Tag: aggettivo

Affaréte

Affaréte agg. = indaffarato, affaccendato

L’aggettivo deriva direttamente dal francese affairé, ed è usato in gran parte della Daunia.
L’italiano “indaffarato” rende meglio l’idea della persona che ha sempre poco tempo da dedicare agli altri.
Fa tutto di fretta e sembra che le sue attenzioni siano rivolte ad eventi molto più importanti dello scambiare due chiacchiere con gli amici.

Si ritiene unico titolare del ruolo di salvatore del mondo, perché senza di lui tutto andrebbe in malora.

Viene un po’ deriso dai conoscenti che lo individuano senza nemmeno nominarlo:
Sté affaréte ‘na persöne! = Qualcuno è oltremodo affaccendato…



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Appuppacüle

Appuppacüle agg. = insolvente

Va bene anche scritto appuppa-cüle.

L’aggettivo è specifico per descrivere una persona indebitata, di dubbia moralità che spesso non fa fede ai suoi impegni.
Insomma uno che molla spesso una fregatura ai creditori.

Un cattivo soggetto che è bene tenere alla larga.

Vi consiglio di leggere l’articolo che dà origine a questo termine, cioè puppéte o appuppéte cliccando qui.

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Chjatte

Chjatte agg. = piatto

Oggetto che ha la superficie piana, non concava né convessa.
Si definisce piatto anche come contrario di rotondo, come ad esempio certe viti “a testa piatta” ben diverse da quelle “a testa tonda”, che sporgono dal supporto per ottenere effetti estetici o funzionali.

Non parliamo dei «terrapiattisti», per i quali il nostro mondo fisicamente, come corpo celeste, non è un globo terracqueo, ma una strana superficie rotonda e piatta, come una pizza napoletana, con tanto di bordi.

Attenzione:
“piatto”, inteso come sostantivo, è una stoviglia di uso quotidiano per contenere il cibo e si pronuncia pjatte, non chjatte.
Questi piatti si distinguono in pjatte cuppüte e pjatte spése e ossia piatto fondo destinato a contenere la minestra, e il piatto piano usato per accogliere la pietanza.

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Subbetànje

Subbetànje agg. = Subitaneo, d’impulso, rapidamente

Che avviene o si manifesta d’un tratto o con grande rapidità.

Deriva dal latino  subitanĕus, der. di subĭtus = improvviso.

Il termine “dotto” è rimasto nel nostro dialetto solo nella locuzione ‘na morta subbetànje per designare un una morte rapida, senza lunga agonia, o un decesso improvviso, inaspettato..

Come sinonimo usiamo la locuzione tutte ‘na volte = tutto d’un tratto, rapidamente, inaspettatamente.

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Gravante

Gravante agg. = greve, pesante

L’aggettivo deriva direttamente dal latino gravis = grave, pesante.

In lingua italiana è estensivo, cioè vale sia per le persone, sia per gli oggetti, sia nel linguaggio figurato, nel senso di opprimente, penoso, angoscioso, soffocante.

In dialetto è riferito solo a persone sofferenti a causa o per effetto del loro sovrappeso.

Giuanne jì gravante assé! Se chéde ‘ntèrre, va lu jàveze, va! = Giovanni è molto pesante! Se dovesse cadere occorrerà molta fatica per sollevarlo.

L’obesità è sempre una patologia con conseguenze serie sul cuore, sul sistema circolatorio e respiratorio.
Infatti le persone obese presentano affanno, anche compiendo la minima attività fisica, sudano in abbondanza, ed hanno difficoltà respiratorie. 


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Spràteche

Spràteche agg. = inesperto, non pratico

L’aggettivo è riferito a persone che si improvvisano mestieranti mentre sono del tutto incapaci.

Il risultato è ovviamente disastroso, o quanto meno deludente, molto al di sotto delle aspettative.

Metti me a restaurare un mobile antico, o a tagliare una lastra di vetro, o a stirare una camicia…

Non parliamo se mi fai sedere davanti a un pianoforte.
Con tutta la concentrazione possibile, al massimo riuscirò a pestare sui tasti, dopo numerosi tentativi, “Tanti auguri a te” con un dito solo!

Invece davanti ad una macchina da scrivere me la cavo molto meglio!

Anche a cuocere due uova in tegamino. Ma non di più!

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Accuste

Accusté v.t. = accanto, a fianco, a lato, presso, vicino

Indica la poca distanza fra persone o di cose (case, edifici).

Giuanne jàvete accuste a chése = Giovanni abita a fianco di casa (mia).

Mìttete accuste a mmè, nen ‘ncarecanne =Mettiti accanto a me, non temere.

A segnöre accust’a mme töne ‘nu chène ca škéme tutt’a notte.= la sigmora accanto ha un cane che guaisce tutta la notte.

Da ragazzo ritenevo che accuste , per la vicinanza, si riferisse ai custe , come dire “alle costole”. Invece ho scoperto che deriva dal latino ad costam = a lato, vicino. Da qui derivano ovviamente anche accusté e accustàrece= avvicinare, avvicinarsi.

Mi viene a mente un brindisi in dialetto napoletano:.
Si riempiono i bicchieri e si invitano i presenti a imitare il gesto:

Aìza, aìza, aìza,
acala, acala, acala,
accosta, accosta,
alla saluta vostra.

Ossia:
Alza, alza, alza;
abbassa, abbassa, abbassa,
accosta, accosta, accosta:
alla salute vostra!

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Trìste

Trìste agg. = Tristo, maligno

L’aggettivo trìste, oltre al significato di tristo, ossia maligno, bieco, cattivo, designa – stemperandone il pesante significato –  anche l’aspetto di un bambino molto irrequieto, che dà grattacapi ai genitori.

Vi rimando ai due proverbi riguardanti il triste cliccando qui e anche qui

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Caseriande

Caseriande agg. = bighellone, ozioso.

Persona va da una casa all’altra di amici e conoscenti per chiacchierare, o per scroccare cibarie e bevute, o solo a pettegolare e a perdere tempo.
Il sostantivo è strutturato come malazziunande = delinquente, furfante, avvezzo a compiere cattive azioni.

Mariètte jì caseriande assé = Mariella (invece di sbrigare e faccende domestiche) se ne va bighellonando di casa in casa a spettegolare.
Il dialetto sovente è molto sintetico, cioè esprime con un solo termine un intero concetto.

Nota linguistica:
Deriva dal verbo caserié = andar di casa in casa.
Nei paesi garganici tuttora dicono càsere per indiucare il plurale di chése = casa.
Questa voce da noi è ormai scomparsa, perché usiamo chése sia al singolare, sia al plurale, salvo che in questo verbo e i suoi derivati.

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Locche-locche

Locche-locche agg. Lento, adagio. 

Lòcche-lòcche significa lento-lento, senza alcuna fretta, posapiano.

Forse deriva dal latino locus locus.

Sinonimo lanna-lanne, a scherzosa imitazione del dialetto Sangiovannaro, che per dire “lento” usa l’aggettivo lanne.

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