Ferneché v.i. = Formulare pensieri ossessivi, crearsi in mente delle fissazioni.
Ammessa anche la variante fernechjé.
Non è una cosa patologica, come vaneggiare o farneticare, cioè dire cose senza senso.
Alcune persone sanno orientarsi solo e sempre verso il pessimismo. Esse da un nonnulla riescono fernecànne = fissandosi, a costruirsi un castello di possibili conseguenze disastrose.
Se queste persone vivono da sole poi, il loro fernecamjinde arriva a spingerle a telefonare nel cuore della notte ai propri cari lontani solo perché magari hanno fatto un brutto sogno che li riguardava. Nel loro modo di vedere le cose il sogno si ingigantisce a dismisura.
Purtatìlle a màmete se no quèdde sté sèmpe a ferneché = Portatela via con te tua madre [per farla stare in compagnia], altrimenti costei pensa sempre ad una cosa [e finisce per impazzire]. Evidentemente la povera signora è appena diventata vedova, e l’invito da un altro parente è rivolto al figlio venuto da lontano per l’occasione.

Ortaggio commestibile di forma più o meno tondeggiante, colore bianco verdastro e sapore fortemente aromatico: finocchi al burro, gratinati, in pinzimonio.
Indimenticabile il ‘nostro’ Delfino Filippo, che dal 1998 scelse di vivere nelle acque del nostro Golfo… Impossibile dissociare questo nome dal delfino ‘manfredoniano’. (Foto Giovanni Simone).