Cascatüre s.m. = Setaccio, vaglio
U cascatüre è un setaccio usato in edilizia per separare in via umida la malta(*) dagli inerti la cui granulometria non è adatta all’uso cui sarà destinata, ossia per il sottofondo di pavimentazione, il rinzaffo, o per il fino.
Per questo, in base alla larghezza delle maglie viene chiamato rispettivamente “cascatüre grusse”, “cascatüre p’u rìcce” e “cascatüre suttüle”.
Ricordo la sua forma quadrata a bordi alti sostenuta da 4 stanghette. Una volta riempito il “cascatore” due operai afferravano le 4 stanghette e scuotevano il setaccio con movimento sussultorio. La malta passava “filtrata” nel contenitore sottostante (una carriola o una caldarella) e il pietrisco della misura non desiderata che rimaneva nel setaccio veniva ribaltato di lato.
L’immagine riproduce un bel disegno di S. De Biase. Ci sono i vari tipi di vagli. Quello verticale (17) era chiamato cernetüre a rèzze, quello rotondo (18) farnarille (entrami usati a secco) e quello con le stanghe (19) il nostro cascatüre.
Ora abbiamo la nomenclatura completa.
(*) La malta tradizionale (‘a càvece) viene detta tecnicamente “malta bastarda” ed era composta da tufina grossolana e/o sabbia di cava, calce idrata in grassello o in polvere, cemento e impastata con acqua fino alla consistenza voluta.
Ora si vendono miscele a secco di malta preconfezionata, cui basta aggiungere solo l’acqua per ottenere l’impasto della finezza voluta.
Foto e notizie tratte dal volume “ARTE E MESTIERI A MANFREDONIA” del compianto Giuseppe Antonio Gentile. Ediz. Centro di documentazione storica-Manfredonia. Tip. Cappetta 1987.Foggia
Il fiscolo (del lat. fiscus, fiscina «borsa, cesto») è un recipiente filtrante in cui vengono poste le olive macinate per sottoporle alla torchiatura.
Se non ricordo male, era detto anche mòneche de trappüte il paletto centrale del torchio dei frantoi oleari, intagliato come una filettatura, sotto il quale si impilavano i fiscoli (i fìšque) pieni di pasta delle olive frante per la loro spremitura.