Autore: tonino

Abbönecónde

Abbönecónde avv. = infine, insomma

La traduzione letterale sarebbe “a buon conto”; in italiano si potrebbe usare la locuzione “ad ogni buon conto” o anche “morale della favola”, “alla fine”, “in fin dei conti”.

Il lodato vocabolario on line Sabatini-Coletti definisce come congiunzione testuale: “conferisce valore riassuntivo e conclusivo a una frase con sequenza di discorso rispetto a quanto detto in precedenza” Basta così, altrimenti questo mio lavoro rischia di diventare un trattato scientifico, cosa che assolutamente non è nelle mie intenzioni!!!!

Abbönecónde vù avì sèmpe raggiöne tó! = Alla fine vuoi sempre aver ragione tu!

Abbönecónde ‘stu capacchjöne uà fé cüme düce jìsse = Alla fine questo testone deve fare a modo suo (come dice lui)!

Abbönecónde, facjüme cüme e cazzöne, da turte a raggiöne = Morale della favola, pare che ora stiamo facendo come “cazzone”, il quale pur avendo torto marcio è riuscito ad aver ragione.

Esiste anche una forma molto più più antica, ormai del tutto desueta, che riporto in questo articolo solo per ricordarlo, cioè: abbönesüje o anche abbunesüje= ebbene sia (sia come tu mi dici, non mi va di replicare). Abbönesüje te vògghje avì crèdete = Alla fine voglio crederti (basta che finisca qui la disputa).

Chi rótte, chi sfascéte, chi arrepezzéte: abbönesüje nen ce stöve na cöse accüme i crestjéne = Chi rotto, chi sfasciato, chi rattoppato: insomma non c’era una sola cosa fatta per bene (come i “cristiani” nel senso di fatta a regola d’arte)

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Abbjàrece

Abbjàrece v.i. = Avviarsi

Mettersi per via (da cui l’origine) iniziare un percorso stradale, o anche, figuratamente, un’azione, un lavoro.

Addjì ca v’abbjéte? = Dove siete diretti?

Talvolta questa domanda innocente, detta con sarcasmo, è tutta una critica sul modo di vestire, sulla inopportunità di eseguire un lavoro, sull’ineguatezza dei mezzi, ecc. delle persone prese di mira.

Per rincarare la dose si dice tuttora: addjì ca v’abbjéte senza ‘mbrèlle? = Dove volete arrivare (figuratamente) se non avete i mezzi?

Come per dire: ma che cosa volete concludere?

Ricordo che molti termini, quale strascico della lingua dei dominatori spagnoli, cambiano la “v” in “b” (varve, vrazze, àreve = barba, braccio, albero). In quella lingua hanno pressocché lo stesso suono.

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Abbènge

Abbènge  v.i. =  dimostrarsi all’altezza, farcela.

Nen ce la fé abbènge = Non ce la fa a venirne fuori. Non riesce a sopportare.

Ritenevo che abbènge fosse la contrazione di “a vènge” (a vincere): non ce la fa a vincere, a sopportare, a completare un’azione con le sue forze, a uscire da una situazione difficile.
Invece ho scoperto casualmente che ci è pervenuto direttamente dal latino  abvincere, riuscire a sbrigare un lavoro, farcela

Cϋme uà fé abbenge? = Come deve fare a cavarsela?

Mi ricordo di una memorabile gara tra il venditore di fichidindia e l’acquirente. Il primo li nettava velocemente col suo coltellino affilato, e il secondo li mangiava man mano che l’altro li apriva.

Insomma il tagliatore era più veloce, e il mangiatore, per quanto si sforzasse, non ce la faceva deglutire un frutto che un altro era già stato pulito.

‘Nce la faciöve abbènge oppure Nen l’abbengiöve = Non ce la faceva a soverchiare.

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Abbendàrece

Abbendàrece v.i. = Calmarsi, sostare

Dicesi di breve riposo dopo una lunga corsa, o una lunga fatica fisica e mentale. Ora è di moda dire coffee-break.

Il verbo deriva dal latino adventare = giungere

Sté sèmbe affaréte! Abbjindete ‘nu pöche! = Sei sempre indaffarato! Calmati un poco!

Per estensione si applica anche agli agenti atmosfersi: c’jì abbendéte ‘ u vjinde = si è calmato il vento.
Ho sentito, forse con verbo più specifico, c’jì abbachéte ‘u vjinde.

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Abbatte

Abbatte v.t. = Abbattere, demolire; sconfiggere; pulsare

Abbattere, nel senso di eliminare ostacoli:

Stöve ‘una felére d’àreve e l’hanne abbattüte = C’era una fila di alberi e li hanno eliminati.

Hanne abbattute ‘u tramjizze = Hanno demolito il muro divisorio.

Abbattere nel significato di sconfiggere:

Tu m’abbatte a me? = Sei capace di sconfiggermi nella lotta?

Uh, Madonne, ce so accucchjéte jùmene e dònne, vulèvene abbàtte a Mambredònje (canto popolare) = Oh, Madonna, si sono uniti uomini e donne, volevano distruggere Manfredonia.

Tènghe ‘nu delore de dènte: e cume m’abbatte! = Ho un dolore di denti: come mi pulsa! Cioè il dolore si acuisce e diminuisce ritmicamente, ad ogni battito cardiaco.

Abbàtte ‘a fianghètte = Il fianco bussa. Avvertire forti stimoli di fame.

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Abbaste ca

Abbàste ca cong. = Purché

Purché, con valore condizionale significa: a patto che, a condizione che.

Mò te la ‘mbrèste a bececlètte, abbàste ca me la pùrte jògge = Ora te la presto la bicicletta, purché me la riporti nel pomeriggio.

Jéte au cìneme, abbaste ca turnéte sóbbete = Andate pure al cinema, a patto che rientriate presto.

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Abbaséte

Abbaséte agg = Sensato, serio

Riferito a persona corretta, responsabile, sensata.

Sepònde, sjinde a me! Códde jì ‘nu crestjéne abbaséte, jüje ‘u canòsce…= Sipontina, dammi retta! Costui è una persona sensata (dai retti principi, responsabile e serio), io lo conosco…

Se si tratta di una ragazza, si dice anche aggarbéte = garbata, in senso lato, positivo.

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Abbasce-Culìcchje

Abbasce-Culìcchje top. = Zona Boccolicchio

Il toponimo indica la parte dell’abitato di Via Maddalena e relative traverse, da Piazza Marconi all’incrocio con Via Campanile. Talvolta si usa dire Abbasce-u-culìcchje

Il prevalenza nel secolo scorso era popolata da pescatori, data la prossimità del mare, facilmente raggiungibile.

Alcune sue abitazioni a piano terra, costruite nel sec. XVII direttamente sugli scogli, sono tuttora dotate di acqua corrente attinta attraverso un pozzetto, dalla sorgente di acqua salmastra che corre al di sotto della loro pavimentazione fino al mare.

L’acqua corrente a quell’epoca non esisteva nemmeno nelle case dei notabili locali, che usavano l’acqua piovana accumulata nelle consuete fangose cisterne.

Erroneamente era ritenuto fino agli anni ’50 un quartiere povero e malfamato, abitato da tipi poco raccomandabili, una specie di ghetto, di banlieu, di bassifondi.

Etimologicamente deriva da vùcchele = vicolo.
Quindi vucculìcchje, vicoletto, nel corso degli anni si è pronunciato in forma contratta in culìcchje fino ai giorni nostri.
E nessun Manfredoniano, sapendo bene di che si tratta, si è mai sognato di tradurre  culìcchje in “culetto…”

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Abbasce-a-mére

Abbasce-a-mére topon. = Lungomare

Va bene anche scritto Abbascia-mére

Questo toponimo identifica una delle quattro zone in cui idealmente si suddivideva la città di Manfredonia (oltre a Söpe-a-Trjüne, Före-a-Porte e Mundìcchje).

Praticamente è tutta la fascia costiera a ridosso dell’abitato, anche in questo versante una volta cinto di mura, dal Torrione del Fico al Castello.

Le mura di cinta avevano una porta di accesso all’altezza di Via Campanile, chiamata Porta Boccolicchio.
Questa fu abbattuta a fine 1800 per consentire la costruzione della scuola Bozzelli, inaugurata nel 1903.
La Porta Boccolicchio è qui ripresa in una Foto dell’epoca dai F.lli Alinari di Firenze. Altri hanno  attribuito la foto al nostro  locale  pioniere fotografo Valente. Nel dubbio ho citato entrambi i presunti artisti che ci hanno comunque ci hanno tramandato un ricordo storico per rammentarci l’avvenuto scempio.

Un altro varco  è il notissimo Pertüse-u-mòneche= Foro, breccia, apertura del monaco, forse perché in corrispondenza del Convento dei Francescani.

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Abbacàrece

Abbacàrece v.i.= Affievolirsi

Riferito specificamente agli agenti atmosferici indica un calo della loro intensità: c’jì abbachéte ‘u vjinde = si è calmato il vento.

Il verbo deriva dal greco αβαΧ∈ω (abacheo) = stare quieto, fermo.
Credo che la stessa radice valga per (clicca→) abbendàrece.

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