Mbósse

‘Mbósse agg. = Bagnato, intriso

Al maschile si pronuncia ‘mbósse con la “o” stretta, mentre al femminile ‘mbòsse, con la “o” aperta.

Intriso o anche solo inumidito dall’acqua o da altro liquido..

Leggendo qua e là, ho scoperto che ‘il verbo ‘mbonne,  deriva dal greco  ambokno = bagnare, inzuppare, intingere in un liquido

Livetìlle quedda magliètte, ca sté ‘mbòsse = Lèvatela quella maglietta ché è bagnata.

Ora si tende a dire bagnéte o abbagnéte…Io però non sono molto d’accordo.

Anticamente, definendo qualche ragazza come pèzza ‘mbòsse le si attribuiva scarsa energia fisica o decisionale. Insomma una moscia-mòsce, lenta nell’agire o nel decidere per timidezza, incapacità o imbarazzo. Una forma ormai desueta, soppiantata dall’ormai diffuso aggettivo ‘mbranéte.

Si usa anche la perifrasi sentìrece accüme ‘na pèzza ‘mbosse ossia sentirsi sfiniti, spossati, fiacchi, simile all’espressione italiana “sentirsi uno straccio”.
Il buon De André fa dire a Cafiero Pasquale:  “al centesimo catenaccio, alla sera mi sento uno straccio”.  A nostro modo di dire, essendo bagnato, lo straccio è più pesante, e quindi per sollevarsi occorre aggiungere ulteriore fatica.

Mi piace riportare quanto pubblicato dal lettore abruzzese Pierluigi Di Prinzio sul sito “Gruppo Linguistico Meridionale Intermedio”:

«….Infatti la parola ’mbusse per noi significa semplicemente «bagnato», «intriso», perché abbiamo dimenticato il suo significato originario che riporta, prima di tutto il resto, «infuso».

Certamente. Perché stiamo parlando del participio passato del verbo ’mbunne, «bagnare», ma all’origine, più appropriatamente, «infondere».

Un tempo, in vaste aree del Meridione d’Italia, esistevano forme verbali simili a ’nfunne (infondere ma con il significato secondario di “bagnare”) da cui il participio passato ’nfusse. Poi, dalle nostre parti, la coppia fonetica “nf” ha subito la trasformazione in “mb”, come in cumbette, ’mberne e ’mbirmire, che nel caso di ’nfunne ha portato a ’mbusse, forma difficoltosamente riconducibile a “infondere”.

Nella parlata napoletana questa trasformazione non è avvenuta e allora persistono forme più identificabili che anche noi siamo abituati ad ascoltare come, ad esempio, nel titolo del brano «Strada ‘nfosa» di Domenico Modugno e in un verso di “Quanno chiove” di Pino Daniele (l’acqua te ‘nfonne e va). Passando per Napoli riusciamo, quindi, a trovare la strada di casa.»

Anche da noi, che non siamo Lombardo-Veneti,  il gruppo di consonanti nf diventa quasi sempre mb, a cominciare da Mambredònje e Mambredunjéne. 

Filed under: MTagged with:

Mbòrme

Mbòrme avv. = Similmente, conformemente, in maniera confacente

Mbòrme accüme düce tó, jüje me n’avèsse jì ?= Secondo te (conformemente a come dici tu), io dovrei andar via?

Può essere anche voce verbale arcaica di mbùrmàrece = informarsi ( mò me ‘mbòrme = ora m’informo). O semplicemente stéche mbòrme = sono in forma.

Sapete che “nf” diventa sempre “mb”, almeno nella parlata più tradizionale: Mambredònje, Sambrangìsche, mbrònde, Samberdenànde ecc. = Manfredonia, San Francesco, in fronte, San Ferdinando, ecc.

Attenzione: il significato di questo termine è stato un po’ controverso dai miei abituali informatori. Chiedo soccorso ai lettori e a chiunque possa dare una definizione verosimile di ‘mbòrme e possibilmente della sua origine lessicale.
Nel qual caso cambio tutto l’articolo.

Grazie!

Filed under: MTagged with:

Mbettüse

Mbettüse agg. e s.m. = Scontroso

Al femminile fa ‘mbettöse.

Chi (sostantivo) o che (aggettivo) è scorbutico, lunatico, permaloso, superbo.

Insomma un caratteraccio, con la puzza sotto al naso.

Presumo che ‘mbettüse derivi da “petto”, per la sua aria superba e presuntuosa e sprezzante che lo fa impettire

Filed under: MTagged with:

Mbelicciatüre

Mbelicciatüre s.f. = Impiallacciatura

Tecnica usata in ebanisteria e in falegnameria con cui un legno di scarso pregio viene rivestito con sottili fogli di legno pregiato. L’incollaggio avveniva usando colla di pesce sciolta a bagno maria. I fogli pressati e fatti sciugare. Successivamente venivano lucidati a mano mediante stracci olio, alcol metilico e…forza di gomito.

I legni di laminato plastico incollati con il bostik sono arrivati negli anni ’60, ma non hanno nulla a che vedere con una bella mbelecciatüre di legno di noce, che regge ancora dopo 50 anni.

Filed under: MTagged with:

Mbelezzé

Mbelezzé v.t. = Infilzare

Infilzare, arpionare, conficcare, ecc.

Insomma un’azione che si compie servendosi di un oggetto acuminato, dall’ago al forcone, dal coltello al palo appuntito (come quello usato da Ulisse per accecare Polifemo).

Nota fonetica: il solito nf che diventa mb: è una regola senza eccezioni. (es.classico: Mambredònje = Manfredonia

Filed under: MTagged with:

Mbavedé

Mbavedé v.t. = Intimorire, terrorizzare

Va bene anche mbavedì. Si usava fino agli anni ’60. Lo adoperano ora solo le persone anziane, da cui l’ho appena appreso.

Ha un’origine, se vogliamo, abbastanza dotta, derivando da “pavido” = timoroso, pieno di paure..

Come per dire rendere pavido, timoroso, pauroso, ovviamente con minacce o soprusi.

Al participio passato fa ‘mbavedüte = terrorizzato, impaurito. Ha valore anche di aggettivo.

Con linguaggio burlesco si dice ‘ngacazzéje

Filed under: MTagged with:

Mbasturé

Mbasturé v.t. = Impastoiare

Tecnicamente significa mettere la pastoia a cavalli, buoi e agli animali da pascolo in genere per evitare che si allontanino troppo dall’area loro assegnata.

Grazie a Sator per il simpatico suggerimento!

Invito gli altri lettori a scrivermi direttamente per propormi vocaboli nuovi (dopo aver consultato il sito per vedere se per caso è già stato pubblicato): tonino1939@libero.it

Filed under: MTagged with:

Mbassande

Mbassande s.f. = Tutte le fasce.

Il termine collettivo indica l’insieme di tutto l’occorrente per fasciare il neonato:
Fassatüre, culöre, fasse, pungèlle e cacciamanjille.

Filed under: MTagged with:

Mbaré

Mbaré v.t. = insegnare; apprendere

Il dialetto non fa distinzione tra i due verbi e usa sembre “imparare” anche per “insegnare”.

Questo stato di ambiguità si denota subito in quelli che non parlano bene l’italiano.

1) Insegnare un mestiere, l’educazione, a guidare. Io insegno a te.
2) Imparare un mestiere, ecc.. Io imparo da te. Io apprendo dalla vita.

In dialetto esiste comunque anche il verbo ‘nzegné = insegnare.

Mbaràteve ‘nu mestjire! = Imparate un mestiere!

Tó mò, te ne vjine friške friške e me vù ‘mbaré a mè accüme ce zàppe! = Tu adesso te ne vieni fresco fresco e vuoi insegnare a me come si zappa!

Filed under: MTagged with: