Tag: verbo intransitivo

Reteràrece

Reteràrece v.i. = Rincasare

Tornare a casa propria dopo esserne usciti per lavoro, svago, viaggio, ecc.

Errato tradurre il nostro reteràrece o anche arreteràrece con l’italiano “ritirarsi”: lo fa la Corte per deliberare un verdetto, una bistecca durante la cottura, un esercito in ripiegamento, un testimone che ritratta la precedente affermazione, ecc.

Uagnü, arreteràteve sóbbete
 = Ragazzi, rincasate presto!

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Rašké

Rašké v.t. e v.i. = Raschiare, Pomiciare

1) Rašké v.t. = Grattare, raschiare, levigare una superficie, eliminandone incrostazioni e sporgenze con uno strumento ruvido o tagliente.

2) Rašké (o anche ‘Mbrašké) v.i. = Pomiciare.
Praticare il petting .
Petting indica un insieme di pratiche ed effusioni di natura sessuale ma che non includono un rapporto sessuale completo.

In tempi di magra…

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Punié

Punié v.i. = Puntigliare, contestare, intestardirsi nella proprie idee.

Quando qlcu puniöje (3a pers.sing.) raramente desiste dalle sue convinzioni, anzi contesta categoricamente qls altra ipotesi. Insomma costui è puniüse,fondamentalista convinto e intrattabile.

Sinonimo ‘nguccé= ostinarsi, intestardirsi in modo quasi irragionevole.

Ritengo che derivi dal latino in pugnare, ossia ‘combattere contro’ = impugnare. Un termine giuridico con il quale un soggetto chiede al giudice di eliminare o modificare una sentenza o una Proceduta ritenuta non corretta.

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Pruffedjé

Pruffedjé v.i. = Contestare

Mettere in dubbio, in discussione un’affermazione o qls argomento, criticando in modo radicale ogni antagonista alle sue idee.

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Presciàrece

Presciàrece v.i. = Gioire intensamente, godere, rallegrarsi  intimamente.

Provare soddisfazione per la propria abilità, per un colpo di fortuna, godere del proprio ruolo.

Quanne vènge ce la prösce, quànne pèrde vé chjangènne = Quando vince (al gioco del lotto, delle carte, del foot-ball, ecc.) se la gode, quando perde va piangendo.

Presciaracìlle = Godersela, gustarsela.

Deriva dal latino pretiare, ammirarsi, compiacersi, pregiarsi, apprezzarsi.

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Pazzjé

Pazzjé v.i. = Giocare, scherzare

Comportarsi, esprimersi, parlare, discorrere senza serietà e impegno, facendo scherzi, prendendosi gioco di qcn. o di qcs.

Ma tó pazzjìje o fé all’averamende? = Ma tu scherzi o fai sul serio?

Chi si comporta in questo modo faceto è detto pazziarjille

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Paperesciàrece

Paperesciàrece v.i. = Pavoneggiarsi

La lingua italiana si riferisce al pavone e il nostro dialetto…alla papera.

Tipico della gioventù. Mi vengono a mente i versi di Leopardo nel “Sabato del villaggio”, imparati a memoria mezzo secolo fa, in seconda media;

“Tutta vestita a festa
la gioventù del luogo
lascia le case e per le vie si spande,
e mira, ed è mirata,
e in cor s’allegra…”

Forse ho modificato qualche parola: non ho il testo per verificare.

‘I vì, cüme ce paperescèjene (oppure ce vanne paperescianne!) = Eccoli come si pavoneggiano!

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Nguccé

Nguccé v.i. = ostinarsi, intestardirsi in modo quasi irragionevole.

Incaponirsi, intestardirsi, non sentire ragioni, mettersi in capo, in testa di fare qlcs ad ogni costo.

Quindi la testa c’entra sempre: ficcarsi un’idea in testa, in capo, in zucca. L’ostinato difatti è capacchjöne= testone, o chépa tòste = testa dura!

Penso che ‘nguccé deriva dal simpatico modo abruzzese di chiamare la testa (la còcce).

Non dimentichiamo che l’Abruzzo in Capitanata era di casa per effetto della transumanza delle pecore che per secoli vi venivano a svernare. Quindi c’è all’origine una osmosi, un passaggio di pecore e di termini tra le due Regioni (trattüre, trabbócche, chése-recòttefattizze, ecc.)

Esiste un verbo italiano: incocciarsi (a dire il vero ora poco usato) potrebbe essere la traduzione calzante di ‘nguccé.

Quanne Mattöje ‘ngòcce nen lu cunvìnge nescjüne = Quando Matteo si ostina, non lo convince nessuno (a cambiare idea).

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Ngazzàrece

Ngazzàrece = v.i. = Incollerirsi

Cedere all’ira, andare in collera, arrabbiarsi, inferocirsi.

Giuànne ce ‘ngàzze pe’ senza njinde = Giovanni si infuria senza alcun motivo.

Giuànne ce ‘ngàzze pe’ nu njinde = Giovanni si irrita per un nonnulla.

Giuànne ce ‘ngàzze sèmbe = Giovanni si adira sempre.

Insomma questo Giovanni è un tipo ‘ngazzüse = collerico

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Ngasé

Ngasé v.int. e v.t. = Esagerare, Insediarsi

1) ‘Ngasé v.t. = Accentuare, forzare, esagerare un precedente atto o un’azione più tenue.
C’jì ‘ngaséte ‘u vjinde = si è accentuata la forza del vento.
Nel senso di insistere si dice ngasé la méne = calcare la mano, rincarare la dose.

2) ‘Ngasé v.int. = prendere casa, insediarsi nella casa, solo il questo caso. Il contrario si scasé, sloggiare.

Difatti nella locuzione ‘Nghése e schése= alloggia e trasloca, si definisce spregiativamente qualcuno che cambia spesso casa perché sfrattato per morosità.

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