Tag: aggettivo

Felabbustjire

Felabbustjire agg. s.m. = Scaltro

Chi e che è furbo, astuto, dalla lunga esperienza, che sa trovare sempre un espediente per cavarsi d’impiccio, che agisce senza scupoli, con prepotenza e addirittura al limite della legalità per raggiungere il suo scopo.

È un soggetto da evitare, che ne ha combinate di cotte e di crude, un ben farbutto.

E vüje ve mettüte pe quèdda pèlle? Sòrte de felabbustjire ca jì! = E voi volete competere con quella pellaccia? Sapete che è un autentico furfante.

L’etimologia è chiara: deriva da ‘filibustiere’, che anche in italiano è sinonimo di mascalzone, canaglia, delinquente, imbroglione, disonesto, farabutto, furfante, ecc.

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Favezöne 

Favezöne agg. e s.m. = Insincero

Comportamento falso, menzognero, ipocrita, dissimulatore.

Persona che agisce falsamente.

Làsselu pèrde ca códde jì ‘nu favezöne = Lascialo perdere, ché costui è un menzognero.

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Fàveze

Fàveze agg. = Falso

Riferito ad oggetti: finto, fasullo, contraffatto, falsificato, copiato, imitato.

Stàteve attjinde ca stànne i solde fàveze = State attenti ché circolano banconote false.

Riferito a persona: bugiardo, ingannatore, commediante, ipocrita, simulatore. In maniera esagerata dicesi: favezöne.

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Fattìzze

Fattìzze agg. = Robusto

Spesso, consistente, robusto, vigoroso, denso.

Riferito al vino significa che è ben corposo, con elevato tasso alcolico.

Riferito, per esempio, ad un muro indica un muro maestro di elevato spessore.

Insomma indica qlco o qlcu forte, robusto, massiccio. In Abruzzo dicono vino fattìccio: non ho avuto bisogno dell’ interprete per comprendere, data la similitudine del termine.

Bìvete ‘u vüne bianghe, ‘u vüne nìrje jì troppe fattìzze = Beviti il vino bianco, il vino rosso è troppo robusto.

‘U vüne jì fattizze, attjinde angöre te ‘mbriéche! = Il vino è corposo, bada a non ubriacarti.

Con il medesimo significato. in Abruzzo dicono fattìcce 

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Facce-canìgghje 

Facce-canìgghje s.inv. e agg. = Lentigginoso

Persona che ha la pelle cosparsa di lentiggini.

Le efelidi o lentiggini sono delle piccole macchie di colore giallo-bruno che si manifestano generalmente sulla pelle di persone di carnagione chiara e con capelli biondi o rossi.

Per similitudine vengono chiamate canìgghje perché le lentiggini sono simili nella forma e nel volume, proprio alla alla crusca.

Töne ‘a facce-canìgghje = Ha la faccia (e il corpo) lentigginoso.

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Énótele 

Énótele agg. = Inutile, è inutile.

Che non offre alcun vantaggio, che non è di alcuna utilità;
riferito ad un attrezzo: che è inservibile;
riferito a una persona: che è un fannullone, meschino, gretto, inadatto a vivere nella società.

Enótele ca parle. Jüje fazze a chépa möje = È inutile che parli. Io agisco di testa mia.

I ragazzi moderni pronunciano inótele, in forma simil-italiano. Lo accettiamo?

Tenghe jind’u garéce ‘na fatte de scerpetìgghje inótele = Ho nella rimessa una serie di oggetti inutili.

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Ecrù

Ecrù agg = Tessuto grezzo.

Crudo, greggio, specialmente riferito a stoffa non ancora colorata, che trova impiego tel-quel (altro francesismo di cui è infarcito il nostro dialetto) in lavori di sartoria.

Deriva dal francese écru (pronuncia ecrü)

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Devagliéte

Devagliéte agg. = Tormentato, assillato

Agitato per la puntura di un assillo, in grave difficoltà per le numerose traversie attraversate.

Che sragiona per le soverchie avversità.

Che ha un comportamento non troppo lineare a cause delle molte preoccupazioni.

Sté devagliéte de chépe = È fuori di testa.

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Desgrazzjéte

Desgrazzjéte agg. e s.inv. = Disgraziato

In italiano l’agg. significa che qlcu è stato colpito da sciagura, da sventura, da disgrazia.

In dialetto significa che la sciagura costui l’ha avuta nel cervello, perché si comporta da delinquente, farabutto, furfante, mascalzone, canaglia (basta per oggi?).

Talvolta viene spontaneo esclamare scherzosamente desgrazzjéte! quando qlc amico dice una battuta fulminante o fa uno scherzo un po’ pesante, ma ancora accettabile.

Se poi va fuori limite, parte ugualmente il desgrazzjéte!, ma contemporaneamente a una gragnuola di cazzottoni e ad un corollario di improperi: ghjachitemmùrte, ‘stu chjüne de quà, ‘stu chjüne de là, ecc…

Per i non Manfredoniani preciso che le “z” del termine hanno un suono dolce, non aspro.

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Cutrjéte

Cutrjéte agg. = Soddisfatto

Ho sentito anche la versione cutljéte. Perso che entrambe vadano bene per dire: contento, accontentato, appagato, pago, felice, beato, sazio, satollo,sfamato, ecc.

Codde Giuànne jì cannarüte; ajire au festüne ò fatte paste nòbbele: ah sì, tutte cundènde e cutrjéte! = Costui, Giovanni è ghiottone: ieri al rinfresco ha mangiato cibi prelibati: eh sì, tutto contento e soddisfatto.

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