Rènghe

Rènghe (o arènghe)s.f. = Aringa

Pesce marino teleosteo (Clupea harengus ), dal dorso scuro e dal ventre argenteo o dorato, che vive nei mari freddi.

Ai consumatori giunge semi-secco, salato e affumicato. (Clicca sull’immagine per ingrandirla).

Il suo consumo in Italia è decisamente calato dalla fine degli anni ’50.

Fino ad allora spesso una sola aringa, divisa a tocchi, rappresentava la frugale cena invernale dell’intera famiglia.

Praticamente si mangiava pane e “odore” di aringa. Cioè un chilo di pane e una sola aringa di 200 gr da dividere per 6 o 7 persone. Tutto qui.

Erano apprezzate quelle femmine, perché al loro interno si trovavano, un po’ disseccate, le uova come un ammasso granuloso, formato da migliaia di granellini, anch’essi salatissimi e affumicati. Boccone prelibato perché privo di lische.

Non era consuetudine utilizzare le aringhe in cucina. Si mangiavano senza bisogno di cuocerle.

Al massimo si riscaldavano al fuoco del braciere per farle ammorbidire, per svilupparne gli aromi e facilitarne la spellatura.

Ce sènde ‘n’addöre de rènghe! = Si avverte un profumo di aringhe!

Le ho riviste dopo tanti anni sulle bancarelle dei mercati rionali. Ma adesso le comprano solo gli ultra sessantenni, per una volta soltanto, tanto per ricordare le “spezie antiche”.

L’ipertensione alla loro età sconsiglia i cibi salati.

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Remìsse

Remìsse s.m. = Risvolto

In sartoria si intende quella parte di tessuto ripiegata verso l’interno delle cuciture. È detto anche nghjüse = chiuso, non visibile.

Se il capo di abbigliamento ha un po’ di risvolto interno, può essere allargato e modificato per adattarlo alla nuova misura del suo proprietario, cresciuta per l’età, se trattasi di bambino, o di giro vita allargato a causa dell’uso esagerato di pane e pomodoro, pastasciutta, Nutella, gelati di Tommasino e dolcetti di Aulisa.

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Rembambüte

Rembambüte agg. e s.m. = Rincitrullito, rimbambito

Che, o chi ha perso la capacità di ragionare, a causa dell’età avanzata.

È triste sentir dire questo termine contro una persona anziana…Purtroppo l’Alzheimer quando arriva prescinde da qls distinzione. Domani potrebbe colpire me o te, a caso.

La malattia colpisce la memoria e le funzioni cognitive, si ripercuote sulla capacità di parlare e di pensare. La persona affetta dal morbo manifesta stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale.

Rivolta ad un soggetto non anziano l’aggettivo è offensivo perché attribuisce a corta intelligenza un semplice atteggiamento di incertezza.

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Reggjitte

Reggjitte s.m. = Riposo

Riposo, quiete, tranquillità, serenità.

Ne sté fèrme ‘nu menüte, ce möve sèmbe, nen pöte trué reggjitte, e che ca…! = Non sta fermo un minuto, si muove sempre, non può trovare quiete. E che diamine!

Anche questo termine proviene direttamente dal latino receptus  che significa  rifugio, quiete, riposo, calma.

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Reggiüna Caitù

Reggiüna Caitù n.p. = Regina Taitù

Taitù (Taieku in amarico), moglie di Menelik, Imperatore di Etiopia all’inizio del 1900, era una donna forte che difendeva l’indipendenza del suo Paese e che diede un contributo decisivo al raggiungimento di questo obiettivo.

Dagli Italiani fu considerata una nostra nemica, ma aveva il dovere di esserlo, perché l’Italia prima del 1915 voleva invadere quel Paese.

Sarebbe come se le truppe della Croazia volessero conquistare la Puglia, o quelle della Libia sbarcassero a Pantelleria. Gli spareremmo addosso senza indugi!

Fecero bene allora gli Etiopi a difendersi dai nostri tentativi di assalto.

Ma che c’entra questa donna con il nostro dialetto? La storpiatura del nome era dovuto all’analfabetismo diffusissimo all’epoca.

I nostri nonni – quando qualche donna con manie di grandezza disprezzava a destra e a manca per mettersi al centro dell’attenzione generale – la additavano ironicamente: E che, jì arrevéte ‘a Reggiüna Caitù? = Ma che, è arrivata la Regina Taitù?

Ma la vera Taitù era bella, nera, imponente, fiera, dignitosa.

Dal 1900 ai tempi della mia fanciullezza erano passati 50 anni, e di bocca in bocca Taitù si chiaramente è storpiata in Caitù così come l’ho captata io.

Se volete approfondire l’argomento cliccate → qui

 

 

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Reggetté

Reggetté v.t. = Collocare

Sistemare, piazzare, porre, posare

Può significare anche seppellire, inumare (sotto terra) o tumulare (nella tomba) un cadavere

Sii riferisce alla salma che viene deposta in un loculo definitivamente.

Usato illogicamente anche in forma riflessiva: puverjille, ce jute a reggetté = poverino, si è andato a seppellire.

Come se il morto fosse andato a mettersi da solo nella nicchia.

Deriva da reggjitte, nel senso di calma, pace, riposo.

R.I.P. = Requiescant in pacem, riposa in pace, truve reggjìtte.

Altro esempio: m’hanne reggettéte ‘stu ‘mbìcce, e vàttela sbrùgghje = Mi hanno mollato questa fastidiosa incomberza, e vattela a sbrogliare.

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Refalde

Refalde aggettivo e sostantivo maschile = falso, sleale
Persona inaffidabile, da cui è meglio guardarsi.

È capace di compiere qualsiasi misfatto pur di raggiungere il suo tornaconto.  Insomma un vero mascalzone, un furfante della peggiore specie.

Linguisticamente potrebbe derivare dall’italiano “ribaldo”, che significa proprio canaglia, delinquente, farabutto, ecc.

Il termine refalde è usato ormai solo dalle persone anziane, perché ormai è andato quasi in disuso. I giovani di oggi preferiscono un linguaggio più diretto per definire certi soggetti: strunzelöne, fìgghje de zòcchele, desgrazzjéte, tranganére, ecc.

Talora, se riferito al femminile, l’aggettivo refalde cambia il significato originario, pur rimanendo un forte dispregiativo.
Infatti indica una donna sporcacciona, trascurata, lurida, che non ha cura né della casa né di se stessa.
Le conseguenze della sua sozzura balzano evidenti agli occhi e soprattutto al naso degli astanti.
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Recotta-tòste

Recòtta-tòste s.f. = Ricotta salata

Alla lettera significa ricotta dura, indurita per la stagionatura.

Questo latticinio stagionato deriva dalla normale ricotta, cui viene aggiunto sale per la sua conservazione, e la sua successiva asciugatura.

Molto apprezzata sia mangiata tel-quel come companatico, sia grattugiata sui maccheroni conditi al sugo di pomodoro fresco e basilico.

Tipico piatto manfredoniano: Làjene rìcce e recotta toste.

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Recöne

Recöne sf = Angolo, riparo

Deriva dallo spagnolo recòn = angolo, ed è inteso con lo stesso significato anche in dialetto.

“Vòtte ‘u vinde jògge! Mettìmece alla recöne!” = Tira vento oggi! Poniamoci al riparo (dietro l’angolo)

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