Spïnapùrche

Spïnapùrche s.f. = Topo di mare

Si può scrivere anche spünapùrche.
Finalmente ho reperito, grazie all’amico Amilcare Renato, il nome scientifico di questo animaletto marino che produce le famigerate spünapurche.

Il Topo di mare (Aphrodita aculeata) è un anellide invertebrato, che raggiunge la lunghezza massima di 20 cm, e vive semi sommerso dal fango sui fondali marini dei Mediterraneo, nel Atlantico settentrionale e nel Mare del Nord fino a 200 metri di profondità. Di forma ovale e piatta, ha il corpo a 40 segmenti ricoperti di pelo iridescente e contornato da aculei rigidi, atti alla sua difesa dai predatori.

Ritengo che, durante la pesca a sciabica o a strascico, il Topo di mare viene a contatto con il pescato e rilascia i suoi micidiali sottilissimi aculei, di circa 1 cm, che si conficcano, per sfregamento, nelle carni dei molluschi (seppie, calamari), e tra le squame di alcuni pesci, cefali e sparroni in particolare.

Le massaie temevano che, durante la pulitura di questi pesci, le spünapùrche trafiggessero la pelle delle loro dita, o che rimanessero nascoste all’interno dei pesci, e perciò non li compravano volentieri. Per sbarazzarsi di questi pesci “infestati” di “spine”, i pescatori li vendevano a prezzo vile.

La foto (reperita in rete) riprende il Topo di mare in posizione dorsale.

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