Trìspete

Trìspete s.m. = Trespolo, cavalletto.

Etimologicamente Trespolideriva dal tardo latino trespede(m), ossia con tre piedi, anche se il numero dei piedini d’appoggio non era vincolante.

Si tratta di un supporto di varia forma che poggia su tre o più piedi, usato come appoggio o come sostegno.

In dialetto era detto anche trispele o, con voce più antica, solo trìspe sia al singolare, sia al plurale.

Da noi con questo termine si indicavano (parlo al passato perché non esistono più per questa funzione), solo quei cavalletti di ferro usati per sostenere il letto. Dalla barra trasversale scendevano due gambi e ognuno di questi si biforcava. Sul pavimento quindi c’erano quattro piedini per ogni trespolo.

Ogni letto singolo aveva due trespoli, uno a chépe = a testa, e l’altro a pjite = a piedi. Sopra le due traverse superioni, ad almeno 40 cm dal pavimento, si ponevano dei tavolacci di legno destinati a sostenere ‘u saccöne = il pagliericcio, imbottito di foglie di mais, e infine il mataràzze = materasso, (forse) con la lana.

Ovviamente il letto matrimoniale aveva tutto a misura doppia: quattro trespoli, doppio di tavolacci, due pagliericci e due materassi.

Nelle case dei proletari a piano terra (la quasi totalità degli abitanti di Manfredonia), nello spazio tra i due trespoli si depositava la legna secca da ardere nel fucarüle = focolare.

Lascio immaginare a voi il ricettacolo che diventava il sotto letto: corteccia secca staccata dalla legna, polvere, scarafaggi…
Agli occhi di oggi ci sembra impossibile. Eppure le nostre nonne ci hanno vissuto in questa maniera.
Qualcuna, per igiene, allevava in casa una quaglia che faceva repulisti di insetti, ma in compenso lasciava immunerevoli cacche sparse su tutto il pavimento…..

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