Quèsta

Quèsta agg. = Questa

Aggettivo dimostrativo solo al femminile, è sempre seguito dal sostantivo che modifica, indica persona o cosa vicina nello spazio o nel tempo a chi parla.

Quèsta giòvene me piéce veramende! = Questa ragazza mi piace davvero.

Si contrae spesso in ‘sta‘sta pàcce = questa matta!

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Quèdda

Quèdda agg = Quella

Aggettivo dimostrativo solo femminile sempre seguito dal sostantivo che modifica, indica persona o cosa lontana nello spazio o nel tempo da chi parla e da chi ascolta.

Purtroppo Quèdda si è italianizzata quasi del tutto in Quella, come tutti i termini terminanti in -dde, perché ritenuti rozzi.

Diccìlle a quèdda berafàtte ca jüje la spüle tutta quande! = Diglielo pure a quella bellezza, che io la depilo totalmente con un assalto alla sua capigliatura! (esempio di minaccia di una donna gelosa verso la sua rivale)

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Quatte vócchele

Quatte vócchele top. = Quattro boccali (*)

Toponimo che indica la zona di Manfredonia a ridosso di Via Gaetano Palatella. Praticamente scendendo per via Porta Pugliese, all’inizio di Via della Croce, zona che all’epoca non era stata ancora edificata.

Esisteva fino agli anni ’50 una grandissima cisterna pubblica per attingere acqua piovana in essa accumulata durante la stagione piovosa.

Per poterla attingere sopra questa cisterna interrata esistevano alcune aperture, cioè imboccature a pozzo con relativo coperchio.  dette in dialetto vócchele, forse derivato da bocca, imbocco, boccale (*)

Altre due cisterne erano attive per i bisogni della popolazione: una era ubicata vicino al Convento di Santa Maria, ove attualmente sorge l’edifico della banca Monte Paschi, e l’altra, per la maggiore capienza del suo serbatoio, detta ‘U pescenöne= il cisternone, situata di fronte al Torrione dell’Astrologo, su Via Antiche Mura. Sopra quell’area ci hanno costruito un Condominio. I locali ubicati a piano terra furono adibiti a Cinema parrocchiale da don Nicola Angiuli: ‘u cìneme pescenöne.

(*) Il dott. Matteo Rinaldi, autorevole studioso del nostro dialetto, autore assieme al prof. Pasquale Caratù del pregevole “Vocabolario di Manfredonia”, mi scrive a proposito di vócchele:

«Caro Tonino, bisogna chiarire il significato di questa parola che deriva da vócchele e non da ‘boccali’ e vuol significare ‘vicolo’ e non certamente ‘boccale’ che il nostro dialetto segna come vuchéle (con l’accento acuto).
Inoltre, in tutta Foggia e provincia il ‘vicolo’ è detto vúcchele, come [ndr l’antico vucculìcchje, contratto in culìcchje =] boccolicchje (←clicca) che vuol dire sempre ‘vicolo, vicoletto’ e non ‘boccale’.
Morale della favola: andrebbe cambiato anche la denominazione del toponimo!»

Quindi per la corretta etimologia dovrebbe chiamarsi “Via Quattro Vicoli”, non “Via Quattro Boccali”, così come  è stato fatto per il  “Vicolo Arco Boccolicchio”.

(Matteo Rinaldi)

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Quartüne

Quartüne s.m. = Appartamento

Abitazione autonoma facente parte dello stesso edificio in cui sono collocati altri appartamenti simili. Ossia una parte di tutto.

Deriva dallo  spagnolo cuartillo, diminutivo di cuarto, sostantivo che significa appartamento, abitazione o anche stanza.

Abbiamo già visto che nel nostro dialetto quarte tra i vari significati, come sostantivo designa anche la “parte”.

Negli anni ’60 ‘u quartüne è diventato con termine simil-italiano l’appartamènde perdendo la sua antica denominazione, ricordata ora solo dalle persone più anziane.

Giuànne töne düje quartüne = Giovanni possiede due appartamenti

Se vogliamo, il sostantivo italiano “quartiere” significa una delle parti un cui era suddivisa la città.

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Quartére

Quartére s.f. = orcio, anfora, giara,

Alcuni sostengono il nome derivi dal greco  κάνθαρος (cantharos) = orcio
In altre parti della Puglia è detto capasone.

Grosso recipiente di terracotta naturale, o anche smaltata, di forma oblunga e panciuta, a bocca larga.
È dotato di due manici anch’essi di terracotta, usato per conservare olio, vino, acqua o granaglie. Capacità da 5 litri (‘a quartarèlle = piccola giara) fino a 20 litri.

Quelle di dimensione maggiore, vere e proprie giare, sono dette (clicca→) fusüne.

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Quarte

Quarte s.f., s.m., agg. = parte, quarto

1) Quarte s.m. = Parte s.m. – Zona, luogo, territorio, regione, direzione, impeto, impulso.

A quale quarte si jüte a javeté = In che parte sei andato ad abitare?
A quale quarte ‘mma jì? = In che direzione dobbiamo andare?
Jìsse jì venüte au quarte müje = Lui è venuto dalla parte mia, verso di me.

2) Quarto agg. – Numerale ordinale. In una successione ordinata, occupa il posto corrispondente al numero 4.
Javetéme au quarte piéne = Abitiamo al quarto piano.

3) Quarte agg.– Al maschile ha valore frazionario. Ognuna delle quattro parti in cui si suddivide qlco.

Hamme tagghjéte ‘a pizze e ce sume pigghjéte ‘nu quarte a tèste (pedüne). = Abbiamo diviso la pizza e ci siamo presi un quarto ciascuno.

4) Quarte agg. – Al femminile indica una misura di capacità di litro o di peso di 250 ml o g.

‘Na quarte de latte = Un quarto (di litro) di latte.
‘Na quarte de péne = Un quarto (di chilogrammo) di pane.

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Quaröre

Quaröre s.f. = Querela

Atto con cui la persona che si ritiene danneggiato o vilipeso,  sporge denuncia alle Autorità competenti perché queste intraprendano un’azione civile/penale contro il presunto offensore.

Fé ‘a quaröre = Sporgere querela, querelare. 
Denunziare qlcu per ingiuria, diffamazione, raggiri, truffe, inadempienze contrattuali, ecc.
Il Giudice stabilirà regioni e torti ed erogherà condanne, assoluzioni, risarcimenti, ecc. 
Il verbo “querelare” si traduce con voce arcaica “quarijé” (cfr. il lodato Vocabolario Caratù-Rinaldi) che  francamente non ho mai sentita.
Se dico: “Quèdde jì stéte quarijéte” non sono certo di essere compreso da tutti.

Il sostantivo quaröre (dai ragazzi di oggi viene pronunciato quaröle, perché ricalca l’italiano “querela”) deriva dal francese querelle = litigio, termine a sua volta generato dal latino  queri = lamentarsi,  lagnarsi.

Per quelli digiuni di giurisprudenza dicono anche fé ‘a denónzje = Fare la denuncia, denunciare.

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Quarandöve

Quaranta uova.

Soprannome di qlcu che evidentemente mangiava come Pantaguel.

Ricordo su Via Tribuna un’Osteria chiamata così. Forse era un’osteria con cucina: chiaramente quaranta uova servivano quale scorta per gli avventori che chiedevano qlcs da mangiare.

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Quànne bune-bune…

Quànne bune-bune… loc.id. = Tutt’al più, ammesso e non concesso.

Conclude così un ragionamento sull’opportunità di intervenire alla fine di un’osservazione, di una decisione irrevocabile.

Si potrebbe usare l’espressione ora in auge: chìssene…

Nüje faciüme acchessì: Quanne bune-bune turnéme ‘ndröte = Noi agiamo in questo modo. Tutt’al più, torniamo indiet

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Quagghjé

Quagghjé v.t. = Cagliare

Far coagulare, far rapprendere il latte usando il caglio, detto, con l’accento piano, ‘u quàgghje s.m.

Nell’Italia centro-meridionale cagliare si dice proprio quagliare.

Figuratamente, significa: giungere a una conclusione, a un risultato positivo.

Ha vennute ‘a chése? Angore nen quagghjéme njinde = Hai venduto la casa? Non abbiamo ancora concluso la trattativa.

Si usa, in questo caso, anche il verbo acquaquagghjé.

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