Prèvete

Prèvete s.m. = Prete

Ministro del culto cattolico, sacerdote, appartenente al clero secolare.

Al plurale fa prjivete.

Parlando in generale per riferirsi al parroco, termine che non ha un corrispettivo in dialetto, si dice ‘u prèvete d’a chjise de….. = Il prete della chiesa di…

Una volta si diceva àcceprèvete = arciprete, ma non sono sicuro se significava proprio parroco o solo sacerdote di grado gerarchico più elevato.

Conoscendone il nome, specificmente si usa anteporre l’appellativo “don” = domine, signore, padrone.

don Màrje, don Mattöje = don Mario, don Matteo.

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Prèscje

Prèscje s.f. = Prescia, fretta

Prescia, termine accettato anche in lingua italiana, trova applicazione solo nell’Italia centro meridionale.

Deriva dal francese empresser = affrettarsi, premurarsi, darsi da fare.

Difatti i Napoletani dicono Uagliù, facite ampresse, vuttàte ‘e mmane = Ragazzi, fate in fretta, non state con le mani in mano

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Presciannjìlle

Presciannjìlle agg. = gioioso

Pieno di gioia, di allegria.

Al femminile fa Presciannèlle 

Guardàtele a jèsse: tutta presciannèlle! = Osservatela, lei, tutta gioiosa.

La scia si pronuncia leggera, quasi come la je francese.

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Prescèzze

Prescèzze s.f. = Gioia, allegria, contentezza.

In napoletano similmente di dice priézza.
Ecco, a conferma,  i versi dalla notissima canzone “Marechiare” di Salvatore Di Giacomo:

«Quanno sponta la luna a Marechiare
pure li pisce nce fanno all’ammore,
se revoteno ll’onne de lu mare,

pe la priezza cagnano culore,
quanno sponta la luna a Marechiare»….

Alcuni studiosi fanno risalire all’antico francese verbo preisier.

Baste ca vöte ‘i scavetatjille, jì la prescèzze söje = Appena vede i biscotti al finocchietto si riempie di gioia.

Sinonimo ‘u prüsce s.m., o più raro ‘u prjisce s.m. e prescìgghje.

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Prescéte

Prescéte agg. = Contento, allegro, lieto, gaio, soddisfatto

Vüte a jìsse, sté tutte prescéte ca c’jì fedanzéte! = Guardalo, è tutto contento ché si è fidanzato!

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Presciàrece

Presciàrece v.i. = Gioire intensamente, godere, rallegrarsi  intimamente.

Provare soddisfazione per la propria abilità, per un colpo di fortuna, godere del proprio ruolo.

Quanne vènge ce la prösce, quànne pèrde vé chjangènne = Quando vince (al gioco del lotto, delle carte, del foot-ball, ecc.) se la gode, quando perde va piangendo.

Presciaracìlle = Godersela, gustarsela.

Deriva dal latino pretiare, ammirarsi, compiacersi, pregiarsi, apprezzarsi.

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Premmanènde

Premmanènde s.f. = Permanente

Parola che appartiene (spero) solo all’universo femminile.

Ondulazione artificiale dei capelli, realizzata con trattamenti chimici o termici. Dicesi permanente perché il trattamento porta a risultati duraturi. La crescita successiva dei capelli lisci spostava l’arricciatura verso il bordo inferiore, fintantoché si decideva di ricorrere nuovamente all’opera della parrucchiera.

Una volta era diffusa tra le donne che la facevano due volte all’anno per non strapazzare troppo la capigliatura.

Ora credo che non si usi più, basta una “messa in piega” settimanale, e qualche mèche ogni tanto.

I capelli così non vengono sottoposti a stress come per la permanente.

Dopo gli anni ’60, siccome ci eravamo tutti acculturati, grazie all’avvento della televisione, si diceva permanènde, simil-italiano, trascurando il fenomeno di metatesi linguistico dello spostamento della consonante (come frummàgge, frabbecatöre, fremmé, per formaggio, fabbricatore, firmare).

Andate al punto 5 di Ortografia e fonologia, nella barra iniziale di questo sito o cliccate sul link.

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Preggessiöne

Preggessiöne s.f. = Processione

Rito in cui sacerdoti e fedeli, disposti in fila, pregando e intonando inni, accompagnano, lungo un determinato percorso, immagini sacre, reliquie ecc.

A preggessiöne nen ce vöte quanne jèsse, ma quànne ce arretïre = La processione non va guardata quanto esce, ma quando rientra.

E’ un detto che ridimensiona gli entusiasmi: si valuterà il successo al termine dell’opera.

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Pruffedjüse

Pruffedjüse s.m. = Contestatore, litigioso, biasimatore, cavilloso.

Puntiglioso, testardo, cocciuto, che mostra ostinazione, caparbietà per partito preso. Anche litigioso, perché presume che solo le sue idee siano quelle valide.

Persona incontentabile, che trova sempre difetti nelle azioni e nei ragionamenti altrui. Non è costruttivo.

Insomma è meglio stare  alla larga da costui.

Deriva dal verbo pruffedjé = ostinarsi nelle proprie idee, e anche dal sostantivo pruffìdje = cocciutaggine, ostinazione, puntiglio, caparbietà.

Nulla a che vedere con il termine italiano “perfidia” con cui ha solo un’assonanza, dal significato  = malignità, malvagità, cattivera.

Vattì, ‘stu pruffedjüse, te pigghje pe chépe e mjine muzzeche, te pigghje pe cöte e mjine càvece…= Vattene via, questo contestatore: ti prendo per la testa e dà i morsi, ti prendo per la coda e sferri calci…

Al femminile fa pruffedjöse.

Sinonimi:
zellüse (f. zellöse) = cavilloso/a
mbettüse (f.mbettöse) = presuntuoso, sprezzante.
punjüse (f. punjöse)= ostinato/a, irremovibile.

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Precöche

Precöche s.f. = Pesca a pasta gialla

Il termine “Percoca” sta entrando nel lessico italiano.
Si tratta di una varietà molto particolare, con polpa gialla e dura,  del frutto commestibile prodotto dal pesco, detto In latino persica praecocua forse nel significato di precoce.

Alcune varietà hanno il nocciolo aderente alla polpa (percoche duracine); altre no (percoche spaccàgnole).

I nostri nonni anticipando o emulando inconsapevolmente la sangrìa spagnola, usavano far macerare al fresco pezzi di precöche nel vino rosso per esaltare il sapore e il profumo di entrambi i componenti del connubio solido-liquido, solido, cibo e bevanda.

Se pronunciato al maschile ‘u precùche significa parolaccia, improperio, turpiloquio.

Ovviamente non ha nulla a che vedere con il deliziosissimo frutto del Prunus persica.

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