Nghjemmüse

Nghjemmse agg. = Compatto.

Aggettivo relativo specificamente ad un prodotto da forno che non ha lievitato a sufficienza.

Deriva da chjómme= piombo. Quindi: pesante e compatto come un piombo

Per esempio un pane nghjemmüse praticamente non ha i buchi che gli conferiscono leggerezza. Il lievito ha fatto cilecca…

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Nghjemé

Nghjemé v.t. = imbastire

Verbo specifico di sartoria.

Fare una cucitura provvisoria con punti larghi dati a mano dai sarti ( clicca→ ‘i nghjüme) per tenere insieme due stoffe che successivamente dovranno essere cucite definitivamente a macchina.

Leggendo qua e là, ho scoperto che questo verbo, molto diffuso nella Capitanata, deriva dal latino inphlimare che ha lo stesso significato.

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Ngenechéte

Ngenechéte agg. = Intento, penetrante, concentrato, pensoso

Dicesi di qcn., che è profondamente teso, concentrato con i sensi o con l’intelletto verso qcs e non può e nen vuole dar retta a nessuno.

C’è anche la versione accenechéte suggeritami da un attento lettore che si firma Muzio Scevola.

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Ngeleppé

Ngeleppé v.t. = Glassare

Completare la preparazione di certe ciambelline dolci con giulebbe di albume e zucchero.

Si spennellano i taralli con questo sciroppo denso e si mandano in forno.

Con il calore l’albume si rapprende e il dolce al termine della cottura si presenta coperto da una bianca glassa croccante.

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Ngegné

Ngegné  o ngigné v.t. = Inaugurare

Celebrare l’inizio di un’attività; in senso fig., fam., usare qlco. per la prima volta: Che bèlli scarpe! Mo’ l’ha ‘ngegnéte? = Che belle scarpe, ora le calzi per la prima volta?

Tènghe ‘na giacchètte senza ‘ngegnéte pe njinde, ca nen me piéce = Ho una giacca mai indossata perché non mi piace.

Ammessa anche la pronuncia ‘ngigné, più rara, derivante dall’imperativo: ‘ngìgnatìlle quedda giacchètte = deciditi ad indossare quella giacca (nuova).

In altra forma esiste anche il verbo riflessivo ‘ngegnàrece = indossare per la prima volta scarpe, guanti, cappelli, abiti per l’abbigliamento personale.

L’illustre studioso tedesco Gerhard Rohlfs, nella sua “Historische Grammatik der italienischen Sprache und ihrer Mundarten” ipotizza l’origine latina del verbo, evidenziando encæniare   (leggi enceniare)

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Ngecalènze

Ngecalènze s.f. = Concentrazione.

Capacità di fissare l’attenzione su un solo dato. Capacità di concentrarsi nel lavoro, nello studio.

A causa della ngecalènze, talvolta il mondo circostante sembra svanito. Non si riconoscono nemmeno i volti familiari.

Si è come ciechi (da cui deriva il termine che potebbe significare cecità) che non si “vede” nessuno.

Tande ‘a ngecalènze ca ne me dé avedènze = È così intensa la sua concentrazione che non mi dà retta.

Chi è concentrato dicesi che sta accenechéte o ngenechéte.

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Ngazzüse

Ngazzüse agg. = Collerico

Che va facilmente in collera, irascibile, irritabile.

Riferito a persona intrattabile, che per un nonnulla si inquieta e si indigna.

Alla larga.

Màste Pèppe jì ‘ngazzüse: nen ‘u pùte düce che bell’ùcchje ca tjine mbàcce! = Mastro Peppe è collerico: non gli puoi dire nemmeno: che begli occhi che hai in faccia (perché si inaltera facilmente).

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Ngazzatüre

Ngazzatüre s.f. = Arrabbiatura

L’arrabbiarsi, l’essere arrabbiato. l’eccesso di collera, l’attacco d’ira.

Vàtte cùleche acchessì te passe ‘a ‘ngazzatüre = Va a coricarti, così cessa l’arrabbiatura

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Ngazzàrece

Ngazzàrece = v.i. = Incollerirsi

Cedere all’ira, andare in collera, arrabbiarsi, inferocirsi.

Giuànne ce ‘ngàzze pe’ senza njinde = Giovanni si infuria senza alcun motivo.

Giuànne ce ‘ngàzze pe’ nu njinde = Giovanni si irrita per un nonnulla.

Giuànne ce ‘ngàzze sèmbe = Giovanni si adira sempre.

Insomma questo Giovanni è un tipo ‘ngazzüse = collerico

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Ngatapìrece

Ngatapìrece v.i. = Fissarsi

Concentrare tutta la propria attenzione e le proprie energie in un’azione, e ostinarsi a portarla a termine, a qualunque costo.

Scherzosamente si canzona un innamorato.

C’jì ngatapüte apprjisse a Caremöle, e nen capìsce cchjù njinde = Si è fissato per Carmela e non capisce più niente.

Te sì ‘ngatapüte a juché ai càrte e nen vüte ca te stànne frecànne bùne e megghje = Sei così preso dal gioco delle carte da non accorgerti che ti stanno imbrogliando alla grande.

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