Sottasöpe

Sottasöpe avv. = Sottosopra

1) sottasöpe = con la parte di sopra messa sotto, capovolto, alla rovescia.

2) sottasöpe = in grande disordine e scompiglio, a soqquadro.

I marjùle m’hanne mìsse ‘a chése sottasöpe = I ladri mi hanno messo la casa a soqquadro.

Me sènde ‘u stòmeche sottasöpe = Ho lo stomaco in disordine

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Söte

Söte agg. e s.f. = Calmo, seta, sete

1) Söte agg. = Pacato, sereno, controllato, tranquillo, quieto.
Esortazione ai bambini vivaci: Stàvete söte! = State quieti!
Di’ au mére: stàtte söte! Di’ al mare: resta fermo (impossibile)

2) Söte s.f. = La seta, fibra tessile ricavata dal bozzolo del baco da seta.
Tènghe ‘na camecètte de söte = Ho una camicetta di seta.

3) Söte s.f. = La sete, bisogno fisiologico di bere, che si manifesta con una sensazione di asciuttezza della bocca o della gola.
Me stéche murènne de söte = Mi sto morendo di sete.

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Sóste

Sóste s.f. = collera, agitazione, stizza

Stato d’animo dovuto a irritazione, nervosismo, ansia.

Li vöne a sóste= si sta inquietando per l’impazienza.

Sté sestüse = è intrattabile.   (alcuni scrivono ssts: ma converrete che è illeggibile)

Se me vöne la sóste nen sacce add’jì ca jéme a fenèsce = Se mi spazientisco non rispondo delle mie azioni (alla lettera: non so dov’è che andiamo a finire).

La pronuncia della ó è molto stretta, quasi una u.

Il sostantivo è diffuso in tutta la Daunia e in Basilicata.
Il dott. Luciano Antonellis, autore di un pregevole vocabolario del dialetto cerignolano, asserisce che il termine sóste derivi dal latino suscitare.

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Sòrve

Sòrve s.f. = Sorba, sorbola.

Va pronunciata con la ò larga (‘a sòrve). Se invece si usa la ó stretta (‘u sórve) il significato, al maschile, cambia!: il sughero.

“Il Sorbo (Sorbus domestica) è un albero della famiglia delle Rosacee, che cresce anche spontaneo ai margini dei boschi nei Paesi del Bacino del Mediterraneo

Di questa specie esistono due varietà: una con frutti piriformi (simili a piccole pere), e l’altra con frutti rotondi (simili a piccole mele). I frutti di questa specie venivano in passato usati a scopo alimentare, ma oggi non vengono quasi più consumati. I frutti del sorbo sono chiamati sorbe o sorbole e hanno la particolarità di completare la maturazione dopo la raccolta, pertanto vanno conservati e lasciati maturare ulteriormente finché “ammezziscono”, cioè diventano morbidi e saporiti.”

Fin qui quello che riporta Wikipedia, testo e foto.

È opportuno aggiungere la solita nota fonetica. Diciamo sòrve, o anche sòreve perché, con retaggio del dominio spagnolo che ha lasciato tracce anche nella lingua parlata, la b e la v si pronunciano allo stesso modo. Esempi?: vràzze, varvjire, àreve = braccio, barbiere, albero.

Come è ormai consuetudine, inserisco un ricordo personale legato all’argomento trattato. Scendeva periodicamenmte dalla montagna un tizio che vendeva capperi, corbezzoli e sorbe, a seconda della stagione.
Lanciava il suo grido con voce squillante e possente. Chjapparììììììne! Mbriachèèèèèlle. Ca tènghe li sòòòòòrve! . Poi, inaspettatamente in italiano, gridava: “comprateli che sono buoni!”

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Sorte de

Sorte de loc.id. = Straordinario, splendido, magnifico, ecc.

Che ha carattere di straordinarietà per bellezza, dimensioni, bontà, cattiveria, ecc.

Non credo che in italiano ci sia un modo così efficace come questa locuzione tipica pugliese. Se mi sbaglio di correggerete!

‘Na sorte de vàrche = Una straordinaria barca.

Stàteve attjinde ca quà stéje ‘nu sòrte de canagghjöne! = State attenti che qui c’è un pericoloso cagnaccio.

‘Sorte de chése ca tjine! Accüme fé? = Che splendida casa che hai! Come fai (a tenerla in ordine)?

‘Sta sorte de pìzze nen ce la fazze a mangé = Quasta enorme pizza….non ce la faccio a mangiare!

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Sòrge-ind’a-sàcche

Sòrge-ind’a-sàcche = Sorcio nella tasca.

Soprannome simpaticissimo

Immagino che avranno fatto uno scherzo a qlcu.

Chissà la sorpresa quando il poveretto ha messo la mano in tasca! Bisogna sapere se il topo era morto o vivo!

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Sorge

Sorge s.m. = Topo

Topo (Mus musculus domesticus ) Piccolo mammifero roditore, caratterizzato da peluria fitta e corta di colore grigio scuro, lunga coda, zampe anteriori più corte di quelle posteriori, muso appuntito e orecchie piuttosto sviluppate; è onnivoro ed estremamente vorace

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Söre

Söre s.f. = Sorella, sera

1) Söre = Sorella pronuncia identica al termine francese soeur, che significa proprio sorella.

2) Söre = Sera. Parte del giorno compresa fra il tramonto del sole e la piena oscurità.
Stasöre = Stasera, questa sera.

Entrambe le parole hanno lo stesso suono.

Il contesto della frase chiarisce se stiamo parlando della sera o della sorella.

Cré söre hann’a venì, jèsse e la söre = Domani sera devono venire, lei e la sorella

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Söpe-a-Trejüne

Söpe-a-Trejüne topon. = Sopra la Tribuna

Questo toponimo identifica una delle quattro zone in cui idealmente si suddivideva la città di Manfredonia (oltre a Mundìcchje, Före-a-Porte e Abbasce-a-mére).

Si localizza nella parte a nord di Via Antiche Mura, dalle mura verso la direttrice per San Giovanni Rotondo.

Tutte le costruzioni ivi esistenti sono sorte dopo gli anni ’20. Mio padre raccontava che prima della Grande Guerra le Porte della città venivano chiuse a caléte de söle. Chi giungeva dopo il tramonto si accampava nelle Taverne fuori città, in attesa dell’alba, quando venivano riaperte.

Vedi: Abbasce-a-mére
Vedi: Mundìcchje
Vedi: Före-a-Porte

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Söpe

Söpe avv. = Sopra, su,

In posizione superiore o sovrastante rispetto a qcs; indica la posizione di un oggetto posto su una base o un sostegno.

So’ nghjanéte söpe a caste, ma tóje te ne jive già jüte = Sono salito su a casa tua, ma tu te ne eri già andato.

Appùgge ‘u libbre sope a sègge = Appoggia il libro sopra la sedia.

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