Categoria: L

Locche-locche

Locche-locche agg. Lento, adagio. 

Lòcche-lòcche significa lento-lento, senza alcuna fretta, posapiano.

Forse deriva dal latino locus locus.

Sinonimo lanna-lanne, a scherzosa imitazione del dialetto Sangiovannaro, che per dire “lento” usa l’aggettivo lanne.

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Lócchelacchjére

Lócchelacchjére agg.= Altisonante

Riferito a voce forte, potente, sonora, tonante, roboante, rimbombante.

Madò, mò arrüve Giuànne: codde jì lócchelacchjére! = Mamma mia, ora arriva Giovanni costui è dotato di voce rimbombante.

L’aggettivo che è usato anche in modo sostantivato. ossia definisce la persona che parla sempre a voce alta, per cattiva abitudine o per conformazione abnorme dell’apparato fonatorio.

Deriva da lócchele = urlo, grido, e da lucchelé [napoletano: alluccà]= urlare.

Qlcn pronuncia vucchelacchjére, vucchlacchjöne, sostantivo riferito a persona. Termini accettabili nonostante la corruzione etimologica.

Mò ce ne vöne ‘u lucchelacchjöne = Ora sta venendo l’urlatore!

Ringrazio il lettore Amilcare (Teo) Renato per il suggerimento.

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Lócchele

Lócchele s.m. = Urlo, grido

Grido altissimo e scomposto.

Può essere causato da spavento, da dolore, da stizza, da collera, ecc.

Mattöje ò allazzéte ‘nu lócchele quanne l’Italje ò fatte ‘u gòlle = Matteo ha lanciato un urlo quando l’Italia ha fatto un goal.

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Lòffe

Lòffe s.f. = Flatulenza. Silent gas

Gas intestinale emesso silenziosamente. Composto per il 99% da azoto, ossigeno, anidride carbonica, idrogeno e metano. Il cattivo odore non è tuttavia conferito da questi componenti maggioritari, bensì dalla piccolissima percentuale di anidride solforosa, indolo, acidi grassi volatili e scatolo.

Alimenti ritenuti generatori di meteorismo e flatulenza:

Fagioli, cibi ad alto contenuto di lattosio, lenticchie, fave, piselli, ceci, soia, zuccheri semplici (in particolare il fruttosio), polioli (sorbitolo), pane fresco, rape, sedano, ravanelli, rafano, lieviti, cavoli, cavoletti di Bruxelles, cavolfiore, acqua e bibite gassate, spumanti, crauti, cavolo, verza, cavolo cappuccio, cetrioli, scalogno, peperoni, sedano, cipolle, aglio, peperoncino, anguria, melone, mela, avocado, castagne, noci, nocciole, mandorle, fichi secchi e frutta secca, panna montata, maionese, frappè.

Praticamente tutti, tranne carne e pesce! Quindi sono i vegetariani i veri responsabili dell’inquinamento atmosferico! Tuttavia nel processo digestivo è ritenuta normale l’emissione di 200 cc per volta, fino a 14 atti al giorno (mamma mia come sono precisi questi scienziati!)

Dal canto mio, per esperienza personale, devo aggiungere i micidiali lampascioni, e i semi di soja a zuppa, che sprigionano quantità impensabili di gas.

Il termine deriva dal tedesco luft che significa semplicemente “aria”.

Un diffuso sinonimo è fjite, che di per sé significa fetore, miasma, puzza, lezzo.

Dopo tutto questo enunciato, potrei sembrare un grande esperto di loffe….
Confesso di non aver raggiunto mai, nelle mie frequenti intemperanze, la quota di 14 emissioni in un giorno. Forse non sto bene?

Dò allora ragione ai Montanari. Essi asseriscono che: “Quànne ‘u cüle fé frajasse, ‘u mìdeche sté alla spasse” = quando il culo fa fracasso, il medico è disoccupato.

Naturalmente ho solo raccolto in rete tutte queste confortanti notizie e le ho elaborate un po’.

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Löpe

Löpe s.f. = Rampino, raffio

Ferro a uncino usato per afferrare o per appendervi qcs.

La löpe è dotata di almeno tre punte e di un occhiello per annodarvi una sagola.

Veniva calato nel pozzo per ricuperare il secchio sfuggito di mano a colui che vi attingeva l’acqua.

Familiarmente si dice che qlcu ha ‘na löpe se mostra una grande fame, un appetito vorace.

Il corrispondente italiano, in questo caso famelico, è “spazzola”

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Lórde

Lórde agg. = Sporco, lurido, sozzo.

Aggettivo molto diffuso per indicare una frutta, un indumento, qualsiasi oggetto non pulito.

Al femminile si pronuncia con la “ò” larga.

Attenti alla pronuncia e alla grafia!  Guardate questi esempi:

‘U giaccöne lórde = il giaccone sporco

‘A giacchètta lòrde = la giacchetta sporca.

Sinonimi:di lórde
‘nzevéte, macchjéte, ammuffardüte, ‘ncaccavüte,  ‘nfanghéte, ‘ntruzzeléte.
‘mbrattéte. Quest’ultimo mi sembra più garganico, ma è talvolta usato anche dai Sipontini, perché ugualmente comprensibile. .

In italiano la gamma è più ampia:
macchiato, imbrattato, inzaccherato, infangato, unto, bisunto, impataccato, sudicio, insudiciato, sozzo, lercio, lurido, lordo.

 

 

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Löre

Löre pron. e agg. = Essi, esse, loro

Pronome personale, m. e f., 3a persona plurale.

È usato per indicare due o più persone diverse da chi parla o ascolta.

Quale aggettivo possessivo invariabile significa “che appartiene ad essi, ad esse”.

Tezzöne ‘e carevöne, ognüne ognüne ai chése löre… Tizzone di carbone, tutti se ne tornino alle proprie case.

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Lòrge

Lòrge s.m. = orologio

Strumento adoperato per misurare il tempo. Può essere meccanico, elettronio, solare, a pendolo, a cucù, ecc..

Quelli meccanici sfruttano il fenomento fisico detto isocronismo del pendolo. Non voglio fare una disquisizione di fisica cinetica, perché non sono professore.

Mi occupo del termine in senso letterario-dialettale.
Generalmente si pronuncia rafforzando la “l” iniziale, quasi fosse una doppia elle. ‘U llorge = l’orologio. Ha un bel suono, come il francese horloge.

Per dire orologiaio, si pronuncia ‘u llurgére. L’articolo ‘u influenza la vocale vicina che a rigore di logica dovrebbe pronunciarsi ‘u lorgére, come avviene anche con forno/fornaio: ‘u fórne, ‘u furnére, sotto/sottano = sòtte/sutténe‘a zòcchele/’u zucchelöne, ecc.

Nel dialetto di Monte è più evidente: quarànda cavadde = quaranta cavalli; ‘nu cuavàdde= un cavallo.

È un fenomeno fonetico che ha un suo nome specifico (forse metatesi). Non ci giurerei, scusate la mia ignoranza…Accetto suggerimenti, così lo memorizzo una volta per tutte.

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Lóstre

Lóstre s.f. = Luce, chiarore; agg. chiaro, luminoso

In italiano il vocabaolo simile lustro, al maschile, significa un quinquennio. Quale aggettivo significa lucido, lucente, che riflette la luce.

La noi significa proprio luce.

Fé lóstre = illuminare
Jèsse lóstre = essere luminoso (pieno di luce)

Fa lóstre = Avvicina la lampada a fammi luce.
‘A lüne fé lóstre ammjizze ‘u mére = La luna fa luce in mezzo al mare.
Jì lóstre ‘sta chése = È luminosa questa casa.
J’ scüre angöre ? No, jì lóstre, c’jì fatte jùrne. = È buio ancora? No è chiaro, si è fatto giorno.

Nota fonetica:
La ó con l´accento acuto va pronunciata chiusa, quasi una u. (es. pózze, fónne, códde, ´u rósse = pozzo, fondo, quello, il rosso)
La ò con l´accento grave va pronunciata larga (es. fòrze, giòvene, jògge, ´a ròsse = forza, giovane, oggi, la rossa)

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Löte

Löte s.f. = Fango, limo, melma, mota

Terra inzuppata di acqua di aspetto molliccio, o semiliquido. Fanghiglia appiccicosa e limacciosa.

Deriva direttamente dal latino “luta” a sua volta plurale di “lutum” = fango.

I nostri progenitori usavano dire lutum anche il senso figurato per dire “stronzo” a qlcu,
come compare su scritte rinvenute nel lupanare dell’antica Pompei (sei bellissima, ma dentro sei fango).

Era comune, durante le piogge, inzaccherarsi anche in città, perché fino agli anni ’50 le strade asfaltate o lastricate erano pochissime (Via Maddalena, Corso Manfredi, Corso Roma e Via Tribuna, l’asfàlde per antonomasia. Quasi tutte le altre diventavano come un acquitrino pieno di fanghiglia (‘i stréte chjöne de cutüne = le strade piene di pozzanghere).

Stójete ‘a löte da ‘mbàcce i scarpe quànne strése! = Asciugati la melma dalle scarpe quando entri (in casa, altrimenti mi inzaccheri anche il pavimento)!

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