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Stùdecacchjöne

Stùdecacchjöne agg-, s.m. = ottuso, lento a capire

Accrescitivo di stùdeche = Grosso stupido, quasi scemo.

Al femminile è stòdecacchjöne anche al plurale: ci accorgiamo dall’articolo se è singolare o plurale.

Al plurale il maschile è studecacchjüne.

È usato anche stubbetacchjöne, dal suono esplodente della doppia bb, per rintronare ulteriormente il poveretto che se lo sente dire:

‘stu stùbbetacchjöne!! = (Ma guarda che cosa è capace di fare) questo grosso stupido!

I ragazzi di oggi non ci mettono molto a usare un termine che fa rima con veglione. ?

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Studecarüje

Studecarüje s.f. = Stupidaggine

Accettabile la versione stubbedarüje, che è più riferita a oggetti trascurabili, di poco conto o di poco valore.

Invece studecarüje è rivolto alle azioni negative compiute da una persona

In italiano esistono molti sinonimi: stupidità,sciocchezza, scempiaggine, stoltezza, imbecillità, imbecillaggine, bestialità, idiozia, baggianata, balordaggine, fesseria, incapacità, ottusità.

In dialetto uno solo ciucciarüje = asinata.

Non mi voglio dilungare troppo, perché conto sulla vostra intelligenza per bilanciare tante studecarüje che si trovano in giro ogni giorno.

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Stùdeche

Stùdeche agg. e s.m. = Stupido

Dariva dal latino stolidum, Che è tardo nel comprendere, ottuso di mente, poco intelligente.

Al femminile fa Stòdeche.

Al plurale sia stùdeche sia stòdeche restano invariati.

‘Sàtele jì quìsti stùdeche = Lasciateli perdere questi stupidi.

Quìddi döje stòdeche = Quelle due stupide.

Accrescitivo invariabile al singolare: Stùdecacchjöne s.m, s.f. = Grosso/a stupido/a.

Al plurale femminile resta ancora uguale. Al plurale maschile fa Studecacchjüne.

Stùdeche ha una valenza, se possibile, ancora più negativa del normale ‘stupido’.

Stóbbete, aggettivo inv., più moderno, acquisito dalla terminologia italiana.

Anche per questo termine esiste l’accrescitivo stubbetacchjöne, con le stesse regole grammaticali.

Curiosità: stòdeche s.f. è sinonimo di scorreggia dal suono flebile…(scusate)

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Stujé

Stujé v.t. = Asciugare

Eliminare il liquido o l’umidità che bagna qlco.

Specificamente stujé indica che per asportare l’umido si adopera un assorbente di carta, di stoffa, di spugna, ecc. passandolo sulla parte intrisa.

Presumo che derivi dal francese essuyer = asciugare

Anticamente i pescatori, i contadini e i pastori dicevano anche stuscé.

Pìgghje ‘u mannüle e stüje i méne au uagnöne = Prendi un asciugamano e asciuga le mani al bambino.

Esiste la forma riflessiva stujàrece = asciugarsi

Ha’ fenüte? E stójete = Hai finito? E asciùgati.

Stujàteve ‘u mosse ca sté chjüne de süche = forbitevi le labbra (con il tovagliolo) perché recano tracce di ragù.

Quando si asciuga esponendo la parte bagnata al sole, all’aria, a una fonte di calore, ad una corrente d’aria, si usa il verbo assuché = asciugare.

Assuché ‘i pànne = sciorinare il bucato.

Quando per il tempo piovoso l’asciugatura avveniva in casa si usava un’intelaiatura sopra il braciere, chiamata appunto l’assüca-pànne

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Stüle

Stüle s.f. = Manico

In genere si intende con questo termine il manico di legno degli utensili da lavoro.

Specificamente il manico del piccone, del martello, dell’ascia, della mannaia, della zappa, ecc.

Presumibile etimo: stelo

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Stumachére

Stumachére s.m.= Emorroidi, malattia emorroidaria

Questo è un antico termine, ormai desueto, sentito casualmente dalla viva voce del noto poeta dialettale Franco Pinto, un formidabile depositario del nostro dialetto.

Molti termini dialettali si sono italianizzati perché i ragazzi di oggi sono tutti più istruiti rispetto alla generazione precedente.

Ad esempio non si dice più ‘u vóvete per indicare il gomito, o ‘u tetìgne per l’ascella.

Nel nostro caso oggi ormai tutti dicono ‘i murròjede o anche ‘i merròide

Vi rimando a Wikipedia:
“Le emorroidi (dal greco haîma , “sangue” e rhéó, “scorrere”) sono strutture vascolari del canale anale che giocano un importante ruolo nel mantenimento della continenza fecale. Diventano patologiche quando sono gonfie o infiammate, causando una sindrome nota come malattia emorroidaria, alla quale spesso ci si riferisce, nel linguaggio comune e anche nella divulgazione, sempre con il medesimo termine di emorroidi.”

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Stumbarjille

Stumbarjille s.m. = Moncherino

È il diminutivo di stómbe.

Di solito sii dice stómbe per la menomazione ad un arto inferiore e stumbarjille per quello superiore, per la dimensione minore del moncherino.

Mia moglie scherzosamente dice che se le sue operose mani  fossero state soggette ad erosione (per quanti lavori ha fatto nella sua vita) ora si sarebbero ridotte a düje stumbarjille = due moncherini!

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Stüpe

Stüpe s.m. = Stipo

Mobile di varia foggia e dimensioni utilizzato per riporre e conservare biancheria e oggetti di uso comune. Armadietto che si tiene fissato al muro, spec. per contenere utensili da cucina o provviste alimentari.

Può essere anche ricavato da una nicchia nella parete: ‘u stüpe a müre= lo stipo a muro, dotato di due ante a vetro e ripiani sostenuti da braccetti di legno inchiodati nei fianchi montanti.

Accr. stepöne s.m. = armadio senza specchi.
Quello di mia nonna odorava di pane.

Dim. stepètte s.m. = mobiletto pensile.
Quello di mio padre in bottega conteneva tutte le punte per il trapano, la madrevite per filettare i perni, e la filiera con i maschi per filettare i dadi.

Ero curioso, mi piaceva ficcare il naso dovunque.

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Stuppüne

Stuppüne s.m. = Stoppino, lucignolo

Il sostantivo stuppüne, simile all’italiano stoppino, designa un fascio di fibra di cotone ritorto usato come anima nelle candele che per capillarità porta la cera (ora sostituita dalla paraffina solida) ad alimentare la fiammella illuminante.
La stessa cosa avviene per le fibre di cotone, in un intreccio più voluminoso, nelle lucerne a olio e spesso chiamate col sinonimo di lucìgne =lucignolo.
il termine stuppüne era usato genericamente anche per i lumi a petrolio (grezzi per carrettieri, e più presentabili per uso domestico): tuttavia questo stoppino specificatamente era dettoa cavezètte s.f.= calza, calzetta.
Esistevano due tipi di calzetta: quella piatta (cavezètta chiatte) a fettuccia, larga circa cm 2,5 e quella tubolare (cavezètta tonne) che in lumi con bocchetta differente, sviluppava una fiammella più luminosa ma che conseguentemente comportava un maggior consumo di carburante.

In senso ironico ” fé ‘u stuppüne ” significa fare una fregatura, un bidone, raggirare, imbrogliare qualcuno.
Presumo che lo stoppino bruciato non ha alcun valore apprezzabile, come il bidone senza contenuto.

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Stùrce

Stùrce s.m. = Capricci

Fare le bizze o le boccacce per evitare di dedicarsi a qualcosa di faticoso e spiacevole, o anche per non ingerire una medicina amara.

A volte se qlcu mostra ritrosia ed accettare un dolcetto, una bibita, gli si dice amichevolmente: Quanta sturce! = Quante storie!

Come sinonimo talvolta si usa mòsse.

Quanta mòsse! Mange, nen facènne cumblemènde! = Quante scuse! Mangia, non fare complimenti!

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