Sdrumé

Sdrumé v.t. = Praticare un particolare tipo di pesca.

Si tratta della sdröme, che si pratica usando appositi paletti chiamati ‘i sdrumatüre.

Süme jüte a sdrumé ‘i cjifele = Siamo andati a ‘battere’ i cefali

Beh non ho detto nulla che possa illuminare coloro che non sono dell’ambiente marinaresco…

Cliccate sulle voci sopra nominate.

Ringrazio il Prof.Castriotta per il suggerimento di sdrumé, sdröme e sdrumatüre.

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Sdrumatüre

Sdrumatüre s.m. = Asta

Si tratta di un’asta particolare, usata per praticare la sdröme, una particolare tecnica di pesca, forse ora in disuso.

I pescatori percuotono il pelo dell’acqua con questo sdrumatüre per convogliare i pesci verso la rete appostata sul loro tragitto.

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Sdröme

Sdröme s.f. = Tecnica di pesca

L’abbiamo vista nei film di avventura: i pescatori percuotono il pelo dell’acqua con i remi o con appositi paletti, chiamati sdrumatüre, in modo da convogliare i pesci, spaventati dal rumore, verso una rete appostata sul loro tragitto.

Usata prevalentemente per catturare i cefali, ma andava bene anche per altre specie di pesci. Non credo che sia usata ancora ai nostri giorni.

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Sdrené

Sdrené v.t. = Sfiancare.

Stancare, affaticare eccessivamente, spossare, privare di ogni forza logorare, indebolire gravemente.

Deriva da reni (come l’italiano sfiancare deriva da fianchi): sfibrare, rompere (o rompersi) le reni dalla fatica.

‘A fatüje me sté sdrenànne = La fatica di sta sfibrando (fisicamente e logorando mentalmente).

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Sdrenàrece

Sdrenàrece v.i. = Sfiancarsi

Etimologia dal latino disrenare = Slombars

Logorarsi i lombi per l’eccessiva gravosità del lavoro fisico.
Per la stanchezza intellettuale oggi si dice stressarsi.

Come il verbo diretto sdrené, sono convinto che derivi da «reni», ossia zona lombare severamente provata.

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Sdevìzze

Sdevìzze s.m. = Dispetto.

Gesto compiuto espressamente per infastidire, per danneggiare.

Si diceva quando qualcuno per reazione ad un’offesa, a una mascalzonata, si comportava da ostruzionista, e magari per controffensiva, e faceva una mascalzonata a sua volta, come per vendetta.

Secondo me è sinonimo di: odio, vendetta, rancore, contrasto, livore, litigiosità, dispetto, caparbietà e simili.

Esiste un termine germanico “zwist” [pronuncia s-vist, con la S molto dura e sibilante] che significa discordia, dissidio, disaccordo, conflitto. Tenuto conto che gli Svevi erano qui 750 anni fa, qualcosa della loro parlata nordica ha resistito fino ai nostri giorni, seppure lievemente modificata dai secoli. Un altro esempio del tedesco “nostrano”: trinken = trinchje´= bere.

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Sderupé

Sderupé v.t. = Guastare

Ammesso anche sderrupé.

Danneggiare irreparabilmente qlco., deteriorare, guastare, disfare, rovinare.

Figuratamente disfare un progetto prima ancora di iniziarne la realizzazione.

Mandare in malora, rompere le uova nel paniere. Operazione da guastafeste.

Credo che derivi da derrüpe = dirupo, precipizio. Quindi esattamente sderupé (o sderrupé) significa: “precipitare, cadere nel precipizio”.

Diceva cinicamente il tiolare do un’impresa di trasporti: Nen me ne ‘mborte njinde ca ce sderrópene l’autìste, abbaste ca ce arretìrene ‘i camje. Inutile la traduzione

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Sderrüpe

Sderrüpe s.m. = Dirupo, precipizio

In senso figurato significa anche danno, malora, fallimento, guasto irreparabile, rovina..

Da qui deriva anche il verbo transitivo (clicca→) sderrupé e nella forma riflessiva sderupàrece,

Anche l’accantonamento di un progetto prima ancora di iniziarne la realizzazione, mandare a monte.

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Sderlufféte

Sderlufféte agg. = Malconcio

Malridotto. Persona che cammina strascicandosi, per deformazione scheletrica, per la sciatica o… per i postumi di una bastonatura.

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Sderlàzze

Sderlàzze s.f. = Raschietto, nettascarpe

Si tratta di un oggetto metallico, simile alla raretöre, usato dagli ortolani per staccare la terra, quando è umida e si attacca alla lama della zappa rendendola più pesante e faticosa da sollevare. Veniva “indossato”  con un laccio passante per l’occhiello e legato alla cintura.   Parlo al passato perché nessuno più adopera la zappa manualmente, essendosi dotati di motozappa anche gli hobbisti giardinieri.

Esiste anche una sderlàzze a lama lunga come un coltellaccio, per eseguire la stessa operazione di distacco della terra dall’«orecchio» del vomere dell’aratro a trazione animale (aratro mono-vomere). Era collocato sul fusto dell’aratro, su apposito aggancio. Con un sinonimo viene detto anche ‘u raddéte.

Infine con lo stesso termine sderlàzze veniva designato una lamina di ferro, fissata in verticale ai lati degli usci delle case di campagna, per consentire ai lavoratori che tornavano dai campi, di liberarsi del fango attaccato sotto le suole delle loro scarpe. In italiano viene detta “nettascarpe” o anche, con voce regionale, “gratta-scarponi”.

Il nome sderlàzze credo si richiami etimologicamente un po’ al sostantivo terra (terra-sterra-sterraccio-sterrazze-sderlazze). È una mia deduzione, opinabile naturalmente.
In altri comuni della Daunia è detto sderrazze.

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