Sturte e malurte

Sturte e malurte loc.id. = Alla meno peggio

Questa locuzione idiomatica si può tradurre anche in: bene o male, concludendo, finalmente, ad ogni modo, ecc.

Con termini più moderni si dice: stùrte e drìtte, o anche all’ammèrse o alla drìtte

Insomma descrive una prestazione d’opera, un manufatto, ecc. portato sì a termine, ma non proprio secondo le aspettative.

Si dice anche quando un lavoro iniziato da lungo tempo è stato ultimato ben oltre i termini previsti.

Uhé, Giuà, avüte fenüte de frabbeché? – Sì, ngrazzje a Düje, ‘u möse passéte: sturte e malurte àmme avüte ‘a chése e àmme paiéte ‘u màstre. = -Ehi, Giovanni, avete finito di costruire? – Sì, grazie a Dio, il mese scorso: finalmente abbiamo ottenuto la casa e abbiamo liquidato il costruttore.

Il termine malurte non significa niente (*). È solo un rafforzativo in rima, come nella locuzione spjirte e demjirte.
In italiano, proprio sturte e malurte si dice anche di riffa e di raffa = in un modo o nell’altro, ad ogni costo.
Ove riffa significa anche prepotenza (Toscana) e raffa colpo di boccia, contro il pallino o contro una boccia avversaria.

(*)  Il Prof. Michele Ciliberti – che ringrazio pubblicamente –  mi ha fatto notare che invece malurte in questa locuzione ha un significato molto calzante. Mi ha scritto:

«Leggo che “malúrte” non significa niente, serve solo per la rima. Invece, non è così. Anzitutto l’etimologia è dal latino “male ortum”, cioè “nato male”, quindi qualcosa di non regolare o di naturalmente irregolare.»   (Michele Ciliberti)

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