Ngaleméte agg. = Affannato
Ansante, ansimante. Dicesi di qcn.che fatica a respirare a causa di uno sforzo, di una corsa.
Viene dal sostantivo (clicca⇒)cafùrchje
Adattarsi a vivere in un bugigattolo, ovviamente stretto, soffocante, non trovando o non avendo la possibilità economica di occupare una casa più adeguata alle proprie esigenze.
Fig. Nascondersi nella tana, rintanarsi, non uscire di casa, per il freddo o per ragioni di salute fisica e, purtroppo, anche mentale (agorafobia).
Che è sporco im maniera eccessiva, che reca tracce di sporcizia accumulata, che è incrostata di calcare o di sozzura. Puah!
Sta cavedére sté tutta ngaccavüte = Questo pentolone è oltremodo sporco. A proposito, mi viene a mente che per scrostare le pentole, al posto di Calinda o Vim in polvere non ancora inventate, le nostre mamme come abrasivo usavano la tufina (‘a frasciüme), biologica, naturale, gratuita e senza additivi chimici. Fine della regressione personale.
Quando si vede una persona scura di carnagione, si dice che è il suo colore è nìrje ngaccavute = nero incrostato, riarso, come quello del fondo delle padelle. Per carità. niente razzismo!
Presumo che il termine derivi da “cacca”.
Suscitare, infondere un sentimento di paura o sottomissione in qlcu con minacce velate o tangibili.
Sostantivo derivato “cacàzze” = paura
‘Sti fatte ca succèdene me stànne ‘ngacazzànne = Questi fatti che accadono mi stanno intimorendo.
Nella forma riflessiva ‘ngacazzàrece o ‘ngacazzìrece = intimorisi, impaurirsi.
Oh frèchete, te ‘ngacazzìje per l’ombra töja stèsse = Vergogna! Ti impaurisci della tua stessa ombra!
dal Vocabolario italiano di Sabatini-Coletti: “Infornata = Introduzione nel forno di cottura di materiali o impasti alimentari: l’i. delle ceramiche, del pane; la quantità introdotta.”
Noi intendiamo solo la quantità di materiale introdotta nel forno. La capienza potenziale del forno.
I panifici facevano almeno due infornate nella giornata: ‘a prüma ‘mfurnéte = la prima infornata, diciamo verso le 5 di mattina, per cuocere il pane destinato alla vendita. ‘A seconda ‘nfurnéte, verso le 11, per cuocere il pane preparato dalle famiglie, dietro modesto compenso (‘a nfurnatüre).
È un simpatico modo figurato di descrivere un affollamento all’interno di un luogo chiuso o recintato, come un cinema, una chiesa, un’abitazione, un campo sportivo, uno stabilimento balneare.
L’origine è chiara. Quando una volta si panificava in casa, si ricorreva ai forni pubblici, dove con un modesto compenso (‘a nfurnatüre) si otteneva, in una collettiva infornata, la cottura del pane.
Ovviamente c’erano giornate che il grande forno lavorava con poche pagnotte e delle giornate che si riempiva del tutto. Ecco, questa era l’infornata piena.
Se capitava che il cinema era pieno, addirittura conteneva persone che assistevano alla proiezione stando in piedi, ecco quella era ‘a ‘nfurnéta chjöne, l’infornata piena.
In ogni caso ‘a nfurnéta chjöne designa un successo. Non solo nel mondo dello spettacolo o ecclesiastico, o sportivo, ma anche nell’ambito familiare.
Come quando i genitori premurosi vedono la loro mensa attorniata da figli, generi, nuore e nipotini, specie nelle grandi ricorrenze, e godono nel vedere la loro casa nel caos: ci sarà tempo di sistemarla…
Nota linguistica. Le persone più anziane pronunciano ‘mburnéte/’mburnatüre, perché, come ho spiegato al punto 6.7 del capitolo Ortografia e Fonologia (clicca in alto, accanto a “Gli autori”) le consonanti “nf” diventano “mb” (es: Mambredònje, cumbìtte, ‘mbàcce
In italiano non esiste un termine simile a “infornatura”.
Da noi designa la tariffa pagata ai forni pubblici per ottenere la cottura di pane o di taralli o di rjanéte.
Le cucine domestiche una volta non evevano il forno per cuocere torte, timballi o biscotti e si ricorreva ai forni aperti al pubblico, specie per il pane. Il compenso era piuttosto modesto.
‘Nnèstre s.f. = vaccinazione antivaiolosa
Usata generalmente al plurale, ‘i nnèstre alla lettera significa gli innesti.
In effetti si tratta di innestare, di inoculare nell’organismo umano la linfa di pustole del vaiolo bovino per la profilassi del vaiolo. Ricorderete che fu l’inglese Edward Jenner agli inizi dell’800 a divulgare questa pratica.
Successivamente furono perfezionati e somministrati dei vaccini per conferire a una persona o a un animale uno stato di immunità attiva nei confronti di determinati microrganismi o virus.
‘Nnèstre vengono chiamate anche quelle incisioni cicatrizzate sul braccio delle persone sottoposte al trattamento. Fortunatamente questi inestetismi non si vedono nelle generazioni attuali, perché le tecniche sono mutate, e basta una puntura per inoculare il vaccino, senza eseguire alcuna incisione col bisturi “infetto” allo scopo di creare anticorpi e immunità.
In dialetto si specifica la provenienza dal Giappone = Nèspele a Ciappöne.
Qualcuno pronuncia nèspre. Tollerabile.
La Nespola ha forma ovoidale, buccia sottile e liscia di colore arancio, polpa giallognola, acquosa e aspra, grossi semi scuri.
Matura a primavera ed è un frutto di breve durata.
Nése s.m. = Naso
Organo dell’olfatto che si trova sul viso ed anche sul muso di qualche animale, con due narici alla sua base. Protegge l’organo dell’olfatto ed è l’elemento esterno delle vie respiratorie
Pigghjé söpa nése = Prendere sopra naso. Avere qlcn in antipatia, puntarlo, tenerlo sulla corda.
Nen tenì nése = Non aver naso. Non avvertire imbarazzo. Non vergognarsi di nulla, non accorgersi di sbagliare atteggiamento.
Attandàrece ‘u nése = Decidersi di comportarsi in maniera consona. Per esempio ricambiare una cortesia, ricompensare con un regalo qualcuno che ci ha favorito, presentarsi con un dono a casa di chi ci ha invitato,
Jì ‘mbacce ‘u nése = Svicolare da una situazione poco chiara, ordita da qualcuno, o fare una furbata a suo danno, o imbastire una contromossa, scansare un probabile raggiro, ecc.
Sté vocche e nése = Stare vicino, sia in senso reale (vicini di casa, di banco, di ombrellone…) sia in senso figurato (vicini come idee, intenti, carattere, gusti…)
Il riferimento è ovvio riguarda la poca distanza che separa la bocca dal naso (spesso occupata da baffi maschili o anche ALT!)
Fé ‘mbacce ‘u nése = Eufemismo usato al posto di un improperio per invitare qualcuno tedioso o insistente ad allontanarsi immediatamente. Si dice: Va lu fé ‘mbàcce ‘u nése!.
Personalmente, io preferisco un sonoro vàffa…