uagnü, affurtecàmece i màneche e dàmece da fé! = Allora, ragazzi, rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare!

Nei film comici l’azione di tirarsi su le maniche precedeva sempre un tafferuglio, come se le sberle scambiate a braccio nudo fossero più spettacolari ai fini della ripresa cinematografica.

(immagine tratta dal web)

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Aggemendé

Aggemendé v.t. = molestare, importunare

Corrette anche le altre versioni gemendéje, ggemendé,  aggementé e aggemendéje

Un verbo niente affatto simpatico,  perché infastidire, importunare, tormentare qlcn può sfociare nel reato di “bullismo” o, peggio, di mobbing (molestie e minacce) purtroppo diffusisi in questi anni.

Nen gemendànne ‘u chéne, ca dorme, ca códde te mòzzeche = Non molestare il cane che dorme, perché quello ti morsica!

Maèstra, Giuànne m’aggeménde! = Maestra, Giovanni mi disturba.

Ne stanne a ggemendé i crestiéne! = Non infastidire (continuamente) le persone!

In questo caso anche “le persone” è un modo generalizzato per indicare se stesso, come vittima paziente  del rompiscatole.

Non riuscivo a trovare l’etimologia di questo termine. Una cosa è certa: gemendé non deriva dal sostantivo cemento!

Ecco che arriva la risposta del prof. Michele Ciliberti al quale rivolgo il mio vivo ringraziamento:
«Deriva dal latino “cimentare” col significato di provocare, sfidare. Oppure da “gemere” transitivo, cioè “far piangere qualcuno”, quindi, infastidire.»

Sulla variante aggementé derivata dalla locuzione latina ad+cimentare, la prof. Carmela Ognissanti conferma il significato, cioè quello di «attribuire considerazioni, riflessioni proprie negative ad un’altra persona.»  Grazie.

Insomma l’aggemendatöre è un autentico rispiscatole.

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Agguattàrece

Agguattàrece v.i. = acquattarsi

La nostra magnifica lingua italiana ci propone molti sinonimi, che rendono tutti bene l’idea di quello che intendiamo dire col nostro dialetto: nascondersi, rintanarsi, accovacciarsi, rannicchiarsi, aggomitolarsi, 
accucciarsi, rincantucciarsi (verbi tratti dal vocabolario “Sinonimi e Contrari”)

Insomma il verbo agguattàrece descrive l’operazione di posizionarsi per bene sotto le coltri allo scopo di proteggersi dal freddo, specie se si è raffreddati.
Statte agguattéte ca fé frìdde = Resta ben rannicchiato sotto le coperte perché fa freddo. Ossia: resta acquattato, non scoprirti.

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Alla bórje 

Alla bórje loc.id. = Per finta

Sarebbe come dire: per burla, per scherzo, per gioco, come presa in giro.

Traduzione letterale: alla [maniera di una] burla.

Tipico nella frase: Ma, veramènde? No, alla bórje =  Ma per davvero? No,  per scherzo.

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Allanghéte

Allanghéte agg. = Assetato, affamato

Allanghéte probabilmente nato sulla falsariga dell’antico verbo italiano “aggangare” = seccare o sentire arsura, aver grandissima sete.

Per estensione si usa allanghéte per definire l’atteggiamento di persona in severa astinenza (di acqua, cibo, sesso, tabacco, ecc.), cioè che sente un fortissimo desiderio di soddisfare un bisogno.

Il già citato vocabolario cerignolano fa derivare il termine dal latino anancatum.

Accüme sté allanghéte, ne l’avaste manghe ‘nu sìcchje d’acque = Da come è assetato, non gli basterebbe nemmeno una secchiata d’acqua.

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Allicsbrótte

Allicsbrótte loc.avv. = Improvvisamente

Si può scrivere all’ix brótte. Taluni pronunciano all’ex abbrótte.

Nel corso dei secoli si è tramandata chissà come nel nostro dialetto, magari quello parlato dalle persone più anziane.

La locuzione latina ex abrupto, tradotta letteralmente, significa improvvisamente.
È l’inizio della prima dele orazioni Catilinarie di Cicerone.

Ovviamente nel dialetto ha subìto corruzioni nel corso dei secoli. Usata in contesti diversi anche al giorno d’oggi, mette in rilievo nettamente il carattere improvviso e inaspettato di un atteggiamento o dell0evolversi di una situazione.

Ritengo tuttavia che sia un termine diventato un po’ gergale. Forse è usato in ambienti marinareschi, o comunque ristretti.

L’ho sentita recentemente in un racconto curioso. Si trattava di un volo di ritorno dal santuario di Fatima. Durante una fase di turbolenza, con evidente tremarella del gruppo di pellegrini, si alza all’ex abrupto il sacerdote e impartisce ai passegeri la benedizione con l’intento di tranquillizzare i fifoni. Non trascrivo le invettive contro il povero prete!

La pronuncia di all’icsbrótte è un po’ incespicosa….

Io personalmente trovo più diffuso e più fantasioso il termine secherdüne o la locuzione tùtte ‘na vòlte = tutto d’un tratto.

Sapete che gli Inglesi, oltre al diffuso suddenly usano anche abruptly di chiara origine latina?

Grazie al lettore Salvatore Rinaldi per il prezioso suggerimento.

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Allònga-süje!

Allonga-süje int. = Lontano sia! Salvognuno.

 

Corretta anche la versione longasüje.

Interiezione colloquiale, per manifestare all’interlocutore che l’evento negativo che si sta per descrivere, debba restare lontano da chi parla e da chi ascolta.

Sentite che bella definizione ho trovato in rete: “formula di scongiuro, con valore deprecativo, per esprimere timore, preoccupazione”

Quindi allònga corrisponde a lungi, lontano, distante nello spazio o nel tempo.

Altri allargano il concetto con allonghe da ‘gnüne = lungi da ognuno, salvognuno.

Scherzosamente si usa quando si parla del carattere burbero di qualcuno.

Se lu vöne a sapì pàtete, allonga süje! = Se, lontano sia, lo venisse a sapere tuo padre! (…sai che scenate farebbe!).

Nòneme, allonga süje, enjinde quand’jì = Mia nonna, salvognuno, (non si può descrivere) quant’è (severa)

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Allongasüje

Allongasüje esclam. = lontano sia!

Va bene anche scritto a llonga süje!, ovviamente, trattandosi di esclamazione, seguita dal punto esclamativo.

Augurarsi che NON accada ciò che si è appena annunciato.
Hanne scavéte ‘a fundazziöne. Mò allonga süje ce mettèsse a chjöve! = Abbiamo scavato la fondazione. Adesso non sia mai si mettesse a piovere!

Insomma l’esclamazione vuole scongiurare qualsiasi contrarietà.

In molti casi si può usare semplicemente ‘nziamé = non sia mai, mai sia.

Nei casi in cui si voglia sottintendere qualità e rettitudine, in opposizione a nefandezze, basta solo accennare allongasüje.

A bbunàneme de pàteme: códde allonga süje!… = Il defunto mio padre: quello nella sua severità, non permetteva a noi figli la minima scortesia o arroganza. Lungi da lui qualsiasi cenno di volgarità o di scorrettezza; era sempre irreprensibile, impeccabile e integerrimo.

Potenza di sintesi del nostro dialetto! Quanti concetti esprime solo un’esclamazione come allongasüje!

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