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Zecàrle

Zecàrle (o Zi-Càrles.m. = Sigaro.

Da fanciullo ero convinto che derivasse da “Zio Carlo”.

La mia curiosità mi ha spinto un po’ in avanti….

Ho appreso che proviene dallo spagnolo: si scrive Cigàrro e si pronuncia thigàrro, col th sibilante, quasi sigàrro. Questo spiega l’assonanza.

Ovviamente il popolino preferiva acquistare il sigaro lo faceva per spendere poco. Fumava il puzzolentissimo sigaro Toscano. Le Tabaccherie avevano sul bancone una specie di piccola ghigliottina usata per tagliare il sigaro in due metà, o in cilindretti di 2 cm di altezza, da usare uno alla volta per caricare la pipa di creta, preferita dai carrettieri o dai pescatori anziani.

I pregiati sigari Minghetti o Cavour o addirittura gli Avana erano usati solo dai proprietari terrieri locali e offerti ai loro illustri ospiti nei loro possedimenti per mostrare il loro status sociale.

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Ze-rósse

Ze-rósse agg. e s.m. = Fulvo

Al maschile è ze-rósse (con la “ó” pronunciata stretta)
Al femminile fa ze-ròsse (con la “ò” pronunciata larga).

Significato letterale: Zio rosso/zia rossa. Non bastava dire il rosso, o la rossa? Forse perché l’appellativo zio/zia viene rivolto dai bambini riferendosi a persone adulte,  mostrando così una  certa forma di rispetto

Ze’rósse malupüle = Rosso Malpelo, rimasto nella memoria collettiva dal nomignolo affibbiato al protagonista di una novella di Giovanni Verga pubblicata nel 1890.

Sinonimo: Fàcce-canìgghje = Faccia di crusca: Rosso di capelli e con il volto pieno di efelidi (come la crusca).

I “pel di carota”, sono ritenuti soggetti simpatici e speciali.

Salvo alcuni Detti molto distanti dalla mia affermazione: ma non date retta alle malelingue!

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Zàrre

Zàrre agg. = Bacucco

Aggettivo che si usa solo nella locuzione vecchje zàrre, per indicare una persona molto anziana, magari un po’ rimbambita…

l’agg. zàrre è invariabile, mentre il sost. cambia di genere e di numero: ‘u vecchje-zarre, ‘a vècchja zarre, ‘i vjicchje zarre.

In italiano si dice “vecchio bacucco” per indicare un vegliardo rimbecillito.

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Zaràffe 

Zaràffe s.m. = Faccendiere, affarista

Costui si improvvisava mediatore e procacciatore di affari, organizzava incontri, gioco d’azzardo e festini, proponeva locazioni di immobili, procurava facchini, prostitute e falsi testimoni, indirizzava gli automobilisti verso certi meccanici fidati, conosceva i gommisti, i vetrai, i ristoranti e i fittacamere di assoluta fiducia, ecc.

Insomma rispondeva a qualsiasi richiesta, li vedevi spuntare miracolosamente se ti trovavi in difficoltà, per risolvere immediatamente i tuoi problemi. Dietro compenso, naturalmente.

Poco chiaro, un po’ losco, un po’ bandito, spesso e volentieri rifilava un bidone a qualche malcapitato.

Viveva del compenso che riusciva ad ottenere da ognuna delle sue “disinteressate” consulenze.

Il termine ha valenza molto negativa.

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Zappunöte

Zappunöte top. = Zapponeta

Toponimo indicante un Comune, autonomo dal 1975, di circa 3000 abitanti, a spiccata vocazione agricola. Fino a quell’anno è stata una frazione di Manfredonia, da cui dista km 18.

Il toponimo sembrerebbe connesso all’attività di zappatori dei primi abitanti, quando il barone Michele Zezza nel 1768 favorì l’insediamento di un nucleo di braccianti in un suo latifondo, costruendo loro un primo lotto di case.

Altre fonti lo fanno derivare da sappinus (abete), con l’aggiunta del suffisso collettivo –etum. Qualche altro più fantasioso, definì Zapponeta come un luogo dove si zappa e si raccolgono monete, data la straordinaria fertilità del terreno circostante.

Gli abitanti sono chiamati Zappenuddére = Zapponetani.

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Zappenuddére

Zappenuddére agg.,  s.m. = Zapponetano

Abitante o relativo al Comune di Zapponeta.

Il Zapponetaro in genere è considerato dai Manfredoniani un buon lavoratore cui non difetta la moneta. Coltiva intensamente suoi arenili: a rotazione semina e raccoglie pomodori e ortaggi di superficie nella stagione calda, e carote, finocchi, cipolle e patate nella stagione fredda.

Ricordo alcuni ragazzi zapponetari che venivano a Manfredonia a studiare al Liceo e alla Ragioneria. Tra questi ultimi un certo Michele Scommegna. Aveva l´hobby del canto. Facemmo insieme un paio di serate a Vieste e mi sembra a Mattinata. Poi del 1964 ebbe un successo internazionale col nome di Nicola Di Bari.

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Zappe de càvece 

Zappe de càvece s.f. = Zappa da calce

Arnese da muratore, simile ad una zappa, ma dall’asta molto più lunga.

Era usata prima dell’avvento delle betoniere fisse da cantiere per la preparazione della malta.
Si disponeva al suolo un mucchio di tufina, si aggiungeva (quando possibile) della sabbia di mare e si allargava a fontana, come quando le nostre mamme fanno l’impasto per le orecchiette.

Nella buca centrale si ponevano alcune palate di grassello di calce e acqua. Con questa zappa si rimestava manualmente ben bene fino ad ottenere la malta nella giusta consistenza.
SE si aggiungeva un po’ di cemento in polvere si otteneva la cosiddetta “malta bastarda”.

Con la pala si raccoglieva la malta in una caldarella a due manici (‘a còffe) e a spalla si portava ai piani superiori dove i “mastri” la stendevano per intonacare le pareti o per attaccare i conci di tufo.

Grazie a Dio ora esistono le gru per il sollevamento dei materiali.

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Zanzéne

Zanzéne s.m. = Mediatore

Qualcuno pronuncia Sanzéne o Sanzére

Mediatore d’affari, sensale per compravendite di granaglie, per locazioni di case o di terreni, o per combinare matrimoni (quest’ultima attività ora non è più usata).

In un certo senso si sono evoluti in Agenzie Immobiliari, Agenzie di Viaggi, Agenti di commercio.

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Zanne-zanne

Zanne-zanne agg. = Irregolare

Non riesco a trovare un termine di lingua italiana più appropriato che calzi bene con questo aggettivo che descrive un taglio di capelli mal riuscito a causa delll’imperizia del tonsore.

In effetti i capelli non sono stati tagliati uniformemente, e quelli rimasti scendono formando una cascata irregolare, anche se corti, come tanti grossi denti (‘i zanne) non allineati.

Qlcu dice anche che stanne tagghjéte schéle schéle = sono tagliati a scalette.

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Zanne

Zanne s.f. = Dente

Riferito agli incisivi umani di grossa dimensione.

Töne döje zanne! = Ha due incisivi (grandi)!

Si pronuncia con la z dura (tz)

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