Recchjàscene

Recchjàscene s.m. = orecchioni, parotite epidemica

È detta sempre al plurale (‘i recchjàscene) perchè questa malattia infantile molto infettiva colpisce entrambe le orecchie. In altre parti d’Italia è chiamata “gattoni” perché deforma un po’ il viso dei bimbi colpiti per il rigonfiamento che essa comporta ai lati del volto, facendone assumere una parvenza di viso di gatto, più largo che lungo.

Leggo su Wikipedia: “La parotite epidemica, più conosciuta con il nome popolare di orecchioni o gattoni, è una malattia infettiva acuta. Si localizza primariamente ad una o entrambe le parotidi, grosse ghiandole salivari poste nel retrobocca, dietro ai rami della mandibola oppure sotto le orecchie.
Se questa malattia colpisce in età adulta, può portare sterilità, dato che il virus può spostarsi, tra i vari distretti, anche ai testicoli o alle ovaie, causando nel 30% dei casi maschili severe orchiti e nel 5% dei casi femminili delle ovariti.”

Questo spiega il termine spregiativo di “ricchione” usato erroneamente in tutta la Puglia indicare una persona con orientamente omofilo.

Sterilità non significa omosessualità o impotenza. Ricordo due aggettiivi legati a impotenza o sterilità: impotentia coeundi e impotentia generandi.

Fine della parte scientifica. Tra l’altro non sono medico e non vorrei sbilanciarmi dicendo castronerie (cose inesatte).

Tornando a recchjàscene ricordo che le nostre nonne usavano curarle con strani segni tracciati con la matita copiativa sulla parte gonfia, accompagnando la “scrittura” con formule magiche bisbigliate per auspicare la rapida scomparsa dei sintomi.

Forse il rito funzionava meglio dell’ASL!

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