Cardöne s.m. e agg. = Cardo
Nome comune di diverse piante campestri erbacee con foglie e brattee spinose, della famiglia delle Composite.
Il cardo, del genere Cinara (Cynara cardunculus) appartenente famiglia dei carciofi, viene anche coltivato come ortaggio, con foglie carnose biancastre.
E’ detto in dialetto ‘u cardöne de péne = cardo di pane, perché piuttosto asciutto, per distinguerlo da quello spontaneo dei campi, ovviamente chiamato cardöne d’acque.
Anche i meloni si distinguono quelli ‘di pane’ e quelli ‘d’acqua’.
I cardi sono piuttosto insipidi, senza un gusto accentuato.
Quelli campestri (Silybum marianum) venivano consumati crudi, dopo paziente operazione per privare le coste dalle spine e dai filamenti, dai pastori che non avevano altro companatico.
Sono piuttosto insipidi, senza un gusto accentuato. Per questo motivo il termine è passato ad indicare un soggetto fessacchiotto.
Vi invito anche a vedere il termine cardungjille, un cardo selvatico invece molto apprezzato.
Cardöne è usato anche come soprannome, forse derivante dal cognome Cardone
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