Mósce

Mósce s.m, s.f. = Mùssolo, floscio, gatta

1) Mósce s.m. = Mussolo (Arca Noae).
È conosciuto in italiano come Mùssolo o Arca di Noè. Si tratta di un mollusco bivalve ora molto apprezzato. Fino agli anni ’50 era considerato un cibo da poveri (come i munelècchje, pesci piccoli di sciabica, ormai introvabili).
L’ambulante che vendeva i frutti di mare aveva il suo grido, ca tànghe ‘a còzzela chjöne! còzzele e mósce, còzzele e carèccchje, uhé! = (Voi non sapete) che ho la cozza piena! Cozze e mussoli, cozze e canestrelle, ehi!

2) Mósce agg.= Soffice, floscio, lento.
Dipende dal soggetto cui fa riferimento l’aggettivo, per es. un pallone un po’ sgonfio, un muscolo non in tensione, o qls cosa che avrebbe dovuto essere rigido e che si trova in posizione di riposo…allora (ahimé) è mósce.

Anche qlcu che è lento nel mangiare, nell’agire è definito mósce.

Al femminile l’aggettivo è mòsce, e la “ò” suona larga.

3) Mósce s.f. = Gatto.
Specificamente al femminile è gatta, o meglio micia cui somiglia il termine dialettale. Dim.musciarjille s.m. e musciarèlle s.f. = micino/a, gattino/a.

Per estensione bambino/a magrolino/a, dai movimenti lenti e dalla voce flebile.

Quand’jì bèlle ‘stu musciarjille! ‘sta musciarèlle! = Quant’è bella questo gattino! (o questa micina!)

La Mósce è anche un soprannome.

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Mòrre

Morre s.f. = Branco, moltitudine, morra.

1 – Mòrre s.f. = Branco, mandria, moltitudine. Indica, quale nome collettivo (vi ricordate la grammatica?) un gruppo più o meno numerose di animali in genere. Specificamente in dialetto si vuole indicare un insieme di suini: ‘na mòrre de pùrche = Un branco di porci.

Talvolta , scherzosamente, si riferisce anche a famiglie numerose.

Tone ‘na mòrre de fìgghje = Ha un mucchio di figli.

Devo citare un divertente episodio: in ospedale si presentarono numerosi familiari di un degente bisognoso di trasfusione. Quando il dottore del reparto emo-trasfusionale chiamò i donatori per cognome, si presentarono tutti insieme: Il medico, esterrefatto e compiaciuto, chiese: “Ma quanti siete?” Gli risposero: “noi siamo una morra!”!!

2 – Mòrre s.f. = Morra, gioco ormai in disuso, tra due giocatori che contemporaneamente “lanciano” la mano mostrando il pugno o delle dita distese, da uno a cinque. Quello che indovina con la voce e con la mano la mossa dell’avversario vince la bevuta. Molto diffuso in Italia, il gioco della morra è stato colpito dai divieti della legge, fin da medioevo, a causa delle frequenti risse che provocava.

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Mórme

Mórme s.m. = Pagello Mormora (Lithognathus mormyrus )

Pesce marino del Mediterraneo della famiglia degli Spàridi
Sparidae, dell’Ordine dei Perciformi Perciformes

Ottimo arrostito o in umido.

Denominazioni dialettali
Pagello mòrmora (Italiano); Murmoa, Murmua, Mormou, Mormua, Mormero, Mourmena, Mourmouna, Mormora, Mormo, Mormoa (Liguria); Mòrma, Mormiro, Mormùra, Pesse mòrmora (Veneto); Morma, Mormiro, Mormoro (Venezia G.); Murmuro (Toscana); Mormoro (Marche); Mùrmora, Mùrmuro (Abruzzi); Marmarozza, Pesce mormora, Mormillo (Lazio); Màrmele, Màrmora, Màrmoro, Màrmuro, Mùrmora, Mùrmoro, Mormillo (Campania); Càsciula, Càsciulu, Càsciolu, Càsciola, Còscele, Gàsciula, Vasciola, Gosciole, Osciola, Vòsciola, Vòscele, Vosciele, Màrmuro, Mùrmuro (Puglie); Aìula (Calabria); Ajola, Marmora, Ajoula, Ajula, Ajulu, Ajulu impiriali, Gajula (Sicilia); Bristanu, Vristanu, Ajulu, Mamungiuni, Murmilluni, Murruda (Sardegna). (notizia raccolta dalla rete)

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Mòrje

Mòrje s.f. = Scoria, morchia

Rifiuto materiale di scarto. Specificamente indica il residuo della lavorazione dei frantoi oleari artigianali.

Questo scarto, nerastro, ritenuto biodegradabile, una volta veniva sversato dai trappeti (frantoi) direttamente nei valloni di Macchia, con l’unico inconveniente di causare un acre odore che durava fino alle prime piogge. Essendo un prodotto bio degradabile non ha mai inquinato nulla.

Al giorno d’oggi queste scorie vengono sfruttate industrialmente per ricavarne un olio di bassa qualità, detto ‘olio lampante’ e non commestibile: usato una volta per alimentare le lucerne, ed ora come componente del sapone da bucato.

Cost’ùgghje jì vècchje: föte me mòrje = Quest’olio è vecchio: puzza di morchia.

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Möne

Möne inter. = Dài, su, coraggio, sbrigati, fa presto, lascia stare, ecc.

Möne! esprime esortazione, incitamento, incoraggiamento.

Indica anche fastidio, insofferenza. impazienza.

Möne, möne, dàmece da fé = Dai, dai, diamoci da fare.

Spesso è preceduto da una “e” rafforzativa:

E möne, làssa sté! = E dài, lascia perdere, non insistere.

E möne fenìscele! = E dài, smettila! Detto a qualcuno che ci infastidisce ripetendo e insistendo sempre sulla stessa cosa, per farlo smettere.

Papà, e möne, accàttamìlle ‘e bececlètte! = Papà, dai, compremela la bicicletta!

Talora si rafforza anche con l’esortativo mèhE möne, mèh! = E dai, su!

Con sorpresa ho scoperto che deriva dal latino minari.

Con la stessa pronuncia assume il significato del sostantivo “mina”, congegno esplosivo usato dai cavamonti. Clicca qui.

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Momò

Momò avv. = Presto, a breve

Entro breve tempo, da un momento all’altro, fra poco tempo, ecc.

Aspettéte quà ca momò vöne ‘u màstre = Aspettate qui che fra poco arriva il maestro artigiano.

Quann’jì ca véje a pegghjé i péne? Momò = Quando è che vai a prendere il pane? Fra poco.

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Mómmele

Mómmele agg. e s.m.= Debole, vile.

Epiteto offensivo che descrive un uomo di poco valore, debole fisicamente e/o caratterialmente.

Invariabile al maschile, al femminile, al singolare e al plurale.

Si pronuncia sempre rafforzando la “m” iniziale per enfatizzare l’aggettivo e il sostantivo, specie se è preceduto dall’artico ‘u e ‘nu = un, il.

Sì pròpete ‘nu mmómmele! = Sei proprio un fesso (agg.)
Giuànne jì mómmele = Giovanni è debole (agg.).

Usato come sostantivo ha il significato dell’aggettivo.
Uì, mò vóne ‘u mmómmele = Ecco, ora arriva il fesso (s.m.).

Al superlativo è mummelacchjöne

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Mollettöne 

Mollettöne s.m. = Termocoperta

Coperta a doppio strato di lana morbidissima, garzata e molto calda.

Faceva parte del corredo della sposa assieme alla trapunta.

 

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Möle

Möle s.m. e s.f. = Miele, mola, mela

1) ‘U möle = miele, sostanza fluida zuccherina, di colore variabile dal biondo al bruno, dolciastra, che le api producono succhiando il nettare dai fiori;

2) ‘A möle = mola, utensile rotante costituito da un disco di materiale abrasivo (in genere un calcare ricco di silice) usato spec. nella lavorazione di oggetti metallici o per affilare coltelli e forbici.

In dialetto è detta anche ‘a möle a smerìglje = Mola a smeriglio.

3) ‘A möle = mela, frutto commestibile del melo, albero della fam. delle Rosaceae (Malus communis) di forma pressoché sferica e rivestita da una buccia sottile di colore diverso a seconda delle varietà, con polpa biancastra, consistente e dolce o talvolta acidula.

Per evitare confusione, spessissimo si dice mulèlle: infatti sembra anche più facile da pronunciare.

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Móffle

Móffle s.m. = Sorso, sorsata, boccata

Quantità di liquido che si può inghiottire in una sola volta senza prendere fiato.

Per estensione si intende anche piccola quantità di liquido ingerito.

L’italiano fa distinzione tra sorso e boccata.
Sorso: quantità di liquido che si inghiotte in una volta.
Boccata: quantità che può essere contenuta nella bocca.

Da noi si dice móffle sia se in bocca va un liquido, sia se ci va aria o fumo.

‘U frigorìfre stöve sfascéte e manghe ‘nu móffle d’acqua frèške me putöve fé. = Il frigorifero era rotto e nemmeno un sorso di acqua freşche mi potevo fare.

Definiamo móffele anche quando il sorso è del tutto involontario, come nel caso del bagnante che durante la nuotata ingerisce acqua di mare per l’incresparsi dell’onda.

Agghje fatte ‘u móffele
 = Ho ingoiato acqua marina.

Quando eravamo giovincelli, senza soldi in tasca, chiedevamo all’amico che aveva già acceso la sua sigaretta.  In questo caso tradurrei móffle con boccata.

Che te sté fumanne? Famme fé ‘nu móffle = Che ti stai fumando? Fammi dare una boccata.

Mi hanno riferito di un aggettivo, usato scherzosamente da Ida Trotta durante un brindisi, per definire un vino di qualità: mufflüse, ossia che si fa bere volentieri.   Lo trovo delizioso e comprensibile nonostante sia un termine gergale, cioè usato in una cerchia ristretta di persone, non da tutti.

Esiste il diminutivo muffelìcchje  (pronunciato anche  mufflìcchje) = Sorsetto, goccetto
Quanne mange vogghje sèmpe ‘nu muffelìcchje de vüne = Quando mangio voglio sempre un sorsetto di vino (poco, per carità!).

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