Sutteratüre

Sutteratüre s.f. = Seppellimento, inumazione, tumulazione, sotterramento.

L’atto finale del funerale, dopo la veglia e le esequie: l’atto di deporre il corpo del defunto sotto terra.

Etimo chiarissimo da sutterré = sotterrare.

Per estensione si intende per sutteratüre anche una tumulazione, ossia la deposizione del cadavere in una tomba di muratura anziché nella terra.

Modo di dire: Cj’àgghje remìsse püre ‘a sutteratüre = Ci ho rimesso pure le spese.

Si dice quando qlcu, sperando di guadagnare in un’operazione finanziaria, che purtroppo finisce male, va a rimetterci sostanziosamente.

Non solo costui non ha guadagnato nulla, ma ha dovuto rifonderci del denaro.

Simile a “pèrde ‘nginze e capetéle” = perdere l’interesse e il capitale,

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Sutténe

Sutténe s.m. = Sottano

Termine in uso solo nell’Italia merid.. Abitazione popolare, spec. costituita da una o due stanze, con un unico vano aperto direttamente sulla strada, per l’accesso e il passaggio di aria e luce. Locale a piano terra.

Ovviamente è in antitesi con supréne = soprano

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Surìzzje

Surìzzje s.m. = Servizio, incombenza, commissione.

Compito, incarico dato o assunto.

Per estensione fé ‘u surìzzje = fare il servizio a qlcu significa raggirarlo, renderlo vittima di una mascalzonata, di uno scherzo crudele o nel caso la vittima sia una donna, addirittura di uno stupro. Nel caso estremo significa anche mandarlo al Creatore.

Al plurale, fé ‘i surìzzje = fare i servizi, significa fortunatamente solo sbrigare le faccende domestiche.

I giovani di adesso usano l’analogo termine servìzzje, ma non è efficace come quallo originale.

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Supréne

Supréne s.m. = Superiore

Specificamente si tratta di un’abitazione collocata ai piani superiori, non al piano terra.

A Mundìcchje màmme jàvete a ‘nu supréne. = Al rione Monticchio mia madre abita in un appartamento situato al piano superiore.

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Supèrbje

Supèrbje s.f. = Stizza, sdegno, irritazione

Non è la stessa cosa dell’italiano superbia, nel senso di smisurato orgoglio.

M’jì venuta ‘na supèrbje a sènde a ‘stu cretüne! = Mi è venuta una rabbia nel sentire questo cretino!

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Süne

Süne avv. = Sì, ma sì

Si usa come risposta affermativa diretta a una domanda o richiesta. Ha un tono abbastanza spazientito perché poco prima si era dato un’altra volta lo stesso consenso.

-Papà, m’à da purté a mére?
-Sì
 = – Babbo, mi devi portare a mare? – Sì.

-Mo ca fenèsce, jème a mére? -Sì! = Appena avrò finito andremo al mare? – Sì.

-Ma veramènde me pùrte a mére? Süne!!!= Ma davvero mi porti al mare? – ma sì!!!! (ma ti ho appena detto di sì!).

Gli Abruzzesi dicono. con la stessa intensità: scine!; i Ciociari e sine!.

Ovviamente esiste il contrario: nöne o anche nöme.

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Sùne

Sùne s.m.= Suono

Usato sempre al plurale ‘i sùne designava solo l’orchestrina da ballo.

So’ arrevéte i sùne? = E’ giunta l’orchestrina?

Ànne mìsse ‘i sùne au festüne = Hanno chiamato l’orchestra alla festa di nozze.

Alla züte ce ballöve pi’ sùne = Alla festa di matrimonio si ballava al suono dell’orchestrina.

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Summènde fenòcchje

Summènde fenòcchje s.f. = Semi di finocchio

Sono i semi di una pianta perenne della famiglia delle Ombrellifere (Foeniculum vulgare). Alla stessa famiglia ci sono i finocchi orticoli, e i finocchi campestri. Da questa pianta si ricavano i semi molto aromatici (detti ‘i summènde fenòcchje) dalle proprietà terapeutiche: depurative, tonico-aperitive, carminative, antispasmodiche.

A Manfredonia i semi sono usati nella preparazione dei tipici biscotti salati (‘i scavetatjille = gli scaldatelli), o per aromatizzare l’arrosto di maiale e le salsicce fresche e quelle da stagionare.

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Summeléte

Summeléte s.f. = Polenta, semolino

Da non confondere con la polenta di mais in uso al nord d’Italia. Da noi si usava la semola macinata grossolanamente.

Piatto povero, usato specialmente d’inverno, quando le nostre nonne non avevano avuto il tempo di preparare orecchiette o pasta di casa e nella credenza non c’era da scialare…

Si faceva soffriggere in un tegame di terracotta (possibilmente sul braciere) un po’ di cipolla in olio d’oliva, poi si aggiungeva un po’ di sale e un mestolo di acqua a cranio. Quando bolliva si versava a pioggia, una manciata di semola a persona, rimestando fino alla completa cottura. Rustico, ma caldo e nutriente. Gli adulti completavano il piatto con un po’ di diavelìcchje.

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Sumasóste

Sumasóste s.f. = Indignazione, stizza

Vale qui quello che ho già scritto sul vocabolo (clicca→)  sóste.

Il termine, un po´serio e un po´faceto, è una iperbole, un accrescitivo.

Li vöne ´a sumasóste quanne fenèsce ´i segarètte! = Viene colto da un forte stato ansioso quando si accorge di aver finito le sigarette.

Provo a darmi una spiegazione su questo sostantivo, formato da due termini: suma e sóste.  La prima parte suma forse è l’adattamento di “super” e l’altra sóste = collera, stizza.

A Mattinata, per indicare una solenne incazzatura,  usano un vocabolo molto simile: sumasèste.

Il mattinatese dott. Francesco Granatiero a questo proposito  afferma: «sumasèste  corrisponde alle prime tre persone dell’indicativo del verbo essere latino: SUM ES EST, ed è come arrivare “a chi sei tu e chi sono io”.»

Dal suddetto söste deriva l’aggettivo sestüse = inquieto, nervoso.

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