Cravótte agg.= insistente, persistente, incessante
Deriva da scravutté = scavare, allargare fori nel suolo, o nelle pareti: andare al fondo per ricerche.
Noto soprannome di una delle tante fam. Prencipe
Cravótte agg.= insistente, persistente, incessante
Deriva da scravutté = scavare, allargare fori nel suolo, o nelle pareti: andare al fondo per ricerche.
Noto soprannome di una delle tante fam. Prencipe
Crapellöse agg., s.inv., sopr., = Carapellese
Nativo o originario/a di Carapelle
Ricordo Cungètte ‘a Crapellöse: di cognome Rubino
Accragné v.t. = Accumulare
Deriva da cragne (vedi), cumulo, ammasso, accumulo.
Può essere un sinonimo di risparmiare, racimolare faticosamente.
Agghje fatte tande p’accragné quatte solde..=Ho fatto tanto per racimolare quattro soldi…
Cragne s.m. = Cumulo
Ammasso, mucchio, tumulo, accumulo.
Un insieme di legna, pietre, ghiaia, sabbia, fieno, ecc.
Figuratamente significa risparmiare, raggranellare un gruzzoletto.
Còzzele s.f. = Mitilo, cozza
La parlata moderna abbrevia il nome da còzzele in cozze. Personalmente preferisco la prima forma, quella tradizionale.
La cozza (Mytilus edulis o Mytilus galloprovincialis) è un mollusco dalla conchiglia nera e approssimativamente triangolare, molto ricercato per alcune specialità gastronomiche: zuppa di cozze, cozze alla marinara, impepata di cozze, cozze gratinate, ecc.
Quelle poste in commercio devono provenire da allevamenti specializzati. Diffidare dalle cozze vendute alla rinfusa nei mercatini. A Manfredonia si usa chiamarla Còzzele de Tàrende = Cozza di Taranto, città ove esistono da sempre estesi allevamenti di mitili.
E questo per distinguerla dalla locale pregiata “cozza pelosa”, una volta considerato cibo dei poveri, perché acquistata a prezzo vile. Assieme al pane costituiva la cena per tutta la famiglia.
La cosiddetta cozza pelosa (Modiolus barbatus) per via delle alghe attaccate al suo guscio, è un prodotto locale, a mio avviso molto più pregiato della sia pur buona cozza nera tarantina.
Cóste agg. = Questo
Aggettivo dimostrativo solo al maschile, sempre seguito dal sostantivo che modifica, indica persona o cosa vicina nello spazio o nel tempo a chi parla.
Qualu libbre agghj’accatté, cóste o cóste? Tutt’e düje!= Quale libro devo acquistare, questo o quest’altro? Entrambi
Còsse-lùnghe agg. e s.m.= Gran camminatore
Propriamente non significa maratoneta, che copre a piedi grandi distanze, né che ha gambe lunghe, come è la traduzione letterale…
Specialmente al femminile, còsse-lònghe definisce chi o che ha l’abitudine di jì caserjànne, jì jattjànne
Ossia ragazze che non hanno voglia di sbrigare le faccende domestiche ma che trovano ogni occasione per andare a passeggio o a far visita alle amiche.
In effetti che siano slanciate o no, comportandosi così diventano sempre còsse-lònghe = cosce-lunghe!
Coške s.f. = Scoreggia (o scorreggia)
Nulla a che fare con le cosche mafiose! Si tratta tuttavia ugualmente di un problema molto serio.
Emissione rumorosa di gas intestinali.
Fé ‘na coške = cuškjé = scorreggiare.
Non sempre l’emissione può dirsi rumorosa.
In silenzio dicesi ‘a loffe
Dal suono flebile dicesi ‘a stòdeche
Dall’emissione normale è la vera e propria ‘a coške
Se sale un po’ di tono edicesi chjìreche
Se il tono è più alto e prolungato si tratta di un chjirecöne
Se si tenta, sforzandosi, di emetterne una più fragorosa, si rischia la zelléte ossia l’emissione non è solo gassosa ma anche un po’ solida.
Credo di aver percorso tutta la scala cromatica dei suoni possibili da quello strumento “a fiato” (‘u cüle)
Se mi è sfuggito qualche termine…mi correggerete! (scusate l’accostamento irriverente a Sua Santità, ma il verbo correggere si sposa egregiamente a quello trattato in questa “voce”).
«Era riunito a Palazzo il Gran Consiglio, con il Re di Napoli a capotavola, e si discuteva di tutto.
Ad un certo punto il Primo Ministro, piuttosto anziano, chiese: “Con licenza di Vostra Maestà!” Si alzò dalla poltrona ed andò a scorreggiare con le spalle alla finestra e poi ritornò a sedersi. La stessa procedura per altre due volte.
Quando stava per alzarsi ancora una volta, il Re lo fermò dicendo: “Eccellenza, ‘sta volta facitéle accà, e po’ purtataville ‘llòco!”»
Cöse-fetènde agg. e s.m. = Impertinente, inezia.
Alla lettera: coso/a puzzolente.
L’aggettivo calza a qlcu che si comporta in maniera scorretta, meschina, subdola.
Il sostantivo designa una persona dai modi volgari, vessatori, moralmente degradato, insignificante, stupido e insolente (avaste?).
Vatti’, ‘stu cöse fetènde! = Va via, insolente!
Per estensione il sostantivo indica un oggetto insignificante, di nessun valore, inadatto all’uso.
Al femminile fa cösa-fetende.
Che ‘da fé pe ‘stu cöse fetènde? Mjinele jìnd’a mennèzze! = Che hai da fare con quest’oggetto inutile? Buttalo nella spazzatura (mi raccomando la raccolta differenziata!)
Córre-córre s.m. = Fuggi-fuggi
Il termine ha diverse sfaccettature di significato.
La ripetizione di correre (corri, corri!) dà l’idea della rapidità o dello scompiglio con cui si identifica il lemma.
Sté partènne? Te si’ mìsse ‘u mutànde e ‘a magliètta pulüte? Angöre ‘nziamé nu córre-córre.. = Stai partendo? Hai indossato la biancheria pulita? Non si sa mai, potresti trovarti in una situazione difficile.
La brava mamma pensa che in caso di disgrazia, i soccorritori avrebbero trovato il suo pupo tutto in ordine…
Non sa la poverina che purtroppo, in caso di infortunio traumatico, per prima cosa si allentano tutti gli sfinteri del malcapitato e le mutande saranno comunque piene di liquidi e sostanze organiche.
Nota fonetica:
La “ó” con l’accento acuto si pronuncia stretta, quasi una “u”, mentre quella con l’accento grave “ò” si pronuncia larga.
Notate la differenza fra ‘u ze rósse e ‘a ze ròsse = il rosso (un individuo rosso) e la rossa.