Daddjiche

Daddjiche sopr. = D’Addiego.

È la forma dialettale del cognome D’Addiego. Ormai è un soprannome “quìdde Daddjiche” = quelli (appartenenti alla famiglia) D’Addiego.

Caremöle Daddjiche = Carmela D’Addiego, classe 1905, era un’amica della famiglia di mio padre.

Era una nonnina vivace, senza peli sulla lingua, molto in gamba.

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Dacchessì

Dacchessì avv. = Così

In questo modo, in questo aspetto, in cotal forma e sim.

Meh, nen facènne dacchessì! = Dai, non fare così!

Dacchessì avöv’a jèsse = Così avrebbe dovuto essere.

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Damò de nànde

Damò de nànde loc.avv. = D’ora in poi

Accettabile anche da mò de nànze = Da ora in avanti.
In ogni caso si pronuncia con una sola emissione di voce, come fosse una sola parola: damodenànze.

Quando si dà un ordine perentorio, si intende cambiare immediatamente un andazzo, una disposizione, si inizia così: da questo momento si fa in questo modo!

Da mò de nànze mìttete a studjé alla veramènde, ca se nò nen pàsse! = D’ora in poi impegnati a studiare seriamente, altrimenti non supererai gli esami.

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Djitöne 

Djitöne s.m. = Dito grosso, Pollice e Alluce

Significato letterale: ditone, dito grande.

Ovviamente si riferisce sia al pollice delle mani, sia all’alluce dei piedi.

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U cazze ca non völe fòtte dïce ca tròve ‘i pïle pe nnanze.

U cazze ca non völe fòtte dïce ca tròve ‘i pïle pe nnanzepr.

Chiedo scusa per la frase un po’ troppo colorita…. Anche questo è dialetto. Credo che la traduzione sia superflua.

Il proverbio evidenzia il fatto che spesso colui che non ha voglia di fare qualcosa riesce sempre a trovare una scusa per non farla.

Con lo stesso significato si cita anche quel Detto dell’asino che non vuole bere.(←clicca)

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Cuzzètte

Cuzzètte s.m. = Nuca

Occipite; estens. la parte posteriore del collo, Familiarmente dicesi collottola.

Quando tornavamo dal barbiere, immancabilmente qlcu dava uno schiaffetto sulla nuca, perché si doveva ‘ngegné ‘u cuzzètte = inaugurare la collottola.

Per estensione si intende indicare con cuzzètte la parte posteriore di un arnese. Per esempio l’accetta ha una parte detta tàgghje = taglio e quella opposta, sopra l’occhio dov’è infilato il manico, chiamata cuzzètte, che può essere adoperata come martello d’emergenza.

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Cùzze

Cùzze s.m. = Occipite, collottola

Vale qui quanto già detto per cuzzètte, di cui praticamente è un diminutivo.

Lo vedo collocato sia come parte posteriore di un arnese, per esempio dell’accètta, usata talvolta come improvvisato martello e sia per significare una grossa nuca di adulto.

Così forse è meglio spiegato anche il soprannome Rangecùzze.

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Cutüne

Cutüne s.m., top. = Pozzanghera

Pozza di acqua piovana, sporca e fangosa formatasi sulla strada o nei terreni.

Per estensione dice anche di stagno, laghetto al posto di ‘u léghe = il lago.

E cóste jì ‘nu léghe? cóste jì ‘nu cutüne! = E questo è un lago? Questo è una pozzanghera!

Esiste una masserìa in agro di Manfredonia detta proprio Cutüne, sulle mappe segnata come Cutino.

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Cutrjéte

Cutrjéte agg. = Soddisfatto

Ho sentito anche la versione cutljéte. Perso che entrambe vadano bene per dire: contento, accontentato, appagato, pago, felice, beato, sazio, satollo,sfamato, ecc.

Codde Giuànne jì cannarüte; ajire au festüne ò fatte paste nòbbele: ah sì, tutte cundènde e cutrjéte! = Costui, Giovanni è ghiottone: ieri al rinfresco ha mangiato cibi prelibati: eh sì, tutto contento e soddisfatto.

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Cutelàrece

Cutelàrece v.i. = muoversi

Ho usato il verbo muoversi, nel senso che qualcosa, per cause diverse, presenta anomalia perché non è ben fissata nella sua posizione originale.

Faccio qualche esempio per chiarire il concetto.

‘Stu chjuve ce cutelöje = questo chiodo dondola (non è ben fissato);

Dottö’ tènghe düj djinde ca ce cutelèjene = Dottore, ho due denti che si dondolano;

Tjine ‘a fröve? Vatte cùleche e nen te cutelànne = Hai la febbre? Mettiti a letto e non ti muovere.

Nella forma transitiva va bene cutelé (dal latino cutere e cutulum = agitare, scrollare).

Da questo verbo latino deriva l’italiano “scuotere” nonché  il nostrano sostantivo maschile (clicca→) cutelìzze che indica una leggera scossa tellurica, o anche il lieve scuotimento di una persona attraversata da brividi di febbre,  

 

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