Accüme me pajàbbe, acchessì te pettàbbe

Accüme me pajàbbe, acchessì te pettàbbe.

Alla lettera significa: come mi pagasti, così ti tinteggiai.

Con la cifra che hai stanziato non potevi pretendere una prestazione d’opera e l’impiego di materiali di prima scelta per la dipintura della casa. Si può intendere anche la realizzazione di un quadro o di un ritratto a pennello.

Volutamente si usa la declinazione dei verbi alla maniera di un dialetto della Terra di Bari o del Sub-appennino dauno (Faeto, Carlantino o giù di lì) per mostrare la schiettezza del detto, e un po’ per prendere in giro il committente spilorcio.

Infatti in manfredoniano si dovrebbere dire pajàste e pettàtte. o, meglio, al passato prossimo: cüme m’ha pajéte, acchess’ t’agghje appettéte. = come mi hai pagato, così ti ho dipinto.

Il Detto viene pronunciato quando si ripaga qualcuno “della stessa moneta”, nel senso di ricambiare il male ricevuto facendo a propria volta del male.

Simile ad un altro proverbio dello stesso tenore: Accüme me sùne, acchessì te cande = come mi suoni, così ti canto..
Filed under: Proverbi e Detti

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