Pìgghjete ‘u bbùne quànne l’é, ca ‘u trìste nen mànghe mé.

Pìgghjete ‘u bbùne quànne l’é, ca ‘u trìste nen mànghe mé.

Prenditi il buono quando lo hai, perché il male è non manca mai.

Il grande poeta latino Orazio, (Quintus Horatius Flaccus, nativo di Venosa) morto pochi anni prima della venuta di Cristo, è stato capace di riassumere questo pensiero in due parole: carpe diem, ossia acchiappa il giorno (il giorno favorevole, altrimenti sfugge).

Non ho studiato Orazio in latino, ma siccome in un ristorante di Potenza, chiamato “La Taverna Oraziana”, assiduamente frequentato da me durante il periodo lavorativo, campeggiava questa bella scritta, mi sono impegnato a soddisfare la mia innata curiosità….Ecco perché conosco il significato di carpe diem.

La saggezza popolare di questo proverbio quindi affonda le sue radici fino a venti secoli addietro, seguendo la scuola edonistica della ricerca del benessere, della felicita, del piacere.

E mò basta con la filosofia.

In pratica il Proverbio esorta a non rinunciare, anzi “costruirsi” una buona giornata, perché quella cattiva viene da sola.

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